Jean Laplanche, vita e pensiero

Jean Laplanche elaborò, insieme a Jean-Bertrand Pontalis, il Dizionario di psicoanalisi più accurato e completo mai realizzato. È riconosciuto come uno dei grandi esponenti di tale scuola.
Jean Laplanche, vita e pensiero
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 11 aprile, 2024

Jean Laplanche è uno degli psicoanalisti più noti del ventesimo secolo. Il suo nome è associato principalmente al Dizionario di psicoanalisi, messo a punto con Jean-Bertrand Pontalis nel 1967 e che divenne un’opera fondamentale di questa scuola di pensiero. Attualmente è considerato un punto di riferimento obbligatorio per comprendere il lavoro di Feud e i successivi sviluppi.

Jean Laplanche è anche noto per aver sviluppato il suo lavoro in un’ottica di fedeltà ai concetti chiave del pensiero freudiano. Ciò, tuttavia, non gli ha impedito di ampliare diversi aspetti centrali della sua teoria. In particolare, la teoria della seduzione e gli elementi chiave della teoria dello sviluppo psicosessuale.

“Non si può tornare a Freud senza affrontare (…) un certo tipo di lavoro: lavorare sull’opera (…) un lavoro che mette in discussione l’opera stessa.”

-Jean Laplanche-

Una delle sue opere centrali fu Nouveaux fondements pour la psychanalyse, pubblicata nel 1987. In essa, cerca di separare la psicoanalisi dalle altre discipline nelle quali si era mimetizzata, per mezzo delle molteplici interpretazioni date da diversi autori. In particolare, la separa dalla biologia, dalla linguistica e dall’antropologia.

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Jean Laplanche: l’infanzia e i primi anni della giovinezza

Jean Laplanche nacque a Parigi il 21 giugno del 1924. Suo padre era originario della Borgogna e sua madre della Champagne. Era del tutto normale, pertanto, che la famiglia si dedicasse alla coltivazione di vigneti e alla produzione di vino. Ecco perché, sin da piccolo, visse in un ambiente rurale nella città di Beaune.

Già in tenera età, si unì all’Azione cattolica, un’organizzazione di sinistra animata da ideali di giustizia sociale. Nel 1943, in piena seconda guerra mondiale, prese parte alla resistenza francese. Si spostava da un luogo all’altro trasmettendo messaggi segreti.

Alla fine della guerra, fondò il gruppo chiamato Socialismo o barbarie, insieme a Cornelius Castoriadis e Claude Lefort. Il gruppo iniziò a sviluppare una rivista omonima, caratterizzata da una radicale critica verso Stalin e le posizioni totalitariste della sinistra. In realtà, non smise mai di essere un militante politico ed è anche ricordato per la sua partecipazione attiva al celebre maggio francese del 1968.

Una formazione di prim’ordine

Durante gli anni ’40, Jean Laplanche si formò alla rinomata scuola normale superiore di Parigi, una delle più prestigiose al mondo in campo filosofico. Lì, ebbe come compagno di studi Michel Foucault. In quegli anni, fu allievo di luminari del calibro di Gaston Bachelard, Jean Hyppolite e Maurice Merleau-Ponty.

Si laureò in filosofia nel 1950 e di lì a poco entrò in contatto con Rudolph Loewenstein. Dopodiché, completò la sua formazione accademica con un anno di studi presso l’Università di Harvard. In questa fase, il suo interesse per la psicoanalisi crebbe fino al punto di farsi psicoanalizzare da Jacques Lacan al suo ritorno in Europa. Lacan gli consigliò di studiare medicina e Jean Laplanche accettò il suggerimento.

In seguito, lavorò come tirocinante in diversi ospedali psichiatrici parigini. Nel 1959, discusse la sua tesi in medicina, dal titolo Hölderlin e la questione del padre. Si unì anche alla Società internazionale di psicanalisi e, nel 1961, iniziò a lavorare come docente presso l’Università della Sorbona.

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Una strada propria

Jean Laplanche lavorò a fianco di Jacques Lacan nel suo celebre ritorno a Freud. Tuttavia, nel 1964 prese definitivamente le distanze dal modello lacaniano. A suo giudizio, avevano iniziato un ritorno a Freud, ma erano finiti per costruire una sola strada verso Lacan. Insieme ad altri psicoanalisti che si erano riconosciuti nella stessa posizione, fondò l’Associazione psicoanalitica di Parigi.

Successivamente, divenne direttore del Centro di ricerche in psicoanalisi e psicopatologia dell’Università di Parigi VII.

Il suo interesse per la psicoanalisi non venne mai meno e fondò anche la rivista Psychanalyse à l’Université. Rimase sempre fedele ai concetti di Freud, ma non abbandonò mai una posizione critica nei loro confronti. Riteneva, infatti, l’approccio del padre della psicoanalisi troppo biologico.

Prendendo le distanze sia da Lacan che da Freud, Laplanche propone la sua teoria della seduzione generalizzata. Sulla base di questa teoria, suggerisce anche una diversa interpretazione del processo psicoanalitico e della cura. Tra il 1970 e il 1994, tenne numerosi seminari, poi raccolti nell’opera Problématiques, tradotta in diverse lingue.

Jean Laplanche visitò l’America Latina in tre occasioni imprimendo una forte impronta nel mondo psicoanalitico di questa vasta regione. Quest’uomo studioso e disciplinato, con un raffinato senso dell’umorismo, morì nella sua città d’infanzia nel 2012. Curiosamente, venne a mancare il 6 maggio, data in cui ricorre l’anniversario della nascita di Sigmund Freud.


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  • San Miguel, M. (2004). El psicoanálisis: una teoría sin género. Masculinidad/feminidad en la obra de Sigmund Freud. La revisión de Jean Laplanche. Universidad Pontificia comillas de Madrid. Revista de Psicoanálisis, (6).

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