Jack London, il maestro del genere d'avventura

Jack London fu il maestro del genere d'avventura. Scrisse nello stesso modo in cui visse: con passione, curiosità ed esplorando l'aspetto selvatico della natura.
Jack London, il maestro del genere d'avventura
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Jack London rappresentò un’essenza letteraria in cui la selvatichezza diventava fisica e ispiratrice. Con libri come Zanna Bianca Il lupo di mare, il genere d’avventura non aveva mai segnato così tante generazioni con uno stile unico e inconfondibile. Questo giornalista, attivista e avventuriero scrisse nello stesso modo in cui visse: sempre al limite, con fermezza, naturalezza e provocazione.

Forse molti ignorano il motivo per cui Jack London intraprese la professione di scrittore: per soldi, per uscire dalla povertà. Quindi, pur non avendo una formazione in ambito letterario, sin da adolescente mise tutto il suo impegno in due compiti fondamentali: leggere e scrivere. Ciò nonostante, aveva ben chiaro in mente che per avere successo nel mondo della letteratura, avrebbe dovuto essere capace di offrire qualcosa di nuovo, di mai visto fino a quel momento.

Si procurò una vecchia macchina da scrivere che funzionava solo con le maiuscole e cominciò a viaggiare. Voleva seguire quei venti che sapevano di avventura, che sussurravano storie che la maggior parte della gente non conosceva. Vagabondò in Oriente, andò in Alaska, conobbe dei contrabbandieri e finì anche in carcere.

Jack London non ci ha regalato solo le più classiche novelle del genere d’avventura. Questo scrittore impegnato ci ha parlato anche di tematiche sociali di grande importanza, come lo sfruttamento sessuale, l’alcolismo o le malattie mentali. Si diceva di lui che al suo interno abitava un lupo affamato di avventure e di storie da raccontare.

Questo stile di vita troppo precipitoso, appassionato e pericoloso, purtroppo ci ha privati troppo presto di questo genio della letteratura morto all’età di 40 anni.

La funzione propria dell’uomo è di vivere, non di esistere. Io non sprecherò i miei giorni nel cercare di prolungarli. Io userò il mio tempo.

-J.  London-

Foto di Jack London da bambino.

Jack London, il bambino che sognava di diventare scrittore

Jack London nacque il 12 gennaio 1876 a San Francisco, California. La madre Flora Wellman era una giovane molto capace nel campo della musica, che si innamorò di un astrologo, William Chaney. C’è da dire che il padre di London fu una delle figure più serie e rinomate nel suo ambito. Tuttavia, fu anche l’uomo che non riconobbe mai la sua paternità.

Flora si sposò alla fine con John London, un veterano della Guerra Civile  statunitense da cui il figlio prese il cognome. Disponevano di minime risorse economiche, tanto che riuscirono appena a dare al piccolo Jack un’istruzione. Ciò nonostante, sin da età precoce sapeva di voler diventare uno scrittore.

Trascorse tutta la sua infanzia e la sua adolescenza con questo obiettivo in mente. Lavorò nell’industria ferroviaria, caricando carbone, e in fabbriche di conserve. Conciliava queste mansioni con le sue costanti visite alle biblioteche, dove si nutriva di tutti i romanzi e i libri di viaggi che aveva sotto mano.

Le prime avventure e i primi libri

Nel 1892 Jack London entrò a far parte del dipartimento Fish Patrol dell’Agenzia delle Risorse Naturali della California. Questo gli permise di viaggiare in goletta fino al Giappone, conoscere quelle terre e vivere sulla sua pelle gli effetti del tifone.

Quella prima esperienza gli trasmise il desiderio di vivere altre esperienze simili. La sua fame di avventure non si sarebbe mai più saziata.

Jack London che scrive.

Solo un anno dopo, diventò membro dell’Esercito di Kelly lottando per i diritti sociali dei disoccupati del paese. Venne incarcerato per questo motivo, ma quei mesi gli servirono per scrivere il suo primo romanzo: La strada. Grazie a questa piccola opera vinse un concorso letterario, di conseguenza pensò che avrebbe fatto bene a iscriversi all’Università della California.

Ma i problemi economici e il “richiamo della foresta” lo spinsero ancora una volta a fuggire lontano, a imbarcarsi in nuove avventure. Viaggiò fino in Canada, più precisamente fino al Klondike, nel luogo dove ebbe inizio la febbre dell’oro.

Questa esperienza non gli portò alcun beneficio materiale, non trovò oro. Ciò nonostante, fu l ‘esperienza più bella che visse, quella che ispirò gran parte dei suoi libri.

Il giornalista impegnato e lo scrittore

Jack London fece ritorno a casa nel 1898. Da quel momento ebbe un unico obiettivo: pubblicare le sue storie. Ci riuscì con L’Uomo Sulla Pista. In seguito toccò a The  Overland Monthly May 1917, ma per entrambi gli offrirono poco più di 10 dollari. Per Le Mille e Una Morte guadagnò invece 40 dollari.

Il decollo letterario, tuttavia, arrivò quando le riviste cominciarono a pubblicare i suoi racconti di viaggio, le sue esperienze e le sue avventure. Nel 1900 guadagnò quasi 2500 dollari e ciò gli permise di mantenere i suoi genitori e godere di un certo benessere. Il suo nome cominciò a essere conosciuto a livello mondiale quando compì 27 anni grazie a Il Richiamo Della Foresta (1903). In questo romanzo raccontava la storia di un cane che trova il suo posto nel mondo trainando una slitta nello Yukon.

Più tardi arriveranno Lupo di Mare, Zanna Bianca (1906) e John Barleycorn (1913), una riflessione in cui parla dettagliatamente della sua battaglia contro l’alcool.

Bisogna ricordare anche il suo lavoro come giornalista sociale, per cui si occupò della guerra russo-giapponese, la vita della popolazione delle Hawaii, lo sfruttamento sociale nel mondo o la lotta dei lavoratori per ottenere i diritti sociali.

Jack London nella natura.

Jack London si sposò due volte ed ebbe due figlie. Lasciò un’eredità di 50 libri e 200 storie, diede conferenze sul capitalismo, la natura, gli animali, etc. Purtroppo, non poté ampliare la sua opera per motivi di salute. Morì a 40 anni a causa dell’alcolismo e problemi ai reni.

Molti storici pensano che potrebbe essersi suicidato, come fecero molti dei suoi personaggi letterari. I suoi resti si trovano nel Parco Storico Jack London in California.


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  • London, Jack (2002) John Barley Corn: memorias alcohólicas.  Valdemar
  • Kingman, Russ (1979). A Pictorial Life of Jack London. Crown Publishers

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