Margaret Mahler e lo sviluppo del bambino

Margaret Mahler è stata un'importante psicoanalista che ha formulato una teoria dello sviluppo del bambino dalla nascita alla prima infanzia, oltre a nuove ed efficaci tecniche terapeutiche.
Margaret Mahler e lo sviluppo del bambino
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 20 febbraio, 2023

Margaret Mahler è una delle figure della psicoanalisi che maggiormente ha contributo alla comprensione della mente del bambino. Era pediatra, ma la sua esperienza e alcune situazioni da lei vissute la portarono a intraprendere la pratica analitica.

Nello specifico, il contributo di Margaret Mahler riguarda la psicologia evolutiva, nello specifico la descrizione delle fasi che il bambino attraversa dalla nascita alla prima infanzia. Secondo la sua teoria, il rapporto che il bambino instaura con la madre è di fondamentale importanza.

Per l’elaborazione del suo modello di sviluppo emotivo, la Mahler fa riferimento teoria dello sviluppo psicosessuale del bambino di Sigmund Freud. Pur avvalendosi dei contributi di altri autori, quali Sandor Ferenczi e Donald Winnicott, e della sua stessa pratica clinica.

“La rottura del guscio è ciò che permette al bambino di prestare più attenzione ai suoi sensi, rimanendo vigile durante la veglia.”

-Margaret Mahler-

Bambino su sfondo blu.

Le origini

Margaret Mahler nacque a Sopron (nell’allora impero austro-ungarico) il 10 maggio 1897. Suo padre, un medico stimato, la educò come un uomo. Al tempo, l’accesso al mondo del sapere da parte delle donne era quasi impossibile. Ma il padre di Margaret non la pensava allo stesso modo e ciò, in un certo senso, la segnò per tutta la vita.

Poco tempo dopo nacque la sorella, Suzanne. La madre era casalinga, insoddisfatta della sua condizione e nutriva una certa apprensione nei confronti di Margaret, sviluppando, al contrario, un profondo attaccamento per Suzanne. È alquanto probabile che tale situazione abbia gettato le basi della teoria che sviluppò anni dopo.

A soli 16 anni, il padre la incoraggiò a trasferirsi a Budapest per frequentare l’università. Qui entrò in contatto con il Circolo di Budapest, il gruppo psicoanalitico fondato e diretto da Sandor Ferenczi, insieme a Michael Balint e Imre Hermann. Sebbene rimase affascinata dalle idee freudiane, decise di non seguire la psicoanalisi.

Il punto di svolta nella vita di Margaret Mahler

Margaret Mahler intraprese gli studi di storia dell’arte all’Università di Budapest. Ben presto, però, si rese conto che il suo spirito scientifico era più forte dei suoi interessi artistici. Maturò dunque il desiderio di approfondire la conoscenza della medicina. Si trasferò a Monaco per frequentare l’Università, dove si specializzò in pediatria.

In quegli anni l’antisemitismo iniziava a prendere forza. Venne, quindi, arrestata insieme alla sorella perché ebree. Dopo questo episodio, decise di trasferirsi a Jena, dove portò a termine gli studi nel 1922. Nello stesso anno, visse un evento che segnò per sempre la sua vita.

Al tempo, Margaret Mahler prestaava servizio in una clinica notturna, dove giunse un uomo che chiese il ricovero del figlio, affetto da problemi di sviluppo. Quella stessa notte il bambino morì senza nessuna causa apparente. La Mahler iniziò a pensare al ruolo della mente in casi simili.

Bambino che guarda dalla finestra.

L’esilio e le sua opera

Nel 1922 lasciò la Germania per stabilirsi a Vienna dove iniziò un’analisi di supervisione con Helen Deutsch, dedicandosi totalmente alla psicoanalisi. All’età di 39 anni, sposò il chimico Paul Mahler, il quale conduceva una vita piuttosto disordinata.

Poco dopo l’invasione dell’Austria da parte dei nazisti, e grazie al favore della vedova del viceré dell’India che era stato suo paziente, i Mahler riescono a fuggire in Inghilterra.

In seguito, si trasferirono negli Stati Uniti, dove Margaret non venne ben accolta. Tentò di convincere i genitori a raggiungerla, ma non accettarono. Il padre morì poco tempo dopo e la madre venne deportata ad Auschwitz, dove morì.

Nonostante le vicissitudini, la carriera di Margaret Mahler sul suolo americano iniziò a decollare. Nel 1950 le venne assegnata una cattedra al Philadelphia Psychoanalytic Institute. Qui formulò la sua teoria dello sviluppo del bambino e un metodo psicoanalitico per la cura dei bambini che includeva la presenza della madre.

Nel corso degli anni, Margaret Mahler sperimentò diversi episodi di depressione. Tuttavia, la sua intelligenza e la sua fede nel lavoro le permisero di superarli con successo. La paziente e costante opera la portò a sviluppare la sua celebre teoria di separazione-individuazione. Lavorò fino ai suoi ultimi giorni, morendo nel 1985 all’età di 88 anni.


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  • Mahler, M. S., Pine, F., & Bergman, A. (1977). El nacimiento psicológico del infante humano: simbiosis e individuación. Marymar.

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