Mindfulness per curare la depressione
Ricorrere alla mindfulness per curare la depressione, come parte di un intervento strutturato, può essere molto efficace. Questo acquista ancora più rilevanza grazie a quanto affermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la quale riporta che la depressione è un disturbo mentale frequente che interessa almeno 300 milioni di persone nel mondo. Assicura anche che si tratta della principale causa di invalidità e che aumenta, in modo diretto e indiretto, la morbilità.
La OMS sostiene che nel peggiore dei casi, la depressione può portare al suicidio. Dichiara che ogni anno si suicidano più di 800 mila persone depresse, divenendo così la seconda causa di morte nella fascia d’età che va dai 15 ai 29 anni. Tuttavia, esistono trattamenti efficaci per curarla in modo adeguato.
Non tutti, però, hanno la stessa efficacia. La sfida è trovare quello che più si adatta ai bisogni del paziente. Oggi ci soffermeremo sull’utilità della mindfulness per curare la depressione.
“Può diventare un problema di salute serio, soprattutto quando dura per un lungo periodo ed è di moderata o grave intensità. Può infatti essere causa di sofferenze e alterare le attività lavorative, scolastiche e familiari.”
-Organizzazione Mondiale della Sanità-
Harvard studia gli effetti della mindfulness per curare la depressione
La prestigiosa Università di Harvard ha condotto una ricerca per verificare come cambia il cervello di una persona depressa grazie alla mindfulness. Benjamin Shapero è docente di psichiatria della Facoltà di Medicina di Harvard (HMS) e assicura che molte persone non rispondono in modo corretto al primo intervento a cui vengono sottoposte. In questo modo, cercare elementi che lo completano può risultare estremamente stimolante per la salute pubblica.
Shapero dichiara che la terapia cognitivo-comportamentale è molto utile, così come gli antidepressivi. Tuttavia, queste strategie possono funzionare meglio e apportare risultati più rapidi se accostate ad altre risorse. Una di è la mindfulness. D’altra parte, ogni paziente darà una risposta migliore se trattato con un intervento adatto ai suoi bisogni.
Modifica l’attività cerebrale
Gaëlle Desbordes, neuroscientifica del Martinos center for Biomedical Imaging del Massachusetts General Hospital, collabora con Shapero in questo progetto. L’interesse di Desbordes al riguardo è del tutto personale, dato che si avvicinò alla meditazione quando era ancora una studentessa.
La ricerca ha previsto l’uso di immagini di risonanza magnetica funzionale (fMRI) per osservare l’attività cerebrale. L’università dichiara che nel 2012 è stato dimostrato che i cambiamenti ottenuti grazie all’intervento proposto, che comprendeva anche la mindfulness, si mantenevano persino quando non si meditava.
Attualmente, però, è in corso una nuova ricerca per capire i benefici della meditazione sul cervello di una persona depressa. I risultati dimostrano che è uno strumento davvero efficace.
I pazienti vengono sottoposti a un corso di terapia cognitiva di attenzione completa della durata di otto settimane. Vengono analizzate le fMRI precedenti e successive al corso per osservare icambiamenti nei pazienti che ricorrono alla mindfulness per curare la depressione.
“Se vogliamo che diventi una terapia o un servizio offerto alla comunità, dobbiamo dimostrare [i suoi benefici] scientificamente.”
-Gaëlle Desbordes-
Allontana i pensieri ossessivi
Desbordes vuole provare che la mindfulness è un ottimo strumento per eliminare i pensieri negativi perché ci si concentra sul momento presente evitando così il ciclo di pensieri ruminativi.
Bisogna anche aggiungere che diversi studiosi si dedicano all’analisi degli effetti della meditazione in generale, non solo in relazione alla depressione. Queste ricerche potrebbero quindi migliorare significativamente la qualità di vita delle persone su scala globale.
Ricorrere alla mindfulness per curare la depressione ha diversi obiettivi. Aiuta i pazienti ad affrontare la loro realtà e a migliorare la loro qualità di vita. In caso di depressione lieve può aiutare il paziente a guarire senza l’assunzione di psicofarmaci. Tuttavia, bisogna sempre consultare il medico, in grado di realizzare un intervento che si adatti alle proprie circostanze.
“Conosciamo i sistemi cerebrali coinvolti nell’intercettazione, nella ruminazione e nella depressione. Voglio dimostrare se, dopo la MBTC (Mindfulness-Based Cognitive Therapy), si verificano dei cambiamenti in queste reti, in particolare in attività che le interessano specificamente”.