Le fasi dello sviluppo psicosociale di Erikson

Nella seconda metà del XX secolo, Erik Erikson sviluppò una delle più popolari e influenti teorie dello sviluppo. Vediamo di cosa si tratta.
Le fasi dello sviluppo psicosociale di Erikson
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 12 gennaio, 2023

Le fasi dello sviluppo psicosociale di Erikson rispondono a una teoria psicoanalitica integrale che identifica una serie di momenti attraverso i quali un individuo sano passa nel corso della sua vita. Ogni fase sarebbe caratterizzata da una crisi psicosociale generata da due forze in conflitto.

Erikson, come Sigmund Freud, credeva che la personalità si sviluppasse in una serie di fasi. La differenza fondamentale è che Freud basò la sua teoria dello sviluppo su una serie di stadi psicosessuali. Al contrario, Erikson si concentrò sulle fasi dello sviluppo psicosociale. Questi era interessato al ruolo dell’interazione e delle relazioni sociali nello sviluppo e nella crescita degli esseri umani.

“I conflitti di un uomo rappresentano la sua vera natura.”

-Erik Erikson-

Le fasi dello sviluppo psicosociale di Erikson

Ciascuno degli otto stadi descritti da Erikson nella sua teoria dello sviluppo psicosociale si basa sulle fasi precedenti, in modo da aprire la strada ai successivi periodi di sviluppo. Quindi, possiamo parlare di un modello che punta in qualche modo a tracciare un percorso di vita.

Eric Erikson, padre dello sviluppo psicosociale

Per Erikson, in ogni fase la persona sperimenta un conflitto che funge da punto di svolta nello sviluppo, come stimolo per l’evoluzione. Questi conflitti si concentrano sullo sviluppo di una qualità psicologica. Durante questa tappa, il potenziale di crescita personale è elevato, così come anche il potenziale di fallimento.

Se l’individuo affronta il conflitto con successo, supera tale stadio con forze psicologiche che gli serviranno per il resto della sua vita. Ma se, al contrario, non riesce a scalare questi limiti in modo efficace, potrebbe non sviluppare le abilità essenziali necessarie per affrontare con successo le sfide che le fasi successive potrebbero presentare.

Erikson ha anche affermato che un “senso di competenza” motiva i comportamenti e le azioni. In questo modo, tutte le fasi della teoria dello sviluppo psicosociale di Erikson servono per diventare competenti in una determinata area della vita. Se ogni fase viene gestita in modo adeguato, la persona proverà un senso di padronanza. Nel caso opposto, scaturirà in lei una sensazione di inadeguatezza in quell’aspetto dello sviluppo.

1. Fiducia vs diffidenza (0-18 mesi)

Durante la prima fase dello sviluppo psicosociale di Erikson, i bambini imparano a fidarsi – o non fidarsi – degli altri. La fiducia è strettamente relazionata con l’attaccamento, la gestione delle relazioni e la misura in cui il bambino si aspetta che gli altri soddisfino i suoi bisogni. Dato che un bambino è totalmente dipendente, lo sviluppo della fiducia si basa sull’affidabilità e sulla qualità di chi si occupa di lui, in particolare della madre.

Se i genitori espongono il bambino a un rapporto di affetto in cui prevale la fiducia, è probabile che anche il piccolo adotterà questa posizione di fronte al mondo. Ma se non gli forniscono un ambiente sicuro e non soddisfano i suoi bisogni primari, probabilmente imparerà non aspettarsi nulla dagli altri. Lo sviluppo di questa sfiducia può generare sentimenti di frustrazione, sospetto o insensibilità nei confronti di quello che accade in un ambiente dal quale si aspetta poco o nulla.

2. Autonomia vs Vergogna e dubbio (18 mesi-3 anni)

Nella seconda fase, i bambini acquisiscono un certo grado di controllo sul proprio corpo, che a sua volta ne aumenta la autonomia. Completando con successo i compiti da soli, acquisiscono un certo livello di indipendenza. Lasciando che prendano piccole decisioni e mantengano il controllo, i genitori o i tutor possono aiutare i bambini a sviluppare un senso di autosufficienza.

