Le necessità hanno un loro processo di soddisfazione

Le necessità hanno un loro processo di soddisfazione

Ultimo aggiornamento: 23 febbraio, 2017

Le necessità, quando vogliono essere soddisfatte, attivano in noi dei campanelli di allarme. Una volta soddisfatte, ci sentiamo più completi, pieni, tranquilli e pronti a soddisfare le necessità successive. Per la nostra salute mentale, fisica ed emotiva, è fondamentale ascoltarle, identificarle ed incanalarle. Non facendolo, rischiamo di far comparire malesseri fisici e psicologici.

Le necessità possono essere di diverso tipo: fisiologiche, esistenziali, emozionali… e ci parlano tutte di qualcosa di fondamentale per noi stessi. Sono, per così dire, il nostro allarme per l’autenticità. Sono profondamente legate alla nostra vera esistenza, e proprio per questo siamo obbligati a saperle riconoscere se vogliamo risolverle.

Tuttavia, in quanto esseri umani, spesso tendiamo a complicare le cose, e non prestiamo la dovuta attenzione a queste necessità. Facciamo “orecchie da mercante” davanti ad un allarme, ignorandolo o soddisfacendo la necessità solo a metà, in quanto incapaci di separarci da ciò che ci aiuta a soddisfarla…

Le resistenze ci impediscono di soddisfare molte delle nostre necessità

Sono molte le circostanze in cui il ciclo di soddisfazione delle necessità non viene completato, e sempre a causa di resistenze e paure che ci impediscono di fare ciò che dovremmo. Non possiamo negare che, molte volte, ci sono necessità che vorremmo soddisfare, ma non ci riusciamo a causa delle convenzioni sociali ed etiche.

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Eh sì, noi esseri umani sappiamo essere davvero complessi. Abbiamo un “istinto animale” molto forte e primario che non possiamo eliminare né negare, mentre dall’altro lato siamo guidati da un’etica ed una morale suggerita dalla nostra cultura della quale non possiamo fare a meno. Ed è in questo scenario che è necessario trovare un equilibrio, imparando a gestire noi stessi e a capire quando siamo frenati per qualche motivo.

Vi sembra difficile? In fondo si tratta di un interessante metodo per imparare ad ascoltare se stessi, con tutta l’onestà possibile, osservando in che modo le nostre decisioni sono influenzate da motivi che, come detto, possono essere dettati dal nostro istinto animale o da quello culturale.

Il processo di soddisfazione delle necessità è composto da 7 tappe consecutive:

1. Sensazione

È la percezione del disequilibrio. Il nostro corpo, quindi, ha bisogno di ripristinare quell’equilibrio per poter soddisfare l’organismo. Un esempio può essere quello della pancia che brontola quando abbiamo fame o la strana sensazione che ci mette in allerta quando l’organismo ci chiede di prestare attenzione a qualcosa.

2. Coscienza

Quando prendiamo coscienza di quella sensazione, siamo in grado di identificare le nostre necessità. Riprendendo l’esempio precedente, prendiamo coscienza di avere fame proprio quando sentiamo brontolare il nostro stomaco o, per esempio, possiamo renderci conto di sentirci soli e di aver bisogno di avere accanto qualcuno…

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3. Energia

Una volta presa coscienza della necessità possiamo passare al punto successivo: mettersi in moto. Il nostro corpo si carica di un’energia che ci spinge a fare qualcosa di importante per noi. Se ci viene fame, il corpo ci spinge in cucina oppure, riprendendo l’esempio precedente, se abbiamo preso coscienza della nostra necessità di contatto umano, ora possiamo scoprire con quale persona vogliamo entrare in contatto e troveremo l’energia per farlo.

4. Azione

In questa tappa, spinti dall’energia del momento precedente, ci accingiamo a mettere in pratica il soddisfacimento della nostra esigenza. Siamo consapevoli di ciò di cui abbiamo bisogno e ci applichiamo per soddisfarci. Ci decidiamo a chiamare per esempio il nostro amico, la persona con la quale abbiamo bisogno di entrare in contatto.

5. Contatto

Nel momento del contatto saremo finalmente in grado di soddisfare la nostra necessità. Se spinti dalla fame abbiamo raggiunto la cucina per saziare il nostro appetito, questo è il momento in cui ci alimentiamo. In questa fase, dopo aver chiamato il nostro amico, avremo con lui la conversazione di cui avevamo bisogno. Siamo consapevoli che questo contatto, almeno per un po’, allevierà il nostro senso di solitudine.

6. Realizzazione

In questa fase sfruttiamo al massimo la tappa precedente, quella del contatto. È qui che assaporiamo per bene l’esperienza che abbiamo appena vissuto. Siamo finalmente riusciti a realizzare quanto chiesto dal nostro corpo e per questo ci sentiamo soddisfatti. È un momento di gioia, di piacere per essere riusciti a soddisfare la nostra esigenza. Che bello poter finalmente parlare con quell’amico!

7. Ritirata

Una volta conclusa quella bellissima esperienza, ci ritiriamo. Abbiamo bisogno di riposare. Ci stacchiamo dal nostro amico e da tutta l’allegria che è stato in grado di darci. Ma quanto è complicato separarsi da ciò che ci ha così tanto riempito l’anima? Quanto è dura allontanarsi da chi ha riempito il nostro vuoto?

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Come potete osservare, in ognuna di queste fasi possono sorgere delle complicazioni che potrebbero spingerci a non portare a termine il compito. Perché succede? Per paura, per un desiderio inconscio di anticipare la catastrofe, per le nostre convinzioni su come debbano essere fatte le cose, per questioni culturali, etiche e tanto altro ancora.

L’importante è essere consapevoli delle necessità che tutti abbiamo e che spesso hanno a che fare con l’amore (quella necessità così importante che ci spinge ad unirci ad un’altra persona) ed affrontarle con sicurezza (perché la mancanza di sicurezza genera in noi paura, angoscia ed ansia) e con libertà (perché la mancanza di libertà ci rende rabbiosi, costretti).

Quindi, come avrete avuto modo di capire, soddisfare le necessità non è un capriccio, ma un tentativo di proteggere noi stessi, soprattutto quando parliamo di mancanza di amore, sicurezza e libertà. Non dobbiamo essere sordi davanti a queste sensazioni! Solo così saremo in grado di iniziare e portare a termine il processo.


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