Le bugie sono le pietre che pesano di più nel nostro zaino

Le bugie sono le pietre che pesano di più nel nostro zaino

Ultimo aggiornamento: 21 marzo, 2017

Forse non conoscete il termine “mitomania”, ma di certo avete sentito parlare dei bugiardi patologici o compulsivi. Probabilmente vi tornerà in mente un film o un libro in cui il protagonista aveva questo problema. Spesso questi film sono delle commedie, in realtà si tratta di un problema tutt’altro che divertente; è davvero un fatto crudele e drammatico per le persone che lo vivono e per chi le circonda.

Tale problema è molto serio e ha conseguenze davvero tristi sia per i bugiardi patologici e compulsivi sia per gli individui che devono averci a che fare. È poi particolarmente doloroso per coloro che hanno sempre avuto cieca fiducia in queste persone e non si sarebbero mai aspettati la realtà dei fatti che hanno scoperto in un secondo momento.

Le bugie a fin di bene devono essere occasionali e non abituali

Mentire è un atto usuale nella nostra società. Le cosiddette “bugie a fin di bene” non sono altro che l’ultimo tentativo di uscire da una situazione che per noi rappresenta un conflitto. A volte le usiamo per non offendere gli altri, altre per salvaguardare la nostra dignità.

Dal “non posso uscire con te, perché sarò occupato per tutto il pomeriggio”, quando in realtà siamo liberi, ma non abbiamo voglia di uscire, allo “stai benissimo, questo vestito ti sta una favola” quando non la pensiamo così.

Nel primo caso, non vogliamo dire all’altro che c’è qualcosa che ci aggrada più della sua compagnia e, quindi, diciamo “non posso” invece di “non voglio”. Nel secondo caso, non vogliamo far restare male l’altra persona dicendole che, comprando il vestito, ha fatto una cattiva scelta.

“Non sono arrabbiato perché mi hai mentito, sono arrabbiato perché d’ora in poi non posso più crederti”

(Friedrich Nietzsche)

Solo perché le bugie sono a fin di bene, non bisogna ricorrervi sempre, perché così facendo perdiamo l’autenticità con noi stessi e con gli altri. Se davvero non abbiamo voglia di uscire, abbiamo tutto il diritto di sentire questa svogliatezza e di esprimerla con l’altra persona.

Otteniamo onestà ed autenticità ogni volta che diciamo la verità

“Scusa, ma oggi sono stanca e non ho voglia di uscire. Che ne pensi se ci andiamo un’altra volta?”. Con questa semplice frase, otteniamo un po’ di onestà con l’altro e con noi stessi.

Queste “innocenti bugie” non sono sinonimo di gravità o di un vero disturbo, ma solo una sorta di sotterfugio che abbiamo appreso da piccoli per liberarci velocemente e facilmente dai conflitti senza ferire i sentimenti altrui.

“Una bugia non avrebbe senso se la verità non fosse considerata pericolosa”.

(Alfred Adler)

Tuttavia, ferire i sentimenti altrui non è sempre causa nostra, bensì della persona con cui stiamo interagendo. Se il nostro amico si arrabbia perché oggi siamo troppo stanchi per uscire, non è una nostra responsabilità; mentre mentirgli o dirgli la verità è di fatto una nostra decisione.

La mitomania: un disturbo psicologico in cui la bugia fa da protagonista

Le bugie patologiche vanno oltre tutto questo. Hanno un livello di gravità che non dovrebbe mai passare inosservato. Le persone di questo tipo inventano esperienze, mentono a proposito della loro età e della loro professione, dei loro meriti accademici o professionali, dei posti in cui hanno vissuto. Mentono persino sugli individui che le circondano.

In qualche modo, con queste bugie, cercano di riempire un vuoto e si giustificano così: “se odio me stesso e la mia vita, posso inventare un personaggio che fa tutto ciò che io ho sempre sognato”. Questo porterà gli altri ad ammirare questo soggetto e, così, lui si sentirà rafforzato; dunque continuerà a mentire, perché ha scoperto che, in generale, per lui non ci sono conseguenze negative, ma solo vantaggi. Vantaggi che si trasformeranno in veleno per la sua vita e per chi gli sta accanto.

Questo modo di approcciarsi genera le bugie compulsive: per il soggetto, mentire diviene un automatismo. Il conflitto interiore ed esterno viene evitato per sistema e questo finisce per diventare uno stile di comportamento studiato a tavolino e perfettamente strutturato. Per mezzo della menzogna, si evita ciò che provoca un conflitto.

Quando vengono scoperti, questi individui si arrabbiano e si proteggono attaccando

Quando vengono scoperti, questi individui tendono a coprire la bugia con altre bugie. Se si rendono conto che le persone non credono loro e continuano a fare domande, si mettono sulla difensiva e si proteggono attaccando. Questo finisce per danneggiare le relazioni, perché un comportamento del genere è incomprensibile ad un occhio esterno.

Si crea un alone di sfiducia e le persone attorno a questi soggetti iniziano a vivere in un perenne stato d’allerta e sentono il bisogno di scovare la verità a tutti i costi per poter ricominciare ad avere fiducia nel loro caro.

“Il castigo dell’impostore è non essere creduto nemmeno quando dice la verità”.

(Aristotele)

Le persone che mentono irrimediabilmente e sistematicamente dovrebbero darsi la possibilità di farsi aiutare a livello psicologico. Con le loro bugie, non fanno altro che tentare di tappare un buco che si estende sempre di più, e diventano complici di falsità ed invenzioni.

Dall’altra parte, c’è la sana accettazione di se stessi e il positivo raggiungimento dei propri obiettivi senza il bisogno di ricorrere alle menzogne. Anche se il bugiardo crede che queste frottole lo tutelino, esse non fanno altro che allontanarlo sempre di più dalla persona che vorrebbe essere.


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