Intervento sull'attaccamento in terapia
Ogni persona è un’isola dipendente da altre isole (persone). Sentire il supporto degli altri è adattivo e necessario; tuttavia, come tutto, ha bisogno di un equilibrio per essere funzionale e in salute. Per questo, in certi casi, in terapia risulta necessario un intervento sull’attaccamento.
Il modo in cui ci relazioniamo con gli altri, soprattutto durante l’infanzia, ha una chiara influenza su chi siamo oggi: livello di autostima, risoluzione dei conflitti interpersonali, capacità di empatia e molto altro. Intervenire sull’attaccamento, dunque, significa rivedere la nostra relazione con il mondo. Ma in cosa consiste l’intervento sull’attaccamento in terapia?
In questo articolo presentiamo alcune delle tecniche terapeutiche più utilizzate per ottenere un attaccamento sano e sicuro. Una questione complessa che va affrontata con delicatezza.
Cos’è l’attaccamento?
L’attaccamento è la personale predisposizione a stabilire legami con gli altri. La prima manifestazione riguarda le interazioni figura di riferimento – bambino, perché attraverso di esse si crea il legame che garantisce la cura e la sicurezza del secondo.
Questa prima configurazione di attaccamento avrà un impatto decisivo sullo sviluppo cognitivo del bambino. Attraverso di essa si conosce il mondo e gli si attribuisce una logica, si generano concetti, si apprendono dinamiche relazionali e si forma la prima immagine di sé.
Questa natura dell’attaccamento è anche in grado di generare traumi e apprendimento disadattivo. La mancanza di sicurezza o la distanza emotiva dei genitori saranno controproducenti per il bambino e influenzeranno lo sviluppo della sua vita emotiva e sociale.
Disturbi dell’attaccamento e ripercussioni nella vita adulta
Quando la persona riceve amore e sicurezza da chi si prende cura di lei, svilupperà quello che è noto come attaccamento sicuro. In questo caso, da adulta sarà indipendente, sicura di sé e sentirà che il mondo è un posto sicuro.
Tuttavia, quando uno qualsiasi dei fattori sopra menzionati non viene recepito o viene ricevuto in maniera distorta, può comparire uno dei seguenti disturbi dell’attaccamento:
- Evitante: l’adulto non ha visto i propri bisogni emotivi soddisfatti durante l’infanzia. Il risultato è una persona che impara che non ci si può fidare di nessuno e che, nonostante sembri indifferente all’allontanamento dei propri cari, spesso prova grande ansia, motivo per cui risulta difficile rafforzare i legami.
- Ansioso o ambivalente: la figura di riferimento ha risposto in modo incoerente ai bisogni del bambino, causando confusione. Da adulto diventerà una persona ipervigilante e dipendente, che teme che la figura di attaccamento scompaia da un momento all’altro.
- Disorganizzato: è il disturbo che compare quando il bambino è stato maltrattato dalle figure di riferimento. Da adulto nutre costante paura, difficoltà a comunicare e, in generale, a relazionarsi, perché durante l’infanzia non ha avuto un modello o una cura salutare.
Intervento sull’attaccamento in terapia
I disturbi dell’attaccamento si manifestino in modi molto diversi a seconda della persona. Nella valutazione del caso sono rilevanti anche l’età del soggetto, il suo status socioculturale e le esperienze fino al raggiungimento della vita adulta. Su questa base si sceglierà uno delle seguenti tecniche.
Trattamento somatico
Lo stress continuo e l’ansia che accompagnano i disturbi dell’attaccamento hanno un impatto sul corpo. Risulta necessario, dunque, individuare i sintomi psicosomatici e trattarli insieme a quelli psicologici.
Terapia ambientale per l’intervento sull’attaccamento
La persona con un disturbo dell’attaccamento ha trascorso l’infanzia in un ambiente ostile, dunque parte della terapia è volte a stabilire un’atmosfera sicura e accogliente.
Se il paziente non si sente sicuro durante le sedute o nel rapporto con il professionista, sarà più difficile per lui rispettare quanto concordato nell’intervento (aderenza alla terapia).
D’altra parte, se il paziente intende il mondo e le relazioni come insicure e indesiderabili, il primo passo sarà mostrargli che non è sempre così instaurando una relazione sana.
Psicoterapia
Il percorso psicoterapeutico stesso si concentrerà su aspetti della persona che sono insufficienti o negativi nel concepire il mondo e le relazioni.
È un’impresa ardua in cui si allenano aspetti quali regolazione emotiva, abilità sociali e cognizione di ciò che circonda la persona.
Circolo di sicurezza dei genitori
Questa tecnica ha lo scopo di insegnare ai genitori di bambini molto piccoli a dare libertà ai propri figli senza trascurarne i bisogni.
Si basa sul dare spazio quando il bambino ne ha bisogno, essere presente quando cerca sostegno e prenderlo in braccio quando non riesce a superare una determinata situazione.
Mentalizzazione nell’intervento sull’attaccamento
Consiste nel lavorare sulla concezione del bambino nella mente delle figure di riferimento. Si tratta di vedere il bambino come una persona con sentimenti, desideri e intenzioni in modo che questo influenzi le attenzioni che si rivolgono.
EMDR
Questa tecnica è impiegata per desensibilizzare il soggetto rispetto ai ricordi traumatici dell’infanzia attraverso i movimenti oculari. Sebbene non strettamente relazionata all’intervento sull’attaccamento, si è dimostrata efficace nel trattamento dei traumi.
Conclusioni
A seconda dei disturbi concomitanti che potrebbero svilupparsi, è possibile ricorrere anche ad altri approcci. Per esempio, per le persone con disturbo borderline di personalità, può essere utile la psicoterapia focalizzata sul transfert.
Qualsiasi sofferenza psicologica va trattato con un terapeuta. L’attaccamento è un aspetto che si ripercuote sulla propria vita, quindi sarà necessario un aiuto professionale per approfondirlo.
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