Maria Callas, artista dalla voce divina

Maria Callas ha segnato la storia dell'opera: questa cantante lirica ha dato voce a ruoli che nessuno osava interpretare. Tra luci e ombre, la vita e l'eredità di Maria Callas sono ancora avvolte in un'aura di mistero quasi divino.
Maria Callas, artista dalla voce divina
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

Maria Callas è stata una delle cantanti liriche più famose ed apprezzate al mondo. Negli anni Cinquanta è diventata famosa a livello internazionale per la sua voce meravigliosa e la sua personalità fuori dal comune. Ancora oggi, le sue interpretazioni di opere iconiche continuano a stupire i fan del genere.

L’opera è una delle forme d’arte più complesse; combina recitazione, canto, musica, costumi, palcoscenico, talvolta danza e racconta storie di amore e morte molto tragiche.

Fuori dal palcoscenico, la tragicità dell’opera pesa anche sui cantanti: devono invocare la rabbia, la crudeltà, la violenza, la paura o la follia della storia. In altre parole, richiede un enorme sforzo interpretativo e una voce capace di trasmettere un’infinità di emozioni. Maria Callas, nota come “la divina”, era eccezionale in tal senso.

La fama della Callas derivava non solo dalla sua voce unica, ma anche dalla sua toccante capacità di recitazione. Il suo istrionismo era attribuito, almeno in parte, a una vita piena di tormenti e passione.

Gli inizi

Maria Callas nacque a New York nel 1923. Il suo vero nome era Anna Maria Sophia Cecilia Kalogheropoulos. I suoi genitori erano greci e quando Maria aveva quattordici anni divorziarono; così la giovane tornò in Grecia con sua madre.

In Grecia iniziò a studiare canto presso il Conservatorio Nazionale di Atene. La famosa cantante lirica Elvira de Hidalgo la scelse come sua studentessa.

La sua carriera musicale iniziò in giovanissima età. Nel 1941, quando aveva diciassette anni, Maria Callas ricevette il suo primo stipendio per aver recitato in una grande opera. Fu protagonista di varie opere ad Atene per i successivi tre anni.

Una volta tornata a New York nel 1945, continua a studiare canto e per pagarsi gli studi, facendo la babysitter a casa di un amico di Toscanini, che la scelse per lavorare alla Gioconda de Ponchielli nel 1947.

Da questa rappresentazione, che ebbe luogo presso l’Arena di Verona, sarebbe nato il mito della Callas. L’invito a esibirsi in Italia segnò il vero inizio della sua carriera professionale.

Maria Callas che sorride.

Maria Callas: l’epoca d’oro

Nel 1949 sposò un industriale italiano, Giovanni Battista Meneghini. Il marito, vent’anni più grande, divenne il suo manager e consigliere. Nel 1950, Maria Callas si esibì per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano, interpretando Aida nell’omonima opera di Giuseppe Verdi.

Subito dopo, la Callas conquistò l’amore e l’ammirazione del pubblico milanese interpretando la Norma di Vincenzo Bellini. Poco più che ventenne, si esibì in una quarantina di grandi opere nei più famosi teatri d’opera del mondo.

Diede voce a ruoli drammatici come: Gioconda, Turandot, Brünnhilde e Isolde. Tuttavia, i ruoli che la portarono nell’Olimpo dell’opera furono personaggi meno conosciuti, tra cui Norma e Amina di Bellini (La sonnambula) e La Violetta di Verdi ne La traviata.

“C’è un solo linguaggio per la musica: amore, rispetto e onore.”

-Maria Callas-

Sebbene il timbro della Callas non fosse bello in maniera convenzionale, possedeva una musicalità e un’espressione incomparabili. I suoi personaggi presero vita grazie alla sua capacità di colorare i toni e fare un uso perspicace del testo.

La voce della Callas cambiò la storia dell’opera, tanto che i direttori artistici cominciarono a porre un’enfasi speciale sull’integrità musicale e sulla verità drammatica.

Maria Callas riuscì

a trasformare la percezione del repertorio lirico, in particolare delle opere di Bellini e Donizetti, rendendole appetibili per il grande pubblico. Durante la sua carriera, Maria Callas “resuscitò” opere che per decenni erano rimaste nell’oscurità, in quanto non c’erano artisti in grado di interpretarle.

Il declino

Nel corso degli anni, Maria Callas cominciò ad avere problemi con la voce che la costrinsero a cancellare alcune esibizioni. La critica squalificò alcune sue interpretazioni e, forse per questo, i suoi rapporti con i funzionari delle maggiori compagnie furono spesso tesi. Si diffusero innumerevoli calunnie sul suo carattere, ma le persone a lei vicine le negarono sempre.

Maria Callas conobbe Aristotele Onassis negli Stati Uniti nel 1959; si separò da Meneghini meno di un anno dopo. Da allora in poi intraprese con il magnate greco una relazione tormentata che sarebbe durata 10 anni fino a quando la lasciò per Jackie Kennedy. La loro storia finì sulle copertine di tutto il mondo, fatto che non era così comune all’epoca.

Da quel momento in poi, la Callas cantò sempre meno. Nel 1965 recitò nella Tosca di Puccini interpretando Floria, una cantante. Sarebbe stata la sua ultima interpretazione.

“Nasci artista o no. E lo sei ancora, anche se la tua voce non è più un fuoco d’artificio. L’artista è sempre presente.”

-Maria Callas-

Tre anni dopo, la Callas cominciò a insegnare ai giovani cantanti d’opera. All’inizio degli anni ’70, insegnò alla Juilliard School di New York. Terrence McNally scrisso un’opera teatrale su Maria Callas e i suoi studenti chiamata Master Class.

La divina visse gli ultimi anni della sua vita a Parigi, dove morì nel 1977, all’età di cinquantatré anni. Le circostanze della sua morte non sono mai state chiarite, tutto sembra indicare cause naturali, ma alcuni hanno insinuato un suicidio. La morte di questa diva, come la sua vita, è avvolta da un alone tragico e misterioso.

L’eredità di Maria Callas

Maria Callas ha influenzato l’opera più di ogni altra cantante del XX secolo. Critici e studiosi del genere concordano sulla maestosa eredità lasciata da questa artista. La Callas è riuscita a raggiungere una comprensione più profonda dell’opera tradizionale, con la sua voce intensa e le interpretazioni passionali e istrioniche.

Le persone che hanno ascoltato Maria Callas cantare dal vivo dicono che non potranno mai dimenticare questa esperienza. Per fortuna, le registrazioni sono arrivate fino ad oggi.

Grazie a esse, possiamo avvicinarci, per quanto possibile, all’esperienza dell’ascolto della voce della Callas. Alcuni esperti sono convinti che oggi Maria Callas sia popolare come quando si esibiva sui palcoscenici di tutto il mondo.


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  • Castellaneta, C. (2000) Il Dizionario di Milano: tutta Milano dalla A alla Z. Firenze: Le Lettere.
  • Gelli, P. (1996) Dizionario dell’opera. Milan: Baldini & Castoldi.

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