Intervento di cataratta e cambiamenti cerebrali

L'intervento di cataratta è semplice, ma provoca delle modifiche strutturali all'occhio che costringono il cervello a elaborare il senso della vista in modo diverso. Scoprite di più su questo processo di riadattamento.
Intervento di cataratta e cambiamenti cerebrali
Andrés Navarro Romance

Scritto e verificato lo psicologo Andrés Navarro Romance.

Ultimo aggiornamento: 21 dicembre, 2022

La cataratta è considerata la prima causa di cecità a livello mondiale. Per fortuna, esiste una semplice procedura chirurgica che elimina il problema e ripristina la vista. L’intervento di cataratta, tuttavia, è accompagnato da una serie di complicazioni.

La cataratta è un problema di vista piuttosto comune. Secondo diversi studi, oltre il 60% della popolazione mondiale over 75 sviluppa un diverso tipo di cataratta.

Più si invecchia, più il rischio aumenta I sintomi di questa malattia sono noti a tutti: nuoce gradualmente alla vista e può diventare invalidante.

Le persone che soffrono di questo problema riportano una sensazione di abbagliamento, scarsa acuità visiva, distorsione delle forme. Se non trattate chirurgicamente, queste e altre limitazioni visive possono portare alla cecità.

Cos’è una cataratta?

La cataratta è l’opacizzazione del cristallino, ovvero la lente trasparente che consente all’occhio di mettere a fuoco e che si trova dietro l’iride e la pupilla.

Quando si forma la cataratta, questa lente diventare sempre più opaca. L’effetto è causato da un accumulo di cellule epiteliali che cambiano colore per motivi patologici.

Queste cellule proliferano e impediscono il corretto passaggio della luce attraverso il cristallino. Hanno caratteristiche traslucide e tonalità brune che creano una barriera fisica al passaggio della luce compromettendo la vista. È come guardare il mondo attraverso un parabrezza appannato.

“La sola cosa peggiore di non avere la vista è di non avere visione.”

-Helen Adams Keller-

Oftalmologo esamina la vista di un paziente.

La cataratta secondaria

Esiste anche la cataratta secondaria, condizione molto simile alla classica cataratta. Insorge dopo la rimozione chirurgica della cataratta. I resti dell’epitelio scurito proliferano e opacizzano di nuovo la struttura dell’occhio.

I sintomi sono simili a quelli della cataratta primaria, ma la lesione oculare è più lieve e meno estesa. Per correggerla, è sufficiente rimuovere lo strato di tessuto con il laser. È una procedura rapida, indolore e priva di rischi.

Circa il 50% delle persone che ha subito un intervento di cataratta (fachectomia) svilupperà una cataratta secondaria entro pochi mesi.

La cataratta si forma in modo progressivo, e più o meno rapido in base alla tipologia. La persona che ne soffre accusa i seguenti fastidi alla vista:

  • Diminuzione dell’acutezza visiva.
  • Fotofobia e sensazione di abbagliamento.
  • Alterazione della percezione cromatica – i colori perdono intensità e sbiadiscono.
  • Alterazione della percezione dello spazio circostante.
  • Più in generale, qualsiasi modifica visiva causata dalla difficoltà della luce riflessa dagli oggetti di penetrare nell’occhio.

A causa della natura progressiva disabilitate, in un primo momento i sintomi possono passare inosservati. Oppure possono essere interpretati come sintomi di qualcos’altro, fino a quando il danno visivo della persona diventa evidente.

Crea confusione anche il diverso grado di dilatazione o contrazione della pupilla. Ciò  può mascherare o aggravare i sintomi.

Se la pupilla è molto dilatata, la luce che entra nell’occhio “evita” la cataratta e la vista è quasi normale. Se invece la pupilla è molto contratta, come negli ambienti poco luminosi, la luce si trova davanti la cataratta.

Cause della cataratta oculare

Tra tutte le cause, la più accettata è il normale processo di invecchiamento del corpo. Sviluppare la cataratta è una conseguenza logica quando si raggiunge un’età avanzata. Ma possono svilupparla anche le persone più suscettibili.

In alcuni casi, la causa è genetica e si parla di cataratta congenita. Esiste una piccola percentuale di bambini che nasce con questo deficit. La correzione chirurgica a quest’età è indicata e i risultati sono buoni.

Oltre a questo, e tralasciando i quadri di origine sconosciuta o non dovuti a cause esterne (cataratta idiopatica), questa patologia può avere origine per altre tre cause:

  • Un alto grado di miopia, che influenza la morfologia oculare.
  • Traumi oculari.
  • Trattamenti farmacologici prolungati a base di steroidi, specialmente corticosteroidi. Ad esempio, in caso di assunzione cronica di cortisone nelle persone con reumatismi, o di antiallergici nelle persone con allergie.

Qualunque sia la causa di questo problema, il risultato agisce sulle azioni quotidiane. La persona che ne soffre di solito manifesta anche disagi psicologici, come ansia e depressione.

“Per essere più avanti degli altri, bisogna vedere più di loro”.

-Josep Pla-

In cosa consiste l’intervento di cataratta?

È un intervento chirurgico semplice e sicuro, di natura ambulatoriale. Un tipo di chirurgia che non deve spaventarci. Ogni giorno vengono operate centinaia di persone in tutto il mondo, con un tasso di successo altissimo.

In breve, l’intervento consiste nel rimuovere la cataratta con strumenti inseriti nella parte anteriore del bulbo oculare. Il tessuto da rimuovere è adiacente al tessuto oculare sano.

È necessario, quindi, rimuovere in parte o completamente il cristallino. In questo modo, l’occhio rimane afachico e perde la capacità di mettere a fuoco. Ricordiamo che il cristallino è una lente naturale che consente la messa a fuoco, quindi l’accomodazione della vista.

