Risorse e strategie della mindfulness
In questo articolo parleremo in dettaglio di risorse e strategie della mindfulness. La parola inglese mindfulness è la traduzione della parola in lingua pali sati. In italiano, vengono spesso utilizzati anche i termini “presenza mentale” o “piena consapevolezza”. La parola sati significa “consapevolezza, attenzione e memoria”. La sua origine deriva da una tecnica di meditazione appartenente alla meditazione Vipassana.
Il professore Jon Kabat-Zinn è il pioniere dell’applicazione della mindfulness in ambito clinico in occidente. La definisce come «la consapevolezza che emerge dal prestare attenzione al dispiegarsi dell’esperienza in modo intenzionale, nel momento presente e senza giudicare».
L’elemento essenziale di questa pratica consiste dunque nell’accettazione radicale dell’esperienza presente senza alcun giudizio. Ciò significa essere disposti a sperimentare e convivere con le emozioni, i pensieri e le circostanze, sia negative che positive.
Per quanto riguarda le emozioni negative, l’idea è quella di sperimentarle senza intraprendere alcuna azione diretta sull’esperienza (come assumere un farmaco, distrarsi o cercare di mettere in pratica una qualsiasi forma di controllo o di evitamento). Tiene in alta considerazione il distacco buddista, e per tale ragione istruisce il paziente a disconnettersi e a separasi dalle proprie esperienze, pensieri ed emozioni. Una delle frasi più utilizzate è: «io non sono i miei pensieri, sono molto di più».
Tra gli elementi principali per mettere in atto la mindfulness troviamo la mancanza di giudizio, la pazienza, coltivare “la mente del principiante”, ovvero non farsi influenzare dalle esperienze passate, la fiducia, non sforzarsi e l’accettazione o vedere le cose per quello che sono.
Nelle prossime righe, entreremo nel dettaglio delle risorse e strategie della mindfulness. Prendete nota!
Risorse e strategie della mindfulness
Bishop (2002) ha proposto un modello esaustivo che contiene le seguenti componenti della mindfulness: autoregolazione dell’attenzione e orientamento alle proprie esperienze nel momento presente, caratterizzate da curiosità, apertura e accettazione.
Autoregolazione dell’attenzione
Questa risorsa si riferisce al mantenimento dell’attenzione sull’esperienza immediata, senza cercare di prenderne il controllo, in modo da consentire un maggiore riconoscimento degli eventi mentali nel momento presente.
A tale scopo, il paziente dovrà impegnarsi nell’acquisire altre abilità, quali l’attenzione prolungata o la capacità di mantenere un alto livello di vigilanza per un lungo periodo di tempo; lo shifting attentivo che aiuta a concentrarsi sul respiro quando sorgono pensieri, sentimenti o sensazioni e per non perdersi in essi, ma osservarli e reindirizzare l’attenzione.
In questa risorsa è contenuto il concetto di “mente del principiante”. Esso presuppone di imparare a usare l’attenzione in modo che ci si concentri sull’osservazione diretta e depurata dei diversi oggetti nell’ambiente circostante, come se fosse la prima volta che li vediamo. Invece di guardare l’oggetto attraverso il filtro distorto delle nostre esperienze, credenze o aspettative, concentriamo l’attenzione sull’eliminazione di questo bagaglio.
Orientamento all’esperienza
Questa risorsa ci consente di mantenere un atteggiamento curioso, aprendo la mente alla rilevazione di ogni pensiero, sentimento e sensazione che sorge. La persona deve essere disposta a pensare, sentire, sperimentare senza usare strategie di evitamento.
Presuppone pertanto di avvicinarsi all’esperienza con un atteggiamento di curiosità, indipendentemente dalla valenza emotiva della stessa. Ciò implica, pertanto, una radicale accettazione dell’esperienza.
Altre risorse e strategie della mindfulness, oltre a quelle appena citate, sono: l’attenzione orientata al presente, l’accettazione radicale senza giudizio e la libera scelta di essere attivamente coinvolti in qualcosa (respirazione, attività, ecc.)
Risorse e strategie della mindfulness: i vantaggi di questa disciplina
Queste risorse e strategie della mindfulness aiutano ad aumentare la capacità di mantenere in modo stabile il focus attentivo scelto. Ciò si contrappone all’automatismo che di solito caratterizza i pensieri automatici negativi, che irrompono nella mente senza che ce ne accorgiamo.
È stato osservato che la mindfulness, essendo una pratica che interrompe gli automatismi, aiuta ad abbassare i livelli di attivazione fisiologica e dei sintomi somatici. Produce l’attivazione del sistema nervoso parasimpatico, che aiuta la persona a rilassarsi, anche più delle tecniche di rilassamento tradizionale.
Alcune ricerche nel campo delle neuroscienze possono confermare, inoltre, che la mindfulness modifica l’attività cerebrale, compresi i processi percettivi, i processi cognitivi superiori e i processi di regolazione delle emozioni (Cahn e Polich, 2006). Infine, un altro dei grandi benefici di questa disciplina è il miglioramento della salute emotiva e fisica. Le evidenze suggeriscono che la mindfulness è associata a una maggiore flessibilità comportamentale e che ciò si ripercuote positivamente sulla salute.
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- Ruiz, M.A., Díaz, M. I., Villalobos, A. (2012). Manual de Técnicas de Intervención Cognitivo Conductuales. Desclée De Brouwer, S.A