La terapia dialettico comportamentale

La terapia dialettico comportamentale risale agli Anni '70 ed è stata ideata dalla dottoressa Marsha Linehan per trattare il disturbo borderline di personalità. Cosa sappiamo di questa terapia? Quali sono i suoi obiettivi? Come si utilizza?
La terapia dialettico comportamentale

Ultimo aggiornamento: 05 agosto, 2021

La terapia dialettico comportamentale (DBT) di Marsha Linehan è stata progettata per trattare il disturbo borderline di personalità (DBP) negli adulti, sebbene oggi si è dimostrata efficace anche per il trattamento di altri problemi di salute mentale.

La terapia dialettico comportamentale (DBT) permette di migliorare l’estrema instabilità emotiva (disregolazione emotiva), che è un’incapacità di gestire le emozioni intense. Questa disregolazione porta a comportamenti impulsivi e autodistruttivi tipici del disturbo borderline di personalità (DPB).

Nelle righe che seguono parleremo delle caratteristiche di questa terapia, dei suoi obiettivi (funzioni), delle sue fasi e dei suoi effetti.

Cos’è la terapia dialettico comportamentale?

La terapia dialettico comportamentale (DBT) è un modello di psicoterapia, creato alla fine degli anni ’70 dalla Dott.ssa Marsha Linehan, che ha portato a un tipo specifico di intervento psicologico. È sorta a causa dell’insoddisfazione della Linehan e dei suoi colleghi per i risultati ottenuti applicando la terapia cognitivo comportamentale su “pazienti multiproblematici”.

Fu sviluppata inizialmente per il trattamento di persone con comportamento suicidario e disturbo borderline di personalità (DBP). Col tempo, è stato dimostrato che può essere utile per trattare anche altri disturbi di personalità e, in generale, i disturbi di salute mentale.

Donna disperata che piange.

Caratteristiche della terapia dialettico comportamentale

Questa terapia si basa su tecniche di modificazione del comportamento tipiche del paradigma cognitivo-comportamentale e sulle strategie di mindfulness. È focalizzata sul trattamento dei sintomi di impulsività e instabilità emotiva che possono provocare i tentativi di suicidio.

Combina la terapia individuale e di gruppo e, secondo Behavioral Tech (2017), si concentra sulla capacità delle persone di apprendere e utilizzare nuove abilità per sviluppare una vita degna di essere vissuta.

Obiettivi e funzioni

I cinque principali obiettivi o funzioni della terapia dialettico comportamentale sono:

  • Aumentare le capacità personali (come l’autoregolazione emotiva) concentrandosi sul “qui e ora” o sulle abilità interpersonali.
  • Estendere queste abilità ad altri contesti (cioè alla vita quotidiana).
  • Migliorare la motivazione e ridurre i comportamenti disfunzionali.
  • Migliorare e mantenere le capacità e le motivazioni del terapeuta, che sono continuamente messe in discussione dagli atteggiamenti di sfida dei soggetti con disturbo borderline di personalità (DBP).
  • Strutturare l’ambiente, in modo che ciò che circonda il paziente contribuisca al raggiungimento dei suoi obiettivi terapeutici e diventi un rinforzo dei comportamenti adattivi.

Fasi

Nella terapia dialettico comportamentale vi sono una fase di pretrattamento e tre fasi di trattamento vero e proprio. Il pretrattamento si concentra sull’orientamento iniziale del paziente verso la terapia.

Nella fase di pre-trattamento si stabiliscono anche la relazione terapeutica, gli impegni e gli obiettivi da raggiungere. Nelle fasi successive si lavora su diverse aree e competenze della persona.

Fase 1

La prima fase ha come obiettivi l’aumento della consapevolezza di sé e delle capacità di tolleranza al disagio, la regolazione delle emozioni e delle relazioni personali, il controllo e la gestione dei comportamenti impulsivi, ecc.

In questa fase si prendono in considerazione e si accettano tutte le variabili e i comportamenti che possono influenzare il paziente. Si utilizzano delle strategie finalizzate ad ottenere, da un lato, l’accettazione di sé e, dall’altro, il cambiamento comportamentale. Di solito questa fase dura 1 anno.

Fase 2

Nella seconda fase si interviene sullo stress o sui sintomi dovuti al disturbo da stress post-traumatico (PTSD), molto frequenti in questa tipologia di pazienti. Questa fase non ha una durata prefissata.

Fase 3

La terza fase è finalizzata alla “ricostruzione” del paziente e anche alla costruzione di un concetto di sé realistico, positivo e auto-convalidante, che contribuisca alla ricerca di importanti obiettivi di vita.

Inoltre, si stimola il paziente ad imparare a convalidare le proprie esperienze. Come nella fase precedente, non ha una durata specifica.

Donna pensierosa che si guarda alla specchio.

Effetti

Sono stati dimostrati gli effetti positivi della terapia dialettico comportamentale per disturbi come il disturbo borderline di personalità, altri disturbi della personalità, disturbi alimentari, disturbi dell’umore, abuso di sostanze, disturbi d’ansia e disturbo da stress post-traumatico.

È una terapia efficace per ridurre i comportamenti legati allo scarso controllo degli impulsi (migliora la gestione l’impulsività) e migliora anche la tolleranza al disagio e la gestione delle emozioni intense.

Pertanto, i suoi effetti sono specificatamente mirati a ridurre il disagio. Inoltre, migliora l’autoregolazione emotiva, la stabilità affettiva e riduce i comportamenti autolesionistici o suicidi.

Le abilità su cui opera la terapia dialettico comportamentale

Oggi si utilizza la terapia dialettico comportamentale per trattare diversi disturbi in ambito ospedaliero e ambulatoriale e in contesti sia pubblici che privati. È un tipo di terapia che lavora su quattro tipi di abilità: abilità di base di consapevolezza, efficacia interpersonale, regolazione delle emozioni e tolleranza al disagio.

È utile migliorare queste abilità in soggetti con disturbo borderline di personalità (DBP) o altri disturbi psicologici. Con questa terapia, si può svolgere un lavoro individuale o di gruppo e i pazienti hanno a disposizione una serie di esercizi e attività pratiche proposti dal terapeuta.

Oltre a ciò, sono moduli psico-educativi che permettono ai pazienti di capire e gestire meglio il loro disturbo e il loro disagio.


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