L'ippoterapia: benefici, applicazioni, discipline

L'ippoterapia permette di lavorare sul rafforzamento di determinate abilità e funzioni attraverso il contatto con i cavalli. Viene applicata soprattutto in bambini autistici, con sindrome di Rett, paralisi cerebrali. Scoprite alcuni dei benefici!
L'ippoterapia: benefici, applicazioni, discipline

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio, 2022

Sempre più spesso persone le affette da malattie o invalidità optano per terapie alternative per provare a migliorare la qualità della loro vita. Tra le varie opzioni disponibili, c’è l’ippoterapia.

Queste terapie esistevano già molti anni fa, ma oggi godono di maggiore apprezzamento. Attraverso le terapie alternative, la persona ha la possibilità di conoscere nuovi modi per stare meglio, per conoscersi e per contribuire al proprio sviluppo personale e alla qualità della sua vita.

L’ippoterapia vede i cavalli come protagonisti, nonché il principale “strumento” per applicarla. Sono stati registrati numerosi benefici dell’ippoterapia per le persone affette da autismo, paralisi cerebrale e di altri disturbi o malattie.

Vi piacerebbe saperne di più? Com’è nata questa pratica? A quali comunità si rivolge? Quali discipline ingloba? Stiamo per parlare di tutto ciò!

Ippoterapia cavallo e bambino.

In cosa consiste l’ippoterapia?

L’ippoterapia, nota anche come terapia equina, è un trattamento il cui strumento principale è il cavallo. Si propone spesso come alternativa per le persone affette da invalidità o da disturbi associati al neurosviluppo come l’autismo.

Lo scopo dell’ippoterapia è promuovere lo sviluppo cognitivo, fisico, emotivo, sociale e/o occupazionale del paziente (o dell’utente), mediante una serie di esercizi, giochi e attività con i cavalli. Grazie a questa terapia, è possibile migliorare la qualità della vita dei pazienti e ad aumentare il loro benessere.

Nel corso della seduta, la persona può montare a cavallo, pettinarlo, prendersene cura, accarezzarlo, dargli da mangiare, giocare con l’animale in diversi modi, eseguire diversi esercizi, ecc. Come sempre un trattamento personalizzato, su misura del paziente (che tenga conto delle sue caratteristiche fisiche e psicologiche) aiuterà a trarre il meglio da questa interazione con l’animale.

Le origini

Dove nasce questa pratica? Nell’Antica Grecia c’era già chi consigliava di montare a cavallo per prevenire o per curare diversi malanni fisici e mentali. In modo più ufficiale, tuttavia, si ritiene che l’ippoterapia sia nata in Messico nel 1969 grazie a un preparatore atletico del Centro Sportivo Olimpico Messicano, Rogelio Hernández Huerta.

Quello stesso anno venne aperto il primo centro specializzato di ippoterapia, oltre alla NARHA (North American Riding for the Handicapped Association), associazione che la riconosce e definisce ufficialmente.

A chi si rivolge l’ippoterapia?

L’ippoterapia è destinata principalmente alle persone con una disabilità (fisica o mentale), ma anche a chi soffre di altre problematiche, come stiamo per vedere. È rivolta a bambini e adulti. In particolare, i gruppi a cui si rivolge l’ippoterapia sono le persone con:

  • Disabilità (fisica, psichica o sensoriale).
  • Disturbi del neurosviluppo (ad esempio, autismo).
  • Problemi di emarginazione o disadattamento sociale.
  • Altri disturbi.

Per essere più specifici, questo approccio si applica soprattutto nei casi di autismo, paralisi cerebrale, sindrome di Rett, lesioni spinali e/o cerebrali, sclerosi multipla, fibromialgia, etc. Di volta in volta andranno fatti gli aggiustamenti del caso e così anche gli obiettivi sui quali lavorare saranno diversi.

Benefici dell’ippoterapia

I benefici dell’ippoterapia sono stati dimostrati da diversi studi. In linea di massima, sono riscontrabili benefici psicologici e fisici. Per quanto riguarda quelli psicologici (ed emotivi), spiccano i seguenti:

  • Migliora l’autostima.
  • Promuove il controllo delle proprie emozioni.
  • Rafforza l’autostima.
  • Stimola la memoria e l’attenzione.
  • Favorisce il rispetto per la natura e per gli animali.

Per quanto concerne i benefici fisici, sono stati osservati dei miglioramenti nei bambini che praticano ippoterapia riguardo a sviluppo muscolare, equilibrio, forza e tono muscolare.

L’ippoterapia nell’autismo

L’ippoterapia viene spesso applicata in caso di autismo, proprio per i grandi benefici registrati. Lo studio di Pérez et al. (2008) indica che grazie al cavallo il bambino riceve quattro stimoli: vestibolare, propiocettivo, tattile e motorio.

Secondo uno studio di De La Prieta (2017), il calore trasmesso dal corpo del cavallo, i suoi movimenti tridimensionali e le vibrazioni trasmesse sono tutti elementi che stimolano le strutture nervose del bambino, favorendone lo sviluppo.

Un altro studio, questa volta di Delgado e Sánchez (2015) pubblicato su Mediciego, dimostra che i bambini affetti da autismo si connettono emotivamente all’animale; inoltre, montare in sella offre loro una sensazione di sicurezza che ne migliorerà l’autostima.

Bambino a cavallo.

Le diverse discipline

Nel quadro dell’ippoterapia rientrano diverse discipline. Tra le più conosciute vi sono:

  • Volteggio terapeutico: consiste nell’esecuzione di diversi esercizi in groppa al cavallo; migliora l’equilibrio e la coordinazione del paziente.
  • Equitazione pedagogica: è una disciplina spesso utilizzata e consiste nell’adattamento del paziente al cavallo e all’ambiente circostante. Tra i vari benefici, aumenta la motivazione, stimola l’affettività e migliora la concentrazione.
  • Ippoterapia: comporta l’esecuzione di esercizi fisioterapeutici in sella al cavallo e con l’animale stesso. Questa disciplina riesce a trasmettere il calore corporeo del cavallo al paziente, così come i suoi impulsi ritmici e il movimento tridimensionale (vale a dire che si lavora attraverso i movimenti del cavallo).
  • Equitazione adattata: è associata allo sport per persone diversamente abili, che già sanno stare in sella. Lo scopo è praticare equitazione con i relativi aggiustamenti.

L’equitazione rappresenta uno strumento terapeutico dagli innegabili benefici, che possono essere sfruttati in una terapia alternativa per i bambini con autismo e con altre patologie e disturbi.

Infine, è indicata anche per gli adulti, visto che la varietà di discipline di cui si compone permette di lavorare con persone di ogni tipo e in contesti molto diversi. Tuttavia, la persona che accompagna il paziente o l’utente durante la seduta dovrà sempre essere un professionista qualificato e opportunamente accreditato (in genere si tratta di fisioterapisti specializzati).


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