Lutto per le persone scomparse

Il lutto per le persone svanite nel nulla è un dolore senza nome e per il quale la realtà non è neppure di aiuto. Una sofferenza per la quale le parole non bastano per definire ciò che si prova.
Lutto per le persone scomparse
María Alejandra Castro Arbeláez

Scritto e verificato la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 12 febbraio, 2023

Quando qualcosa o qualcuno ci manca, possiamo percepire un immenso vuoto. Talmente grande a volte da portarci a riconsiderare i nostri obiettivi e il senso della nostra vita. Alla perdita segue il lutto. Ma cosa succede quando si tratta di un dolore che viene e va impetuosamente? Il lutto per le persone scomparse nel nulla ha diverse ripercussioni.

Facciamo una premessa sulla natura del lutto: si tratta di un insieme di fenomeni che seguono una perdita. Eventi che vanno ben oltre l’aspetto psicologico e che coinvolgono anche quello fisico, antropologico, economico, sociale e spirituale. Una perdita è “una privazione o la mancanza di qualcuno, di qualcosa, o di rappresentazioni mentali che mettono in moto reazioni affettive, cognitive e comportamentali” (Tizón, 2013).

La morte è una vita vissuta. La vita è una morte che sta arrivando.

-Jorge Luis Borges-

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Il lutto per le persone scomparse nel nulla: in cosa consiste?

Si tratta di una dipartita improvvisa e inaspettata di qualcuno che amiamo. Sono diversi i motivi che possono aver causato la scomparsa. Questo evento ha un impatto particolarmente forte perché i parenti si sentono circondati dal silenzio e dalla mancanza di informazioni.

In genere dopo la scomparsa, la famiglia cerca di ripercorrere i passi della persona cara al fine di ricostruire le informazioni. Ma ciò potrebbe condurre al di fuori dei confini della legalità e non aiutare a risalire alla verità;  potrebbe avvicinarsi a essa, ma essere pericoloso o non godere del sostegno dello stato.

Quando una persona scompare, non vi è più traccia; non si sa se è viva o morta. Questa situazione complica l’elaborazione del lutto. Tra le domande più comuni nei casi di lutto dovuto a una scomparsa improvvisa c’è: “Come posso accettare la perdita della persona che amo se non sono certo che non c’è più?”

Perché si parla di dolore in sospeso?

Il lutto provocato dalla scomparsa è un dolore che possiamo definire in sospeso perché lo mettiamo in pausa ogni volta che recuperiamo la speranza di ritrovare la persona a noi cara. È come se vedessimo la luce in fondo al tunnel che ci invita a non mollare, perché quella persona tornerà.

Si tratta dunque di un dolore a intermittenza, sospeso o in pausa, a causa dell’ansia che ci separa e che, al tempo stesso, ci avvicina alla persona sparita. Ciò, tuttavia, non significa che non sia difficile; oltretutto questo dolore “più intenso” e “meno intenso” provoca un profondo stress e una forte angoscia a cui a volte sembra difficile trovare rimedio.

La prima sensazione avvertita è di incertezza, soprattutto quando la scomparsa è improvvisa. Si tratta di un profondo dolore, che non ha nome, che sfugge alle parole, che non sappiamo come affrontare e la cui elaborazione può essere ben diversa dalle altre forme di lutto.

Come affrontare il lutto per le persone scomparse nel nulla?

Come accettare la perdita di qualcuno che potrebbe tornare? Quali parole descrivono un dolore così immenso? Come andare avanti portando dentro un vuoto così grande?

Nel corso della nostra esistenza affrontiamo svariati lutti, alcuni naturali, frutto di un cambiamento nel nostro ciclo vitale, e altri che non avremmo mai pensato di dover affrontare. Affrontarli è una grande sfida, ma è possibile farlo.

Secondo lo studioso esperto al riguardo Jorge L. Tizon (2004), l’elaborazione del lutto consiste in “meccanismi psicologici a favore dell’accettazione della nuova realtà interna ed esterna del soggetto”.

A partire da questa teoria, sono state ipotizzate diverse fasi del lutto fino a quella finale: l’elaborazione della perdita. Non sempre è possibile incasellare il lutto per le persone scomparse in queste fasi, poiché si tratta di un’esperienza unica.

Quando una persona elabora un lutto (o cordoglio) può compiangere le spoglie del defunto, per cui molto spesso comincia ad accettare la situazione. Nel caso del lutto per chi è sparito nel nulla, invece, il dolore non può trovare consolazione in questo aspetto: tutto quello che resta è l’incertezza.

Di conseguenza, chi ne soffre si sentirà colpevole nel momento in cui inizierà ad accettare una morte nella quale non riesce a credere; è come se sentisse di star uccidendo la persona amata.

Una persona che piange

Si oppone resistenza, cercando di mantenere viva l’immagine della persona scomparsa, secondo Ramírez Guerrero y Salvador, che ne parla in un articolo pubblicato sulla rivista messicana Revista internacional de buena consciencia, nel 2014. Questa situazione sembrerebbe impedire l’elaborazione del lutto.

Dunque, come si può elaborare questo tipo di lutto? Quando è difficile esprimere a parole qualcosa che ci causa particolare angoscia, possiamo cercare vie alternative per comunicare, come l’arte. Per mezzo di questo strumento, possiamo comunicare un’informazione, ma in un altro modo: quello in cui il nostro inconscio riesce ad affiorare;

Ciò dà vita, poco per volta, a una svolta sul piano della consapevolezza, a simboli e, quindi, a parole che esprimono la nostra angoscia.

Possiamo anche fare affidamento sulla resilienza. Ciò significa dominare ciò che ci affligge trovando il senso della nostra esistenza, uno che sia tutto nostro. Questo non significa smettere di amare o di sentire la mancanza della persona scomparsa.

Significa, anzi, dare un valore al “qui e ora”, e continuare nel nostro percorso affrontandolo con meno dolore. Possiamo anche rivolgerci a qualcuno che ci aiuti. Uno psicologo, ad esempio, può darci una mano.

Il lutto per le persone scomparse nel nulla non è un argomento di facile trattazione. Parliamo di un dolore difficile da descrivere a parole, ma al quale possiamo dare un nome mentre lo elaboriamo.

L’elaborazione consiste nell’accettazione della perdita, non nel rinunciare ai nostri ricordi e alle nostre esperienze. La resilienza è una delle armi per affrontare una situazione del genere e l’arte è una grande forza motrice in grado di tessere una tela che dia significato alla nostra vita e al nostro dolore.


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  • Ramírez Guerrero, E.S. (2014). El trabajo de Duelo Frente a Personas Desaparecidas. Análisis de Caso. International Journal of Good Conscience.

  • Tizón, J. L. (2004). Pérdida, pena, duelo. Vivencias, investigación y asistencia, (12). Madird: Grupo Planeta.


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