Molte opinioni, ma quali conoscenze?

Stephen Hawking diceva che il vero nemico della conoscenza non è l'ignoranza, bensì l'illusione di sapere. Esprimiamo la nostra opinione sulla base di un'effettiva conoscenza?
Molte opinioni, ma quali conoscenze?
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

Le Nuove Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (NTIC) sono diventate parte integrante della nostra vita. Hanno rivoluzionato la nostra formazione e il modo in cui impariamo. Oggi possiamo affermare che internet è un universo a sé che insieme ai vari dispositivi, quali tablet, smartphone e social, modifica e influenza le nostre opinioni.

La cosiddetta “società della conoscenza” potrebbe indicare esattamente il corretto uso delle vaste e infinite informazioni offerte da internet. La suddetta tecnologia dovrebbe consentirci di esprimerci meglio, ma soprattutto, di plasmare opinioni più solide e raggiungere alti livelli intellettivi.

Non sono le notizie a fare un giornale, ma è un giornale a fare notizia, e saper mettere insieme quattro notizie diverse significa proporne una quinta al lettore.

-Umberto Eco-

Molte opinioni sui social.

Abbiamo tutti il diritto di esprimere le nostre opinioni, anche se rumorose e basate su informazioni spicciole

Il filosofo e scrittore Umberto Eco ha criticato duramente la cosiddetta “società dell’ignoranza”. In uno dei suoi ultimi libri Pape Satàn Aleppe, ha raccolto una selezione di articoli da lui scritti su argomenti quali la società, internet e il futuro dell’educazione e della scrittura. 

Un’analisi dell’attuale contesto, dal punto di vista dei fatti in sé e del comportamento dei protagonisti, di notizie, programmi televisivi e temi politici, il tutto in tono umoristico e sarcastico:

I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.

La sottile, grande differenza, tra opinione e conoscenza

Sono tanti gli esperti che hanno riflettuto su questi due concetti apparentemente simili, ma in realtà profondamente diversi. Questo perché, nonostante un’opinione derivi da valide conoscenze, ben consolidate, di certo si tratta di due termini a sé stanti. Così, facciamo appello ai grandi filosofi classici, da Platone a Kierkegaard, che avrebbe segnato con le sue idee il pensiero contemporaneo.

Da una parte, Platone distingueva già tra opinione e sapere ne La Repubblica, nel contesto di una società o di una città giusta. Secondo Platone, coloro che si compiacciono e godono della superficialità -come dei colori e delle figure- non hanno accesso alla vera conoscenza.

Viceversa, l’uomo che è capace di osservare queste forme o figure e di trasformarle in idee, arriva a conoscere il contesto a cui partecipano.

Colui che non si limita a contemplare i bei corpi, ma che contempla e studia razionalmente l’idea di bellezza in sé; colui che contempla l’ideale della giustizia o del bene, e si appoggia su questa idea trascendente e non in modo mutevole, a seconda delle velleità momentanee.

-Platone-

Kirkegaard: le opinioni secondo il pensiero esistenzialista

Dal canto suo, il grande pensatore del XIX secolo Soren Kierkegaard, in un testo dedicato al cammino della vita, afferma che l’unico mezzo per acquisire conoscenza è il silenzio. Ecco che il filosofo sostiene che sia necessario anzitutto ascoltare, porre attenzione e non distrarsi, per poi approfondire il pensiero senza esprimere opinioni.

Sebbene ci separino secoli di storia e pensiero, questi pensatori hanno descritto molto bene l’attuale condizione di ciò che oggi intendiamo con società dell’opinione. Sebbene la verità, in certi casi, possa essere relativa, alla fine la conoscenza è assoluta e non la si può sminuire, quindi tendiamo a difendere innanzitutto le opinioni e l’espressione individuale, al di sopra della pura conoscenza.

Solo colui che può rimanere essenzialmente in silenzio può parlare essenzialmente, può agire essenzialmente.

-Soren Kierkegaard-

Amici che chiacchierano.

“Meno parlo e più custodisco il silenzio che mi serve ad ascoltare coloro che sanno”

Negli ultimi anni si è discusso in numerose occasioni dell’esigenza di dare voce soprattutto a coloro i quali possiedono più conoscenze. Proprio la loro formazione consente loro di esprimere meglio le proprie opinioni, unico mezzo per costruire una società più giusta e raggiungere un maggiore benessere collettivo.

L’era dell’ignoranza, come afferma il professore Charles Simic in un articolo pubblicato nel 2012 sul New York Review, definisce la nostra società attuale.

Dopo una riflessione sul fatto che la popolazione avesse creduto che Obama fosse musulmano, conclude affermando che ci troviamo di fronte a una “ribellione di menti opache contro l’intelligenza” e che “la stupidità è una delle grandi forze della storia”.


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