La metanalisi che mette in discussione la mindfulness

La mindfulness è una tecnica di rilassamento volta a ridurre lo stress. Eppure, molti la esaltano come fosse una panacea spirituale. Una metanalisi scientifica ha rivelato i gravi limiti di questa tecnica.
La metanalisi che mette in discussione la mindfulness
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Nonostante la sua popolarità, una metanalisi scientifica mette in discussione la mindfulness e i benefici che molti le attribuiscono. Un argomento di certo interessante visto che questo approccio è stato approvato non solo da diversi testi, ma anche dalla pratica quotidiana di psicologi e altri professionisti.

Ricordiamo che la mindfulness è una sorta di riadattamento della meditazione trascendentale che proviene dal mondo del buddhismo e dell’induismo. Se ne è iniziato a parlare negli anni ’70, quando il Dottor Jon Kabat-Zinn ideò una tecnica nota come Mindfulness Stress-based Reduction o MBSR (che in italiano potremmo tradurre come “programma sulla riduzione dello stress basato sulla mindfulness”).

La parola “mindfulness” proviene dall’inglese arcaico e significa “consapevolezza”. È un concetto che esprime piena consapevolezza e allude a un principio della filosofia zen.

Tuttavia, il suo ideatore non si è mai autodefinito buddhista né praticante delle tradizioni orientali. Potremmo dire che la mindfulness è una particolare interpretazione di tale tradizione.

Le conclusioni della nostra ricerca sono ben lontane dal convalidare diverse affermazioni popolari di alcuni mediatori e psicologi.

-Miguel Farías e collaboratori-

Uomo che pratica mindfulness.

La mindfulness e le tradizioni orientali

Religioni quali il buddhismo, l’induismo o pratiche come lo zen hanno una tradizione millenaria. L’elemento di queste tradizioni che più ha avuto successo in Occidente è la meditazione che, in ogni caso, è molto diversa da quella eseguita nella mindfulness.

Una cosa è certa: queste pratiche sono strettamente correlate alle convinzioni religiose e sacre portate avanti  nel contesto in cui sono sorte. La mindfulness, invece, non è altro che una tecnica che molte persone adottano per ridurre lo stress.

Lo stesso ideatore della mindfulness l’ha definita come una tecnica per calmare lo stress. Eppure, questa pratica ha assunto diverse forme, mescolandosi a innumerevoli tecniche e convinzioni, dando come risultato altrettante varianti.

Il denominatore comune tra tutte le varianti è la ricerca della “pace interiore” a cui puntano tutte le persone ansiose.

Lo studio metanalitico che mette in discussione la mindfulness

Sono migliaia le persone nel mondo che affermano di aver notato una considerevole riduzione dello stress e una “crescita spirituale” grazie alla mindfulness. Nonostante queste affermazioni, un gruppo di scienziati della Nuova Zelanda e del Regno Unito ha deciso di condurre una metanalisi al riguardo. I risultati sono poi stati pubblicati su Scientific Reports .

Una metanalisi è uno studio sugli studi disponibili. Significa che vengono raccolte tutte le pubblicazioni relative al tema, di cui vengono convalidate ed esaminate le conclusioni. Infine, si procede con un unico report sulle scoperte e si mettono per iscritto le conclusioni che è possibile trarre da tutto il materiale analizzato.

La metanalisi sulla mindfulness ha rivelato che molti studi presentavano gravi falle. La principale riguardava l’imparzialità delle parti coinvolte: molte ricerche erano state condotte dagli stessi istruttori. Inoltre, non sempre prendevano in analisi un numero rappresentativo di casi.

Uno studio mette in discussione la mindfulness.

I limiti secondo lo studio che mette in discussione la mindfulness

Un’altra falla individuata consiste nel fatto che molte di queste ricerche mettevano a confronto un gruppo di persone che praticavano mindfulness e un gruppo che non la praticava. L’ideale sarebbe stato offrire al secondo gruppo un’alternativa per rilassarsi e contrastare così i risultati finali.

Infine, i ricercatori sono giunti alla conclusione che la mindfulness non offre tutti i benefici che le vengono attribuiti. Nello specifico, non si raggiunge un livello superiore di spiritualità né maggiore empatia e compassione grazie a questa tecnica.

Di fatto, i neuroscienziati hanno concluso che non si evidenzia un benessere superiore a quello offerto da un documentario, dall’esercizio fisico o da una seduta di psicoterapia.

Uno degli autori della metanalisi è stato Miguel Farías, dell’Università di Coventry. Proprio Farías ha affermato che la mindfulness si allontana dal buddhismo praticato in Oriente, e che in Occidente è concepita come una sorta di ginnastica per la mente. Proprio per questo non offre i risultati della classica meditazione trascendentale.

Stando così le cose, l’aspetto più inquietante è che, da un lato, ci sono migliaia di pubblicazioni che esaltano la mindfulness. Dall’altro, questa metanalisi presenta conclusioni ben precise che contraddicono tali testi.

Eppure, a questa pratica aderiscono molte persone e probabilmente a prevalere sull’evidenza scientifica sono le convinzioni.


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