Le persone ferite e il loro dolore invisibile

Rabbia, tristezza, esaurimento fisico e psicologico, incubi... Le persone che hanno subito un trauma o un evento avverso nascondono un dolore invisibile, profondo e intenso. Hanno bisogno di aiuto.
Le persone ferite e il loro dolore invisibile
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Le persone ferite spesso passano inosservate: nessuno riesce a percepire il loro dolore invisibile. Tuttavia, il segno dei traumi, delle avversità che hanno vissuto è ancora impresso nelle loro menti, rendendo ogni giorno difficile.

Dormono male, si sentono esauste, arrabbiate, difficilmente si fidano degli altri e sono incapaci di gestire il loro dolore. Gli esperti in psicologia del trauma spesso ci dicono che la maggior parte di noi, a un certo punto, dovrà affrontare un evento complicato e avverso.

Potrebbe trattarsi di un incidente stradale, della perdita di una persona cara, di una catastrofe naturale, vedere o essere vittima di un’aggressione, perdere il lavoro, la fine di una relazione, la diagnosi di una malattia.

L’incapacità di affrontare adeguatamente queste e altre realtà ci condiziona e ci cambia. Nel suo libro Intelligenza emotiva Daniel Goleman spiega che per superare questi eventi dobbiamo iniziare quello che ha definito il “ri-apprendimento emotivo”. Significa ricominciare in tutti i sensi, riadattare il nostro pensiero, le nostre emozioni e anche il nostro comportamento.

Di certo non è facile. Le persone ferite non hanno le ossa rotte, eppure non riescono a muoversi nel mondo. Le loro ferite non sono visibili a occhio nudo, ma il loro dolore è immenso e profondo. Nessuno merita di vivere in questo modo ed è possibile uscire da queste situazioni.

Le persone ferite e il loro dolore invisibile

A che punto un’esperienza drammatica si trasforma in un trauma? Quando una persona soffre di un disturbo da stress post-traumatico? Purtroppo non esiste una risposta univoca a queste domande. Non c’è risposta perché ogni persona vive ed elabora queste situazioni in un modo particolare.

Lloyd Sederer, direttore dell’Ufficio per la salute mentale dello Stato di New York, fa notare che il rischio di subire lesioni, per quei profili suscettibili di trascinare un trauma, dipende da tre fattori:

  • Grado di esposizione al trauma. I bambini che hanno avuto un’infanzia difficile, vittime di abbandono o di  abuso, subiranno un trauma più profondo rispetto a un adulto che in un dato momento deve affrontare la perdita di una persona cara o è testimone di un incidente.
  • Vulnerabilità. Geneticamente, ci sono persone più vulnerabili agli effetti di un evento avverso rispetto ad altre.
  • Risorse disponibili. Riceve o meno sostegno sociale spesso è determinante nel superamento del trauma. Possiamo parlare anche delle risorse psicologiche. Aver subito un trauma in precedenza e averlo affrontato con successo offre strategie di resistenza più adeguate ed efficaci.

I sintomi più comuni del trauma

Uno studio condotto da Carol E. Franz e Michael J. Lyons, della Temple University, Philadelphia (Stati Uniti) nell’arco di 24 anni, ha determinato quali sono i sintomi più comuni che gli adulti mostrano in relazione al trauma, quelli che ci fanno male:

  • Insonnia e incubi.
  • La memoria si concentra sempre sui ricordi traumatici, con frequenti flashback.
  • Ansia e stress.
  • Sentimenti di rabbia, ira e aggressività.
  • Tendenza a sentirsi in colpa.
  • Stanchezza fisica e persino comparsa di malattie psicosomatiche.
  • Difficoltà a fidarsi di nuovo delle persone.
  • Bassa autostima.
  • Visione negativa di se stessi.
  • Tendenza a stare sempre sulla difensiva e ad essere impauriti, con la costante sensazione che qualcosa stia per accadere.

La terapia narrativa per le persone ferite

Negli ultimi anni la terapia narrativa ha offerto ottimi risultati nel trattamento dei traumi. Questo approccio, sviluppato tra gli anni ’70 e ’80 dai terapisti Michael White e David Epston, è stato gradualmente affinato fino a raggiungere prospettive elaborate come quella di Thomas Elbert, Maggie Schauer e la terapia dell’esposizione narrativa per il trauma di Frank Neuner. Si basa sui seguenti obiettivi:

  • Aiutare la persona a raccontare la propria storia per darle un significato. Questo metodo consente loro di risvegliare la loro capacità di recupero e quindi essere in grado di alleviare la sofferenza.
  • Accettare e descrivere il dolore come parte della propria storia di vita aiuta le persone a riacquistare la dignità e il potere su se stessi.

Lo studio condotto presso l’Università di Manchester, Regno Unito, spiegano che la terapia narrativa è utile per ricostruire il senso di sé e la propria identità, due dimensioni frammentate a seguito degli eventi traumatici.

Conclusioni

Le persone ferite dispongono delle risorse adeguate per ricostruire la loro forza, la loro dignità e il loro valore. Non è un processo facile o veloce, perché rivivere gli eventi traumatici implica riesumare le emozioni negative vissute durante quei momenti, e fa male.

Ma bisogna ritrovare la forza per essere fautori della propria rinascita, del proprio miglioramento e progresso. Ritrovare un posto nel mondo richiede tempo, ma tutti possono farcela.


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  • GOLEMAN, Daniel. El reaprendizaje emocional y la superación del trauma. En: La Inteligencia Emocional
  • Krystal, H. (1993). Shattered Assumptions: Towards a New Psychology of Trauma. The Journal of Nervous and Mental Disease181(3), 208–209. https://doi.org/10.1097/00005053-199303000-00017

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