Matthieu Ricard: l’uomo più felice del mondo

Matthieu Ricard ha raggiunto il livello di attività più alto mai registrato tra gli esseri umani della corteccia prefrontale sinistra, area associata alle emozioni positive. Per questo è conosciuto come “l'uomo più felice del mondo”. Esploriamo insieme i segreti per la felicità.
Matthieu Ricard: l’uomo più felice del mondo
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Scritto Sonia Budner

Ultimo aggiornamento: 03 gennaio, 2023

Matthieu Ricard è uno scrittore e monaco buddista. È nato in Francia ma vive in un monastero in Nepal da più di 37 anni. È stato discepolo di grandi maestri buddisti. La sua avventura spirituale è iniziata nel 1979, quando ha deciso di abbandonare la sua brillante carriera scientifica per lo studio e la pratica del buddismo tibetano. Ha contribuito, in particolare, all’idea di unione tra Oriente e Occidente, tra scienza e spiritualità.

Oltre ai numerosi progetti umanitari di cui si è occupato, Matthieu Ricard è un membro attivo del Center for Healthy Minds. Questo centro ha condotto numerose ricerche scientifiche sull’allenamento mentale, le pratiche di meditazione e la neuroplasticità.

Dopo una vita dedicata ai progetti visionari dei suoi maestri, ripercorriamo alcuni punti cruciali della sua vita. Cosa spinge un uomo ad abbandonare completamente il successo per vivere in Nepal? Come può un uomo di scienza privarsi di tutto per abbracciare la spiritualità?

Primi anni e contatto con il buddismo

Matthieu Ricard è nato in Francia nel 1946. Fin da giovanissimo, ha frequentato i circoli intellettuali francesi a cui apparteneva la sua famiglia. Il padre era filosofo, giornalista e scrittore, mentre la madre era una rinomata pittrice.

Matthieu ha studiato musica classica, fotografia e ornitologia. Ha ottenuto un dottorato in Genetica Molecolare all’Istituto Pasteur, sotto la supervisione del suo mentore, il Premio Nobel francese François Jacob. Una volta completati gli studi, Matthieu Ricard ha deciso di abbandonare il mondo scientifico e concentrarsi sulla pratica del buddismo tibetano.

Nel 1972, si è trasferito nel nord dell’India per stabilirsi sull’Himalaya, dove si è formato e ha studiato con alcuni grandi maestri buddisti. Questo contatto con la spiritualità buddista lo ha reso un discepolo molto vicino al maestro Dilgo Khyentse Rinpoche. Il suo maestro era un visionario che dedicò la vita al consolidamento di numerosi templi, scuole e monasteri. Luoghi dedicati allo studio e alle pratiche degli insegnamenti buddisti tibetani.

Dopo la morte del suo mentore, nel 1991, Ricard ha mantenuto l’impegno di proseguire il lavoro da lui iniziato, dedicando al progetto tutto il suo tempo e i suoi sforzi.

Statua del buddha appoggiata.

Progetti umanitari di Matthieu Ricard

Sono 110 i progetti umanitari che Matthieu Ricard ha sviluppato in Tibet finora. Tra tutti, il più importante è la creazione di strutture sanitarie, scuole e numerosi ponti e infrastrutture. Una delle scuole è stata costruita per ospitare e formare oltre 800 bambini orfani arrivati in Nepal attraversando la frontiera dell’Himalaya. La scuola ha accolto anche centinaia di adulti.

Matthieu Ricard è codirettore del monastero buddista di Shechen, in Nepal, dove porta avanti i progetti di Khyentse Rinpoche. Oltre a ciò, Ricard ha scritto numerosi libri, che contribuiscono a unire a e comprendere le diverse culture, in particolare quella occidentale e quella orientale. Tutti i ricavi delle sue pubblicazioni sono destinati a finanziare le sue cause umanitarie.

A Ricard si devono fondazioni di diffusione internazionale che hanno raccolto importanti affiliati in tutto il mondo, che collaborano nei suoi progetti in Bhutan, Nepal e India. Come riconoscimento al suo lavoro di preservazione delle culture dell’Himalaya, nel 1989 il presidente Françoise Mitterrand gli ha conferito l’Ordine nazionale al merito.

Connessione con l’Occidente

Negli ultimi decenni, ha accompagnato il Dalai Lama nei suoi viaggi nei paesi francofoni come interprete personale. È un membro particolarmente attivo del Center for Healthy Minds, diretto dal docente e specialista in neuroplasticità Richard J. Davison. Ricard ha partecipato anche a dei test dell’Università di Princeton, Berkeley, Maastricht e Leipzig.

È stato coinvolto in uno studio svolto dall’Università del Wisconsin per cui si è sottoposto a risonanza magnetica funzionale (fMRI); i dati riportati sono spettacolari. Ricard ha raggiunto il livello più alto mai registrato negli esseri umani di attività nella corteccia prefrontale sinistra.

Ci riferiamo all’area del cervello associata alle emozioni positive. Matthieu Ricard ha ottenuto un valore pari a -0.45, un parametro piuttosto insolito. Proprio per questo, è stato soprannominato “l’uomo più felice del mondo”. I risultati di questo studio costituiscono il quinto riferimento più consultato nella storia.

Matthieu Ricard sorridente.

I segreti di Matthieu Ricard, l’uomo più felice del mondo

In merito a questi sorprendenti risultati, Ricard ha segnalato di non essere l’unico e ha enfatizzato che il suo segreto risiede nella meditazione, nell’amore e nella compassione. Per lui, questi risultati indicano, ancora una volta, i grandi benefici della meditazione.

A questo punto, possiamo pensare che l’impegno umanitario e la connessione con la spiritualità, insieme all’assenza di beni materiali, possano aver contribuito in qualche misura.

L’opera di Matthieu Ricard è stata tradotta in 21 lingue e venduta in diversi paesi. Tutta la sua produzione letteraria è un prezioso contributo per comprendere la natura umana e del mondo. Tra i titoli più conosciuti ricordiamo: Il gusto di essere felici, Sei un animale!, oppure L’infinito nel palmo della mano. In quest’ultimo, riporta una conversazione avuta con l’astrofisico Trinh Xuan Thuan e stabilisce il dialogo tra culture.

Avvicinarsi a Matthieu Ricard significa avvicinarsi alla spiritualità, un tentativo di conciliare Occidente e buddismo. Al tempo stesso, la lettura delle sue opere risulta totalmente ispiratrice e riflessiva. Forse la felicità non è così lontana come sembra, ma richiede comunque sforzo e dedizione.

“Questo libro è il risultato ispiratore di un dialogo molto interessante tra la scienza occidentale e la filosofia buddista. Contribuisce a una migliore comprensione della vera natura del nostro mondo e del mondo in cui viviamo le nostre vite.”

-S.S. Dalai Lama-


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