I bambini che completano con successo questa fase, di solito hanno una sana e forte autostima. Al contrario, quelli che crescono con la sensazione di camminare su un pavimento troppo instabile, avranno poca fiducia in sé stessi e nei propri mezzi. Erikson credeva che raggiungere un equilibrio tra autonomia, vergogna e dubbio avrebbe portato alla formazione della volontà, che è la convinzione di poter agire con intenzione, entro limiti e seguendo la ragione.

3. Iniziativa vs Colpa (3-5 anni)

Nelle fasi dello sviluppo psicosociale di Erikson, la terza prevede il rafforzamento da parte dei bambini del loro potere e del controllo sul mondo attraverso il gioco, una struttura di valore inestimabile per le interazioni sociali. Quando si raggiunge un equilibrio ideale tra iniziativa individuale e la volontà di lavorare con gli altri, appare la qualità dell’ego nota come “proposito”.

I bambini che hanno successo in questa fase si sentono capaci e fiduciosi nel guidare gli altri. Coloro che non riescono ad acquisire queste abilità, invece, saranno probabilmente invasi da senso di colpa, dubbi e mancanza di iniziativa.

Il senso di colpa è positivo nel senso che dimostra la capacità dei bambini di riconoscere quando hanno fatto qualcosa di sbagliato. Tuttavia, se è eccessivo e immeritato, può far sentire il bambino incapace di accettare le sfide della vita, non sentendosi in grado di affrontarle. Il senso di colpa è, sempre e comunque, l’ingrediente principale della paura.

Bimbo seduto in un angolo con mani sugli occhi

4. Laboriosità vs inferiorità (5-13 anni)

I bambini iniziano a svolgere compiti più complicati. Il loro cervello raggiunge un alto grado di maturità, che consente loro di iniziare a gestire le astrazioni. Possono anche riconoscere le loro abilità, così come quelle dei loro coetanei. Talvolta insisteranno per ricevere compiti più impegnativi e difficili. Quando riusciranno a portarli a termine, si aspetteranno la dovuta ricompensa.

Il successo nel trovare un equilibrio in questa fase fa affiorare il concetto di “competenza”. I bambini sviluppano una fiducia nelle loro capacità di gestione dei compiti che vengono loro assegnati. Un altro risultato importante è che iniziano a calibrare in modo più realistico le sfide che sono disposti ad affrontare e quelli che invece considerano inadeguate.

Se i bambini non riescono ad applicarsi come desiderano, spesso appare un sentimento di inferiorità. Se questo elemento non è adeguatamente affrontato e il bambino non riceve sostegno emotivo per i suoi errori, è possibile che deciderà di scartare qualsiasi compito difficile per paura di rivivere quella sensazione negativa. È importante considerare lo sforzo del bambino quando si valuta un compito, separandolo dal risultato obiettivo.

5. Identità vs divulgazione dell’identità (13-21 anni)

Tra le fasi dello sviluppo psicosociale di Erikson, in questa i bambini diventano adolescenti. Scoprono la loro identità sessuale e iniziano a progettare un’immagine di quella futura persona a cui vogliono assomigliare. Man mano che crescono, cercano di trovare il loro scopo e ruolo nella società, oltre a solidificare la personale identità critica.

In questa fase, i giovani dovrebbero anche cercare di discernere quali attività sono appropriate per la loro età e le altre che sono considerate “per bambini”. Devono trovare un compromesso tra ciò che si aspettano da loro stessi e ciò che il loro ambiente si aspetta da loro. Per Erikson, completare questo stadio con successo significa finire di costruire una base solida e salutare per la vita adulta.

6. Intimità vs isolamento (21-39 anni)

Gli adolescenti diventano giovani adulti. La confusione iniziale tra identità e ruolo sta volgendo al termine. Nei giovani adulti è ancora una priorità importante rispondere ai desideri altrui e, quindi, adattarsi. Tuttavia, è anche una fase in cui alcune linee rosse cominciano a essere disegnate autonomamente: aspetti che la persona non sarà disposta a sacrificare per compiacere qualcun altro.

