La vita non è breve, siamo noi che iniziamo a vivere tardi

La vita non è breve, siamo noi che iniziamo a vivere tardi

Ultimo aggiornamento: 05 gennaio, 2017

Ci lamentiamo spesso che la vita è breve, quando in realtà il problema è che iniziamo tardi a vivere davvero. Solo quando lasciamo cadere le maschere, i pesi e i falsi rapporti, facciamo il grande passo: apriamo finalmente le porte a quella creatura meravigliosa che, come un lupo affamato, emerge libera alla ricerca del suo territorio.

Okot p’Bitek fu un poeta e scrittore ugandese che dedicò buona parte della sua carriera a diffondere la cultura tradizionale africana. A suo dire, le persone non sono mai completamente libere. Tutti occupiamo un posto nella nostra società: siamo figli, fratelli, madri o medici. Tuttavia, questi legami non sono altro che un punto di inizio, perché abbiamo l’opportunità di creare nuovi orizzonti pur mantenendo radici comuni.

Tutti veniamo al mondo liberi. Tuttavia, la vita, la nostra famiglia e il contesto sociale che ci circonda ci modellano poco a poco con le loro molteplici mani e i loro tiepidi respiri. Lungi dall’attenerci ad ogni segno già scritto e ogni forma, siamo noi gli artigiani della nostra vita, coloro che, in un determinato momento, dovranno scegliere quali di quei valori ed insegnamenti accettare, e quali rifiutare.

Okot p’Bitek ci ha lasciato riflessioni davvero sagge in libri come “La canzone di Lawino”. Non smetteremo mai di essere figli o fratelli di qualcuno, nativi di un luogo in concreto… Ciò nonostante, anche se conosciamo le nostre origini, abbiamo tutto il diritto di svegliarci e costruire la vita che desideriamo.

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E voi, avete iniziato a vivere davvero?

È possibile che il concetto di “vivere davvero” sia sconcertante per qualcuno. Non siamo forse tutti vivi? Non godiamo del dono della vita poiché siamo nati e respiriamo in questo stesso momento?

La verità è che c’è una netta differenza tra esistere e raggiungere quella vita piena in cui ogni individuo gode autenticamente di ciò che è, ciò che fa e ciò che ha. Perché da quando nasciamo a quando moriamo esiste un tempo prezioso chiamato vita, che vale la pena vivere con intensità.

Ebbene, come fare? Come riuscire a svegliarsi? Erich Fromm, celebre psicoanalista, psicologo sociale e umanista tedesco, era solito dire che l’essere umano passa gran parte della sua vita abituandosi a quello che la società etichetta come normale e pensando che ciò è “buono e corretto”. Tuttavia, la maggior parte delle volte finiamo per ancorarci ad alcuni legami, comportamenti e attività che vanno contro i nostri autentici desideri.

Mandiamo giù le nostre amare frustrazioni e nascondiamo i nostri desideri nella profondità del nostro essere, come tristi reliquie che è meglio non guardare, perché la quotidianità ci trascina via. Perché bisogna compiere, adattarsi e fare parte di quel grande ingranaggio che conforma il pensiero unico, in cui, ovviamente, non esiste la libertà. Svegliarsi da questo triste sogno richiede coraggio. Perché solo chi è disposto ad iniziare la propria rivoluzione personale, inizierà a vivere come desidera davvero.

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5 passaggi per svegliarsi

Potrebbe sembrare ironico. Tuttavia, sono molte le persone che seguono i loro sentieri vitali con il cuore spento e la mente guidata da un pilota automatico programmato per lasciarsi trasportare. È un’esistenza più semplice ma, senza dubbio, meno felice, meno autentica e soddisfacente.

L’alchimia essenziale per favorire il risveglio e la trasformazione si basa su cinque passaggi sui quali dovremmo riflettere per qualche istante. Sono i seguenti.

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Punti chiave per iniziare a vivere la vita che volete:

Torniamo a ciò di cui parlavamo all’inizio del nostro articolo, citando lo scrittore Okot p’Bitek. Oggigiorno ci sono diversi aspetti che, senza dubbio, ci definiscono, che ci piaccia o no.

Siamo figli di qualcuno, fratelli o sorelle e amici o colleghi. Inoltre, ricopriamo una determinata posizione all’interno della nostra società, segnata dal nostro lavoro.

  • Tutto ciò ci vincola a certe entità, ma non definisce le nostre capacità decisionali. Siete voi a controllare il tipo di connessione che desiderate mantenere: vicina se vi rende felici, lontana se vi causa sofferenza.
  • Smettetela di fingere. Questo aspetto è fondamentale, dobbiamo essere capaci di smettere di fingere di stare bene quando ciò che ci circonda ci arde dentro. Smettere di dire “va tutto bene” quando in realtà non è così. Smettete di girare la faccia dall’altra parte quando qualcosa non vi piace. Siate autentici, fate in modo che i vostri pensieri siano in accordo con le vostre azioni e che la vostra voce risuoni fermamente.
  • Imparate a rinunciare. Dovete capire che, per iniziare a vivere l’esistenza che desiderate davvero, dovete lasciarvi alle spalle molte cose, molte persone.
  • Vivete il presente, mettete in pratica un’attenzione piena e ricordate che il miglior momento per qualsiasi cosa è ora.
  • Seguite il vostro intuito. Imparate ad ascoltare, a dare peso a quella voce interiore che vi dice cosa è importante e perché, e cosa no.

Per concludere, ricordate che non si tratta di vivere molto o poco, ma di dare significato ad ogni momento e valorizzare la propria vita per quello che è: un regalo che non possiamo sprecare.  

Immagini per gentile concessione di Sophie Wilkins


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.