Lutto infantile: 3 convinzioni errate

Quando viene a mancare una persona cara, i bambini soffrono come e più degli adulti. Il lutto infantile è un dolore complesso e, spesso, sottovalutato.
Lutto infantile: 3 convinzioni errate
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 21 dicembre, 2022

Ogni persona, inevitabilmente, soffre nel corso della propria vita, compresi i bambini. Proprio nel caso dei più giovani, diventa difficile decifrare cause e conseguenze di tale stato. Anche se il lutto infantile spesso viene superato senza grandi complicazioni, è bene chiarire come elabora un bambino questo percorso per favorire l’adozione di strategie di supporto efficaci.

Se desiderate intervenire sul lutto infantile, prima di tutto bisogna sfatare quelle che possono essere le convinzioni erronee, e spesso diffuse, al riguardo. Ciò consentirà di aiutare il bambino nel migliore dei modi.  

“Il tempo è un dottore che guarisce qualsiasi dolore.”

Difilo

Bambino di spalle davanti al mare.

Cos’è esattamente il lutto infantile?

Il lutto infantile è una risposta emotiva che affiora in seguito alla perdita di una persona cara e prevede distinte fasi. Anche la morte di un animale domestico può innescare questo fortissimo dolore. Ma può anche avere a che fare altre situazioni come un licenziamento o il divorzio dei genitori, per esempio.

Secondo la psichiatra svizzera Elisabeth Kübler Ross, il lutto consta di 5 fasi; un susseguirsi di atteggiamenti e stati mentali in cui le emozioni variano fino a raggiungere l’accettazione. Ogni persona vivrà questa esperienza a modo suo e percorrerà queste fasi in modo diverso.

  • Negazione. La persona non riesce a credere a quanto successo e usa la negazione per difendersi dal dolore che prova. La sua mente cerca di trovare un modo per mantenere il benessere nonostante lo stato di massima impotenza.
  • Ira. Appare quando la perdita diventa reale e viene infine accettata. Si prova frustrazione e impotenza di fronte a quello che è accaduto.
  • Negoziazione. In questa fase, l’obiettivo è trovare un modo per invertire la situazione. Nel caso della morte di una persona cara, si può ricorrere a credenze religiose o soprannaturali. Il dolore emotivo è più forte che in qualsiasi altra fase.
  • Depressione. La persona cade in una forte disperazione e tristezza a causa della sensazione di impotenza.
  • Accettazione. Infine, si accetta la perdita come irreversibile. A differenza della fase precedente, però, la persona si rende conto di poter vivere con questa perdita. È il momento in cui, guardando indietro, cresce.

È importante tenere a mente che i bambini possono vivere questo processo in modo diverso, soprattutto se sono molto piccoli. Durante i primi anni di vita in genere sono fisicamente ed emotivamente dipendenti, inoltre non riescono a capire la morte e le sue conseguenze. Notano l’assenza della persona, provando sentimenti di abbandono e mancanza di protezione.

Miti da sfatare sul lutto infantile

È comune avere certe convinzioni errate sul lutto infantile , pensando che sia molto diverso da quello degli adulti. Anche se è plausibile che esistano delle sfumature diverse nei due casi, ce ne sono molte altre in comune.

L’importante è fare sentire i bambini amati e protetti, anche se una persona a loro cara non fa più parte della loro vita.

I bambini non si rendono conto di cosa succede

L’errore più pericoloso che si può commettere è credere ai priori che i piccoli non sentano nulla. È vero che un bambino non ha una percezione piena della morte, ma noterà dei cambiamenti sostanziali nel suo ambiente. Quindi, gli mancherà la persona deceduta e vedrà che gli adulti intorno a lui stanno attraversando un momento complicato.

Questa idea non consente ai bambini di ricevere il supporto di cui ha bisogno. Perdere una persona cara è molto difficile anche per loro e hanno bisogno di amore, attenzioni e comprensione più che mai.

Bambina che vive il lutto infantile.

Il lutto infantile dura poco

Spesso si ritiene che sentire la mancanza di qualcuno per lungo tempo sia sintomo di debolezza. Alcuni genitori spingono dunque i figli a superare il proprio dolore nel minor tempo possibile.

Questo atteggiamento, però, genera eccessiva pressione sui più piccoli. Non solo dovranno fare i conti con il dolore, ma anche con la sensazione di non soddisfare le aspettative di mamma e papà. Bisogna capire che i bambini (e anche i ragazzi) possono aver bisogno di più tempo per elaborare adeguatamente il lutto.

Non tutte le morti fanno soffrire il bambino

Alcune persone credono che non tutte le morti provocano dolore nel bambino. Ma l’universo emotivo non risponde a rigidi schemi e il bambino potrebbe soffrire molto per una perdita che agli occhi degli adulti potrebbe risultare meno “complicata”. È il caso, per esempio, di un animale domestico o di un conoscente o un familiare non molto vicino.

Anche in questo caso, il segreto è la comprensione. Dovete ricordare che i bambini non scelgono di stare male. Occorrerà essere pazienti con loro e aiutarli al meglio delle vostre capacità.


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