Messaggi subliminali nella musica, mito o realtà?
I messaggi subliminali nella musica rappresentano da sempre un argomento controverso. Per alcuni, si tratta semplicemente di un mito; per altri, di una storiella senza importanza. Ma c’è anche chi pensa che si tratti di un mezzo di manipolazione in grado di modificare il comportamento delle persone e di influenzarne i valori.
Non esistono conclusioni definitive riguardo ai messaggi subliminali nella musica e nella fotografia. I dati disponibili, di fatto, sono alquanto contraddittori. Diversi governi hanno vietato questo genere di messaggi, ma allo stesso tempo gran parte dei ricercatori ne hanno svalutato la reale efficacia.
L’argomento è tornato alla ribalta più volte nel corso del tempo, spesso accompagnato da reazioni d’ilarità o di profonda preoccupazione. In alcuni casi si è affermato che i messaggi subliminali nella musica incitino alla violenza, alla pratica del satanismo, all’uso di droghe, ecc. Ma cosa c’è di vero in tutto questo?
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-Arturo Jauretche-
Un po ‘di storia
Iniziamo col dire che i messaggi subliminali sono messaggi concepiti per essere captati al di sotto dei normali limiti di percezione. In altre parole, non vengono percepiti consapevolmente, bensì captati senza che ce ne accorgiamo.
Alcune fonti indicano che si parli di questi messaggi già da migliaia di anni. In particolare, Aristotele alludeva a impulsi che passano inosservati quando ci troviamo in stato di veglia, per poi riapparire con forza durante il sonno. Anche Michell de Montaigne, O. Poetzle e poi Sigmund Freud fecero riferimento a questi fenomeni inconsci.
Tuttavia, sono stati i progressi tecnologici ad ever reso questi fenomeni molto più evidenti. In tal senso, solo nel XX secolo è divenuti chiaro che questo tipo di comunicazione era realmente possibile.
Nel 1957, venne condotto un celebre esperimento con immagini e quasi un decennio dopo i Beatles portarono tutti a parlare dei messaggi subliminali nella musica o backmasking.
Messaggi subliminali nella musica
I messaggi subliminali nella musica, altrimenti detti backmasking, vengono codificati attraverso una tecnica di registrazione. Quest’ultima consiste nel registrare un suono o un messaggio al contrario, ciò significa che tale messaggio può essere percepito consciamente solo se la traccia viene suonata al contrario.
Sono stati due i fattori decisivi nella nascita dei messaggi subliminali nella musica. Il primo è stato l’avvento della musica concreta in Francia. In questa espressione musicale, si univano i suoni degli strumenti a quelli ambientali o industriali per poi essere perfezionati in uno studio di registrazione.
Il secondo fattore determinante riguarda l’uso dei nastri magnetici per la registrazione e la conservazione delle esecuzioni originali dei musicisti. Ciò permette di unire, tagliare, sovrapporre e incollare pezzi alla registrazione originale.
I Beatles e John Lennon, in particolare, condussero diversi esperimenti nell’ambito della musica concreta e da ciò ebbe iniziò di una nuova storia.
Il settimo album dei Beatles fu il primo a includere una canzone in cui erano registrati dei messaggi al contrario: la canzone era intitolata Rain e uscì nel 1966. Lo scopo della band era quello di sbeffeggiare, sperimentare e produrre nuovi suoni. Da allora, un buon numero di artisti utilizzarono la stessa tecnica e i messaggi subliminali nella musica divennero sempre più frequenti.
I dubbi restano
Ben presto, svariati movimenti religiosi iniziarono a scagliarsi contro questo tipo di messaggi. Oltre a ciò, diverse leggende urbane iniziarono a prendere piede. In molti cominciarono ad ascoltare i nastri al contrario trovando messaggi nascosti, ma il più delle volte si trattava di pure congetture, prive di fondamento.
I rappresentanti religiosi, in particolare, accusarono diversi gruppi rock di indurre i giovani ad adorare il diavolo, a commettere crimini o a fare uso di droghe. Il dibattito divenne molto acceso fino a quando nel 1985 gli psicologi John R. Vokey e J. Don Read condussero un esperimento. Registrarono un Salmo della Bibbia al contrario e osservarono le reazioni degli ascoltatori.
I ricercatori giunsero alla conclusione che i messaggi subliminali nella musica non avevano causato alcun effetto apprezzabile nei destinatari. Nel 1996 C. Trappery condusse 23 esperimenti giungendo alla medesima conclusione. Tuttavia, i ricercatori Johan C. Karremansa, Wolfgang Stroebeb e Jasper Claus, dell’Università di Utrecht, hanno condotto nel 2006 un nuovo esperimento e hanno apparentemente dimostrarono che tali messaggi modificano davvero il comportamento delle persone. Il dibattito è tutt’ora aperto.
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Navarro, A. B. B. (2005). El mensaje subliminal: tácticas de publicidad ilícita. In Información para la paz: autocrítica de los medios y responsabilidad del público (pp. 169-182). Fundación COSO de la Comunidad Valenciana para el Desarrollo de la Comunicación y la Sociedad.