L'Alzheimer: un nemico silenzioso

L'Alzheimer: un nemico silenzioso
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Soffrire di Alzheimer o avere una persona cara che ne soffre può essere una delle situazioni più difficili da sopportare durante la vita. Attualmente ci sono  47,5 milioni di persone nel mondo che soffrono diversi tipi di demenza: di questi, tra il 60% e il 70% dei casi si tratta di Alzheimer, secondo le cifre indicate dall’Organizzazione Mondiale della Salute.

Si tratta di una malattia difficile da accettare, assimilare e con cui convivere. Le persone affette da  Alzheimer soffrono un deterioramento progressivo, che include cambiamenti repentini nei comportamenti e una dipendenza sempre maggiore.

La situazione è molto dolorosa per chi soffre di questo tipo di demenza, perché attraversa momenti di crescente confusione e di profonda depressione. Per le persone care, questa malattia può essere devastante, specialmente per l’impotenza che se sperimenta e per quanto possa risultare faticoso assistere la persona che ne soffre.

L’Alzheimer

corvi, alberi e paesaggio

Oggigiorno, non esiste una cura per l’Alzheimer. La diagnosi solitamente viene fatta 5 o 6 anni dopo che sono comparsi i primi sintomi. A partire da quel momento, il paziente soffre un grave deterioramento, che lo porta lentamente alla morte.

Comunemente chi soffre di Alzheimer ha una speranza di vita che va dai 7 ai 20’anni, dopo che la malattia viene diagnosticata. La malattia ha 3 fasi principali: durante la prima, si presentano problemi di memoria a breve termine, disorientamento, riduzione delle abilità motorie e alcuni cambiamenti nel comportamento, che potrebbero risultare impercettibili.

Durante la seconda fase, il deterioramento della memoria e del comportamento diventa più evidente. Il paziente smette di riconoscere le persone della sua famiglia e ha reazioni molto aggressive nei confronti di tutti, senza motivi apparenti.

Nell’ultima fase, la persona perde sempre di più ogni funzione. Dimentica il modo in cui articolare il linguaggio e diventa totalmente dipendente per realizzare le più semplici attività quotidiane, come mangiare o andare in bagno.

La famiglia di un malato di Alzheimer deve affrontare momenti molto complessi e decisioni particolarmente difficili. La prima difficoltà si presenta quando si ha la diagnosi, poiché si tratta di una malattia che si manifesta in modo diverso in ogni individuo. Mentre alcuni mostrano sintomi tipici, altri no.

L’Alzheimer si confonde facilmente con la depressione profonda, con i disturbi d’ansia o con i cambiamenti propri della vecchiaia. Difatti, la diagnosi sicura al 100% dell’Alzheimer si realizzerà solo dopo la morte, con l’osservazione del cervello durante l’autopsia. In vita si può fare solo una probabile diagnosi.

Per questo motivo, la famiglia deve adattarsi alla condizioni di vita di chi ne soffre e alla sua situazione. In un qualsiasi momento deve decidere se continuare a prendersi cura del malato o se affidarlo ad un centro specializzato. Questo implica un confronto molto forte tra diverse emozioni o sentimenti.

C’è speranza?

viso di donna e cielo

È possibile affrontare l’Alzheimer in modo tale da fare in modo che non abbia conseguenza troppo gravi sulla famiglia e che il malato conservi una buona qualità di vita. Al momento, non esiste una cura per questa malattia, è vero, ma essa può essere rallentata, ovvero è possibile che il suo processo sia più lento.

Si sa che lo stress incrementa severamente i sintomi dell’ Alzheimer. Per questo è importante prendere precauzioni per ridurre l’angoscia, in tutte le forme in cui questa può presentarsi.

Una buona idea è stabilire una routine rigida per il malato e rendere la casa uno spazio sicuro. Le routine fisse aiutano ad eliminare lo stress e contribuiscono a ridurre il disorientamento del malato. Le routine semplificano la vita quotidiana, tanto per il malato quanto per la sua famiglia.

Se vi è possibile, è conveniente assumere una persona esterna, che contribuisca alla cura del malato. Questo specialmente per quanto riguarda andare in bagno, vestirsi, nutrirsi ed assumere le medicine all’orario giusto.

Nel caso in cui questo non fosse possibile, vi consigliamo di suddividere le cure al malato fra i distinti familiari. Se nemmeno questo è possibile, la cosa migliore da fare è affidare il malato ad un centro di cure.

La buona notizia è che in tutto il mondo ci sono ricercatori che indagano su una cura per l’Alzheimer. In Australia, ad esempio, si è scoperto un trattamento che aiuta a recuperare la memoriaI risultati ottenuti fino a questo momento sono soddisfacenti.

Anche l’Accademia Americana di Neurologia ha fatto grandi progressi in questo campo. Con la medicina ORM-12741 sono stati ottenuti risultati soddisfacenti nel recupero della memoria.

Il neurologo Rodolfo Llinas, direttore del programma “Neurolab” della NASA e riconosciuto a livello mondiale per le sue ricerche sul cervello, assicura di aver trovato la cura per l’ Alzheimer. Anche se c’è chi dubita di questo, il docente di Neuroscienza dell’Università di New York, afferma nelle sue pubblicazioni che in meno di 10 anni la cura per l’Alzheimer sarà alla portata di tutti.

rami che disegnano volto di donna

Immagini per gentile concessione di Sara K Byrne


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