La personalità autoritaria di T. Adorno
Theodor W. Adorno, Else Frenkerl-Brunswik, Daniel Levinson e Nevit Sanford furono tutti ricercatori dell’Università della California Berkeley e diedero una definizione della teoria della personalità autoritaria. Le loro ricerche vennero condotte nella metà del secolo scorso, e promosse dal governo degli Stati Uniti, interessato a scavare tra le ceneri dell’antisemitismo.
Adorno riteneva che alcuni tratti della personalità fortemente marcati predisponessero gli individui a essere più vulnerabili alle idee totalitarie e antidemocratiche. Tra le prove a supporto di questa conclusione si trovano studi di casi (ad esempio, i nazisti), esami psicometrici (uso della scala F, di fascismo) e colloqui clinici.
In tal senso, i dati raccolti sembravano difendere l’esistenza della personalità autoritaria, il che potrebbe essere utile a spiegare perché alcune persone sono più resistenti a mettere in discussione i propri pregiudizi.
Caratteristiche della personalità autoritaria
Secondo la teoria di Adorno, le persone con una personalità autoritaria saranno tendenzialmente:
- Ostili verso coloro che appartengono a uno status inferiore, ma ubbidienti verso le persone di rango superiore.
- Molto rigidi per quanto riguarda le proprie opinioni e convinzioni.
- Convenzionali, visto che difendono i propri valori tradizionali.
Adorno giunse alla conclusione che le persone dalla personalità autoritaria tendono a categorizzare in modo più marcato, distinguendo tra “noi” e “loro” e percependo il proprio gruppo come superiore.
Le persone con un’educazione più rigida, cresciute con genitori critici e severi, avrebbero maggiori probabilità di sviluppare una personalità autoritaria. Adorno riteneva che ciò fosse dovuto al fatto che l’individuo in questione non poteva esprimere ostilità verso i propri genitori (rigidi e critici). Di conseguenza, trasferisce la propria ostilità, in un secondo momento, verso obiettivi che non dovrebbero essere penalizzati perché in una posizione fragile, come le minoranze etniche.
La scala F
La teoria della personalità autoritaria ha visto sorgere un insieme di criteri per definire i tratti della personalità. Lo strumento di riferimento per valutare tale personalità ha preso il nome di scala F (F di fascista). Adorno pensava che la configurazione di questi tratti fosse fortemente influenzata dall’esperienza infantile. Questi tratti includono:
- Convenzionalismo: adesione ai valori convenzionali.
- Presentazione autoritaria: nei confronti di figure autoritarie del gruppo.
- Aggressione autoritaria: verso persone che violano i valori convenzionali.
- Anti-intercettazione: opposizione alla soggettività e all’immaginazione.
- Superstizione e stereotipia: fede nel destino individuale, pensando a rigide categorie.
- Potere e durezza: preoccupazione o per la sottomissione e la dominazione, affermazione di forza.
- Distruttività e cinismo: ostilità verso la natura umana.
- Proiezionalità: percezione del mondo come pericoloso, tendenza a proiettare impulsi inconsci.
- Sesso: eccessiva preoccupazione per le moderne pratiche sessuali.
Valutazione critica della teoria della personalità autoritaria
Molti punti di questa teoria non sono supportati da sufficienti prove, a differenza di altri che però si muovono in direzione opposta a quanto ipotizzato dai ricercatori. Tra i punti più critici della teoria della personalità autoritaria troviamo:
- Il modello genitoriale severo non sempre dà come risultato individui pieni di pregiudizi.
- Alcuni pregiudizi non si adattano al tipo di personalità autoritaria.
- La teoria non spiega perché le persone abbiano pregiudizi verso determinati gruppi e non verso altri.
Punti critici e conclusioni
Adorno è stato anche criticato per la scelta di un campione limitato. I partecipanti, infatti, vennero reclutati attraverso organizzazioni formali, il che supponeva già una parzialità iniziale e metteva in dubbio la rappresentatività del campione per ottenere le conclusioni generalizzate del suo studio.
Un altro punto è che gli elementi della scala F sono pensati per essere ingannevoli e non reciprocamente esclusivi. Infine, le procedure di valutazione dei colloqui clinici non diedero alcuna garanzia, visto che gli esaminatori conoscevano in anticipo il punteggio della scala di ogni esaminato, considerando quindi che ciò possa aver influito sull’elaborazione delle domande.
Eppure la teoria della personalità autoritaria ha ispirato un’ampia gamma di studi sul rapporto tra i tratti della personalità, il comportamento e le convinzioni politiche. In effetti, anche se oggi non viene presa come punto di riferimento, senza di essa è difficile comprendere la storia della psicologia della personalità.