Lavoro da remoto: i pro e i contro

Il lavoro da remoto è uno dei nuovi fenomeni della nostra cultura. Ma una maggiore autonomia del lavoratore può avere anche un risvolto invasivo e rovinare il suo mondo sociale. Al tempo stesso, potrebbe impoverire il suo lavoro dal punto di vista intellettivo.
Lavoro da remoto: i pro e i contro
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 12 marzo, 2023

Negli ultimi anni il mondo del lavoro è cambiato notevolmente. Una delle trasformazioni più importanti è l’irruzione e la massificazione del lavoro da remoto. Al giorno d’oggi è una modalità presente praticamente ovunque nel mondo. E si prospetta che in futuro sarà la modalità dominante.

Il lavoro da remoto offre enormi benefici: permette di risparmiare tempo prezioso negli spostamenti da un punto all’altro, oltre a ridurre il traffico stradale e, quindi, l’inquinamento atmosferico. In linea di massima, consente maggiore flessibilità nell’organizzazione del tempo e dà un più ampio margine di autonomia al lavoratore.

Tuttavia, lavorare da remoto presenta anche diverse problematiche. Tra le tante, lavorare in solitudine. Non c’è il collega accanto con cui discutere di qualcosa o con cui scherzare durante la pausa. Gli altri iniziano a essere una presenza astratta e meramente funzionale.

Questo aspetto fa sorgere domande sul futuro delle aziende. Non esisteranno più contesti di collaborazione? Quali conseguenze avrà il mancato contatto con i colleghi, quello che molto spesso aiuta a risolvere problemi e ad avere nuove idee?

Se volete andare in fretta, andate soli; se volete andare lontano, andate insieme

-Proverbio africano-

Lavorare dal pc

I pro del lavoro da remoto

Il lavoro a distanza offre vantaggi davvero importanti. Il primo tra questi, già menzionato, è la possibilità di risparmiare tempo prezioso, in genere sprecato negli spostamenti. Questo comporta anche un risparmio in termini di denaro e di energie emotive, visto che non ci sarà più bisogno di affrontare la frenesia tipica delle grandi città. Risulta quindi più economico per il lavoratore, l’azienda e la società.

D’altra parte, con il lavoro da remoto (detto anche telelavoro) crollano i confini geografici. Una persona può lavorare da qualsiasi parte del mondo, per qualunque azienda nel mondo. L’azienda ne esce vincitrice, perché questo le permette di accedere a profili persino più qualificati. E il lavoratore può attingere a un mercato del lavoro molto più ampio.

Il telelavoro, in particolare, offre un ampio margine di autonomia al lavoratore. Avrà più possibilità di trattare sugli orari e di evitare altre fonti di pressione spesso presenti nel lavoro in presenza. Per esempio, dovrà investire meno nell’abbigliamento da ufficio. Al tempo stesso, potrà progettare il proprio ambiente di lavoro e nel modo che lo mette più a suo agio. Infine, il lavoro da remoto rende il lavoratore più indipendente.

I contro del telelavoro

Se da una parte, il lavoro da remoto garantisce maggiore autonomia, richiede anche una forte autodisciplina. Manca una figura preposta a controllare rigidamente il lavoro svolto e ciò potrebbe indurre alcune persone alla disorganizzazione. C’è chi non riesce a ripetere la routine aziendale quando si trova in casa. Ed ecco che disordine e instabilità saranno gli aspetti preponderanti.

Visto che non si esce da casa tutti i giorni, in alcuni casi i problemi domestici finiscono per interferire con il lavoro. Non c’è una linea di separazione con il contesto familiare e se l’ambiente non è sano, potrebbe avere conseguenze negative sul rendimento. È anche possibile che in casa ci siano più interruzioni e distrazioni rispetto al posto di lavoro. Questo potrebbe incidere su un maggiore spreco di tempo, impiegato in altre attività.

D’altra parte, manca un gruppo di colleghi fisicamente presenti e sui quali poter contare. Questo potrebbe impoverire la vita sociale e provocare una sensazione di solitudine.

Al tempo stesso, può danneggiare il lavoro, perché può tradursi in numero inferiore di stimoli cognitivi ed emotivi. Di conseguenza, il lavoro potrebbe risentirne, così come la predisposizione al lavoro di squadra.

Lavoro da remoto orari

Un modello in fase di sviluppo

Il lavoro da remoto è una modalità relativamente nuova (principalmente associata all’informatica, anche se guardando indietro nella storia troveremo altri casi precedenti, come nel caso delle sarte).

Ci troviamo in una fase in cui i metodi e i processi relativi a questa modalità di lavoro sono ancora in fase di definizione e affinamento, fino a trarre i massimi benefici. Nel mondo informatico, in realtà, non si mostra ancora un particolare interesse nella risoluzione di problemi relativi a questa modalità di lavoro.

La distanza non dovrà essere un limite alle esperienze di collaborazione e di integrazione, che sono le basi dell’innovazione. Oggi predomina la struttura cosiddetta a “polipo”, in cui c’è una testa dalla quale si diramano i tentacoli, da cui hanno origine e a cui fanno capo tutte le componenti. Questo aspetto dovrà cambiare nel tempo.

In una situazione ideale, il lavoro da remoto non dovrebbe essere sinonimo di lavoratori isolati, solitari e costretti a vivere un’invasione del lavoro nelle loro vite private. Sono molti gli aspetti da migliorare, il telelavoro è una sfida per le aziende e per chi si occupa di benessere organizzativo aziendale. Di certo ci aspettiamo risposte efficaci a queste sfide nel giro di pochi anni.


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