La clamidia, malattia a trasmissione sessuale
La clamidia, o chlamydia trachomatis, è uno dei patogeni a trasmissione sessuale tra i più comuni nell’essere umano. Il problema principale è che questa infezione di solito è asintomatica.
Sono molte le persone ignare di soffrirne e ciò rappresenta un maggiore rischio, perché potrebbero trasmetterla ai partner sessuali.
La maggior parte della popolazione ne ha sentito parlare, ma come spesso accade in ambito sessuale è comune fermarsi in superficie, non approfondire la reale portata di questa condizione.
Per iniziare, la clamidia non è semplicemente un agente patogeno. In molti casi può provocare infertilità o malattia pelvica infiammatoria nella donna.
Anche per gli uomini le conseguenze sono evidenti: sterilità, gravi infezioni ai genitali, ecc. Non si tratta di una malattia trascurabile, poiché le infezioni a trasmissione sessuale sono sempre delicate, a volte persino resistenti ai trattamenti; interferiscono con le nostre vite e, in molti casi, possono avere gravi conseguenze.
Secondo quanto rivelano i dati esposti in uno studio pubblicato dalla dottoressa Nicola Lowh su The Lancet , ogni anno vengono diagnosticati 10 milioni casi di clamidia solo in Europa. Gli under 25 rappresentano la fascia di popolazione più colpita.
L’uso del preservativo previene un certo numero di contagi, ma come segnalato dai medici, non sempre è efficace al 100%.
I figli di madri con chlamydia trachomatis possono sviluppare una forma di congiuntivite. Oltre a ciò, nel 20% dei casi i neonati corrono il rischio di soffrire di polmonite neonatale.
Cos’è la clamidia?
La chlamydia trachomatis (clamidia) è un batterio intracellulare che colpisce solo l’essere umano. Esistono 15 sierotipi e ciascuno di essi può causare una diversa malattia. Inoltre, questo batterio presenta due tipi di biovar o variante di base:
- Il linfogranuloma venereo (LGV), che si distingue per il fatto di provocare malattie sistemiche (e perché è il più comune).
- Il biovar tracoma, che può provocare artrite, polmonite, congiuntivite neonatale, ecc.
D’altra parte, va detto che la clamidia colpisce in egual misura uomini e donne. Tuttavia, nelle donne si installa all’interno del collo dell’utero, nel retto o nella gola; nel caso degli uomini si installa nell’uretra, nel retto e nella gola.
Come avviene il contagio?
Il principale canale di trasmissione della clamidia è quello sessuale, soprattutto in assenza di protezione. L’infezione di questo patogeno si sviluppa per mezzo delle secrezioni genitali, ma anche attraverso la mucosa orofaringea e l’ano.
In questi ultimi casi il preservativo non serve a prevenire al 100% la malattia. Il sesso orale è un’altra via che dobbiamo tenere in considerazione.
La donna che ha contratto può trasmettere la malattia al figlio nel momento in cui passerà attraverso il canale del parto.
Il contagio da clamidia non avviene mediante il semplice contatto fisico come una carezza, un abbraccio, un bacio, condividere lo stesso bicchiere, toccare gli stessi oggetti, usare lo stesso bagno, ecc..
Sintomi della clamidia
Dicevamo all’inizio che uno dei principali problemi di questa malattia sessualmente trasmissibile è che non sempre manifesta sintomi.
Nella maggior parte dei casi, tuttavia si rilevano lievi sintomi, che a volte possiamo associare ad altri problemi.
Sintomatologia nella donna
Circa il 70% delle donne accusa sintomi quasi impercettibili. Tuttavia, dobbiamo notare le seguenti caratteristiche:
- Dolore durante la minzione.
- Rapporti sessuali dolorosi.
- Flusso vaginale irregolare, con un intenso odore.
- Sintomatologia associata alla malattia infiammatoria pelvica (dolore addominale, all’area del bacino e del pube).
- Infiammazione a carico del fegato.
Sintomi negli uomini
Circa il 30% presenta lievi sintomi. La restante parte accusa il seguente quadro clinico:
- Bruciore durante la minzione.
- Secrezioni dal pene e dall’ano.
- Dolore al retto e sensibilità ai testicoli.
Come diagnosticare la clamidia
Quando una persona ha avuto rapporti sessuali a rischio (non protetti e con un partner occasionale) il consiglio è quello di sottoporsi a test appositi per individuare eventuali MTS.
Ora, nel caso in cui si presenti la suddetta sintomatologia e lo specialista sospetti la presenza di clamidia, andrà prelevato un campione dalla mucosa della cervice uterina, dall’uretra nel caso dell’uomo, dal tratto orofaringeo, dall’ano, ecc, mediante un cotton fioc apposito, in modo da poterlo analizzare. I risultati sono sempre affidabili e sarà lo specialista a valutare il piano terapeutico da seguire.
Trattamento della clamidia
In linea di massima il trattamento da attuare in caso di clamidia è semplice: terapia antibiotica. Possiamo assumere il farmaco prescritto in un unico dosaggio oppure assumerlo nell’arco di una settimana.
Inoltre, gli specialisti raccomandano la terapia a tutti i partner sessuali avuti negli ultimi 60 giorni, con o senza sintomi.
Quali misure di prevenzione?
Attualmente non disponiamo di un vaccino o di un altro tipo di farmaco in grado di proteggerci dal contagio della clamidia.
È nostra responsabilità avere rapporti sessuali protetti, che ci tengano lontani dalle malattie trasmissibili sessualmente. Di conseguenza, dovremmo tenere sempre a mente le seguenti misure precauzionali:
- Utilizzare correttamente il preservativo.
- Tenere a mente che potremmo contrarre la clamidia anche attraverso il sesso orale.
- Dobbiamo mantenere l’igiene dei nostri giocattoli sessuali, visto che sono anch’essi fonte di trasmissione.
Conclusioni
Ricordiamo l’importanza di sottoporsi a controlli medici regolari. La corretta prevenzione, così come la diagnosi precoce, può aiutare a trattare efficacemente possibili disturbi e a condurre una vita sessuale appagante e sana.
Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- Bahamonde, LG (2015). Clamidia En Practical Handbook of Microbiology, tercera edición (pp. 567–578). Prensa CRC. https://doi.org/10.1201/b17871
- Brunham, RC, y Rey-Ladino, J. (2005, febrero). Inmunología de la infección por clamidia: implicaciones para una vacuna contra la clamidia trachomatis. La naturaleza revisa la inmunología . https://doi.org/10.1038/nri1551
- Fan, H., y Zhong, G. (2014). Chlamydia trachomatis. En Molecular Medical Microbiology: Segunda edición (Vol. 3, pp. 1449–1469). Elsevier Ltd. https://doi.org/10.1016/B978-0-12-397169-2.00081-0