Per compensare questa carenza strutturale e funzionale, si impianta una lente intraoculare (IOL) nello spazio in cui prima di trovava il cristallino.

La lente permette di mettere a fuoco le immagini, con caratteristiche complementari a quelle della IOL dell’altro occhio.

Immagine di una lente intraoculare.

La cataratta è quasi sempre un’affezione bilaterale, vale a dire che si verifica in entrambi gli occhi nello stesso momento. Gli occhi funzionano insieme e formano proiezioni luminose a livello della retina, che danno poi origine alla rappresentazione visiva a livello cerebrale.

Come si sa, difficilmente qualcosa di artificiale può sostituire la natura. Le IOL sono lenti artificiali che rimangono fisse. Non hanno la capacità del cristallino di modificare la propria forma per mettere a fuoco. Per cui, alterano profondamente e a diversi livelli il funzionamento del sistema visivo.

Il cervello ha il ruolo di costruire l’immagine finale. Dovrà quindi riadattarsi a questa nuova modalità di ricezione della luce da trasformare in immagini. Può volerci qualche mese prima che le persone operate completino questo adattamento. Nel frattempo, la loro vista sarà più imprecisa di prima.

La plasticità cerebrale, ovvero la capacità dei neuroni di riorganizzarsi, riadattarsi e recuperare funzionalità perse, permette di riacquistare una buona capacità visiva.

“La visione è l’arte di vedere cose invisibili.”

-Jonathan Swift-

Cambiamenti che il cervello deve imparare a integrare

Messa a fuoco permanente e annullamento del tempo di messa a fuoco

Le IOL mettono a fuoco ma senza variare il grado della messa a fuoco. Perciò, quando la persona ha gli occhi aperti vede in modo sfocato sia da vicino sia da lontano.

Non deve sforzare gli occhi, o lasciar passare qualche millisecondo per mettere a fuoco un punto rispetto a un altro. All’inizio, questa situazione provoca dei disagi sensoriali, ma col tempo si normalizza.

Necessità di maggiore quantità di luce per vedere bene

Chi soffre di cataratta tende a evitare gli ambienti luminosi. La luce dilata la pupilla e causa disagi alla vista. Dopo l’intervento di cataratta e l’impianto di IOL, più luminoso è l’ambiente, migliore sarà la messa a fuoco e la vista.

La lente artificiale, infatti, non copre l’intero diametro della pupilla dilatata. Parte della luce entra nell’occhio attraverso la parte esterna della IOL, producendo visione doppia o sfocata e aloni.

Necessità di orientamento fisico

Le IOL mettono a fuoco in modo fisso e costante. Per adattare la vista a oggetti che si trovano a una determinata distanza, la persona dovrà muovere la testa a diverse angolazioni. Così facendo, troverà il punto di maggiore acutezza visiva per quel particolare oggetto.

Presbiopia residua

Generalmente, le IOL mettono a fuoco distanze medie e lunghe, e sono meno efficienti in quelle brevi. È infatti piuttosto comune aver bisogno di occhiali dopo l’intervento di cataratta.

Intervento di cataratta.

Modifiche alla vista sotto sforzo fisico

Le IOL hanno un grado di fissazione all’interno dell’occhio minore rispetto al cristallino. Lo sforzo fisico produce forti variazioni nella tensione oculare, cioè la pressione esercitata dalle sostanze liquide all’interno dell’occhio. Così, la lente si sposta in modo transitorio distorcendo l’immagine percepita.

Tendenza all’irritazione oculare

Dopo l’intervento chirurgico, l’epitelio oculare sviluppa cicatrici microscopiche. Tali cicatrici aumentano il grado di sensibilità dell’occhio di fronte ad agenti irritanti come fumo, polvere, ecc.

Diversa convergenza visiva

Un’immagina finale completa si forma grazie alla fusione di due immagini dello stesso oggetto, una proveniente da ogni occhio.

Dal momento che le OIL sono posizionate in modo diverso dal cristallino originale, cambia anche il punto esatto della retina su cui viene proiettata la luce.

Le due immagini che si fondono per formare l’immagine finale arrivano da due posizioni diverse. Il cervello deve imparare di nuovo a eseguire in modo efficace questa fusione.

Distorsione del piano visivo e delle dimensioni degli oggetti

Le OIL impiantate dopo un intervento di cataratta producono una percezione più appiattita del campo visivo. All’inizio, infatti, gli oggetti si percepiscono meno arrotondati.

Tendono anche a rimpicciolire l’immagine che mettono a fuoco. Così, gli oggetti circostanti risulteranno più piccoli rispetto a prima. Il cervello deve abituarsi a tutto questo per evitare fastidi alla vista.

Presenza di artefatti visivi

In medicina, un artefatto visivo è un elemento che non dovrebbe trovarsi in un certo luogo. Nell’area dell’oftalmologia, un artefatto visivo è un elemento presente nel funzionamento del sistema visivo che, però, non dovrebbe esserci.

Può capitare che i portatori di OIL percepiscano alcuni componenti della lente, o anche il movimento della stessa.

Ciò causa fastidio e turbamento, e può ridurre l’attenzione. Grazie alla neuroplasticità, tuttavia, abituarsi alla nuova situazione visiva sarà meno problematico.

Conclusioni

Quelli esposti sono tutti aspetti importanti e utili da conoscere in merito ai risultati dell’intervento di cataratta. Ma soprattutto per prepararsi prima dell’intervento.


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  • Taylor HR. Cataract: how much surgery do we have to do? Br J Ophthalmol 2000; 84: 1-2.
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