È vero che questo si verifica anche nell’adolescenza, ma a cambiare adesso è il significato. Ciò che viene difeso non è la reazione personale a uno stimolo, ma qualcosa di molto più importante. Parliamo di iniziativa.

Quando la persona ha stabilito la sua identità, è pronta a prendere impegni a lungo termine con gli altri. Diventa capace di formare relazioni intime e reciproche e, volontariamente, accetta i sacrifici e porta a termine gli impegni che tali relazioni richiedono. Se non riesce a formare queste relazioni intime, può apparire un senso di isolamento indesiderato, che risveglia sentimenti di oscurità e angoscia.

Se durante questa fase non si trova un partner, potrebbero scaturire sentimenti di isolamento e solitudine. Ciò può creare insicurezza e una sensazione di inferiorità, poiché l’individuo potrebbe pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in lui. Può  credere di non essere all’altezza degli altri, e questo può portare a una crisi e tendenze autodistruttive.

7. Generatività vs stagnazione (40-65 anni)

Durante l’età adulta, continua la costruzione della propria vita e ci si concentra su aspetti come la carriera e la famiglia. Generatività significa prendersi cura delle persone al di là dei legami familiari stretti. Quando la persona entra nella cosiddetta mezza età, la portata della sua visione si estende dal suo ambiente diretto, che include sé stessa e la famiglia, verso un disegno più ampio e completo che comprende la società e la sua eredità.

In questa fase, le persone riconoscono che la vita non riguarda solo loro stessi. Attraverso le loro azioni, sperano di dare contributi che diventino utili per coloro che verranno. Quando si raggiunge questo obiettivo, si riceve un senso di realizzazione. Tuttavia, se si ritiene di non aver contribuito al grande “disegno”, allora potrebbe pensare di non essere stato in grado di fare qualcosa di sufficientemente importante e significativo.

La generatività non è necessaria per gli adulti, ma la sua mancanza può privare una persona di un maggiore senso di realizzazione.

Donna bionda sorride al sole

Fase 8. Integrità dell’Io vs Disperazione (dai 65 anni in su)

Le fasi dello sviluppo psicosociale proposte da Erikson si concludono quando le persone possono scegliere tra disperazione o integrità. Generalmente, l’invecchiamento è in gran parte una somma di perdite che richiedono una compensazione. D’altra parte, incombe la sensazione del tempo, quella che scaturisce dalla consapevolezza di avere più anni dietro le spalle, che davanti.

Da questo sguardo al passato può nascere la disperazione e la nostalgia sotto forma di nebbia o, al contrario, la soddisfazione per le impronte lasciate, condivise e realizzate. Un punto di vista o l’altro segnerà le aspettative della persona nei confronti del presente e del futuro.

Le persone che raggiungono una visione integrale della propria vita non hanno problemi quando si tratta di riconciliarsi con il passato e con coloro che risvegliano brutti ricordi. Riaffermano il valore della loro esistenza e ne riconoscono l’importanza, non solo per sé stesse, ma anche per le altre persone.

Le fasi dello sviluppo psicosociale e commenti finali

Uno dei punti di forza della teoria psicosociale è che fornisce un quadro ampio da cui vedere lo sviluppo nel corso della vita. Consente anche di enfatizzare la natura sociale degli esseri umani e l’importante influenza che le relazioni hanno nelle diverse tappe dell’esistenza.

Tuttavia, le fasi dello sviluppo psicosociale proposte da Erikson sono soggette a rigida sequenzialità e si manifestano solo entro fasce d’eta prestabilite, il che è facilmente criticabile. È legittimo pensare che alcune persone definiscano alcuni aspetti della propria personalità in momenti e fasi diverse, con elementi e fasi che possono evidentemente sovrapporsi o svilupparsi in parallelo.

Una debolezza critica della teoria dello sviluppo psicosociale di Erikson è che i meccanismi esatti per risolvere i conflitti e passare da uno stadio all’altro non sono sufficientemente descritti o sviluppati. In questo senso, la teoria non specifica quali esperienze sono necessarie in ogni fase per risolvere con successo i conflitti e, quindi, poter passare alla fase successiva in maniera soddisfacente.


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