Monaci tibetani che hanno sorpreso gli scienziati di Harvard

I monaci tibetani sono personaggi piuttosto ricorrenti nel cinema. La credenza popolare gli attribuisce spesso qualità soprannaturali. L'aspetto sorprendente è che anche alcuni studi scientifici hanno riscontrato in loro abilità che vanno oltre i parametri del normale.
Monaci tibetani che hanno sorpreso gli scienziati di Harvard
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 10 marzo, 2023

Herbert Benson è stato un cardiologo e celebre professore di medicina dell’Università di Harvard. Trascorse anni a studiare le culture orientali, in un’epoca in cui l’argomento suscitava ancora troppe perplessità. Era l’anno 1967 quando poco dopo la mezzanotte fece entrare nel suo laboratorio ben 36 monaci tibetani.

Benson voleva verificare da sé quanto fosse reale o meno la fama attribuita ai monaci tibetani. A quei tempi, Bruce Lee impazzava sugli schermi, ma oltre a lui, si parlava anche di questi personaggi dediti alla meditazione come di esseri dalle caratteristiche sovrumane. Ma Benson era uno scienziato e non poteva credere in nulla che non potesse essere spiegato dalla scienza.

Ciò che scoprì quella notte cambiò per sempre la sua vita. Tre anni dopo scrisse un libro che divenne un grande successo: The Relaxation Response. Ma non solo, presentò anche una nuova corrente di pensiero secondo cui la fiducia è in grado di guarire e l’effetto placebo ha un elevato potere terapeutico.

“Il mondo oggettivo è solo la metà dell’universo. Ciò che percepiamo attraverso i sensi non è il mondo nella sua totalità.”

-Swami Rama-

Monaci seduti seduti di spalle

I monaci tibetani di Benson

Il Dottor Benson scoprì, prima da solo e poi con la sua squadra di ricerca, che i monaci tibetani possedevano effettivamente delle abilità che arrivavano persino a contraddire alcune affermazioni scientifiche.

Per esempio, un gruppo di monaci che praticavano una tecnica yoga chiamata g Tum-mo erano in grado di ridurre fino a 17 gradi la temperatura di mani e piedi. Tuttora non esiste alcuna spiegazione scientifica di questo fenomeno, ma sia questo esperimento che quelli successivi venero riportati sulla Gazzetta di Harvard.

Si dice che i monaci tibetani fossero in grado di aumentare la loro temperatura corporea al punto da asciugare con il corpo le lenzuola bagnate. Ma Benson scoprì anche che i meditatori più esperti di una tecnica denominata Sikkim erano in grado di rallentare il loro metabolismo fino al 64%.

Alcune approssimazioni teoriche

Nell’articolo Scienza e meditazione, scritto dalla professoressa Ana María Krohne, dell’Università Antonio Nariño di Bogotà (Colombia), si afferma che finora sono circa 500 gli studi sugli effetti fisiologici, psicologici e sociologici della meditazione trascendentale ispirata alle tradizioni dei monaci tibetani.

Il primo studio in tal senso fu pubblicato sulla rivista Science negli anni 70. In esso si afferma che nei monaci venne riscontrato uno stato di coscienza diverso da quelli noti fino a quel momento.

La scienza parla dello stato di veglia, del sonno con sogni e del sonno profondo. A quanto pare, nei monaci vi era un quarto stato che combinava in simultanea lo stato di riposo e di vigilanza.

Nel 1971 Daniel Goleman, il celebre padre del concetto di intelligenza multipla, scrisse un articolo dal titolo Unstressing. In esso postulava l’esistenza di un quinto stato di coscienza nel quale sono presenti simultaneamente non solo riposo e vigilanza, ma anche l’azione.

Monaco in meditazione

Swami Rama

Le capacità superiori dei monaci tibetani e di altri meditatori trascendentali è uno di quegli argomenti che corrono lungo la sottile linea di confine tra finzione e realtà. In tal senso, non è raro trovare informazioni verificate, che si fondono a miti e leggende. E non sempre è facile distinguere tra le une e gli altri.

Uno degli esempi di questo caso è quello di Swami Rama, autore di La mia vita con i maestri himalayani. In questo libro si parla dell’esistenza di yogi e di monaci tibetani in grado di rimanere per diverse ore in uno stato di totale quiete, addirittura in levitazione. Non ci sono prove sulla veridicità di quanto affermato nel libro.

Quanto dimostrato riguarda gli studi che la Fondazione Menninger (Stati Uniti) ha condotto su Swami Rama. Elmer e Alyce Green ne vollero studiare i presunti poteri.

Secondo i risultati che divulgarono, Rama era in grado di produrre le stesse onde cerebrali del sonno anche nei momenti di veglia. Riuscì anche a interrompere volontariamente il pompaggio del cuore per 17 secondi senza che smettesse di battere.

Sebbene questi fenomeni siano stati registrati dai media dell’epoca, se n’è parlato pochissimo negli anni successivi. Ad ogni modo, i risultati degli studi vennero pubblicati nell’opera dal titolo Beyond bio-fedback di Elmer e Alyce Green. Forse si tratta solo di una truffa, sofisticata e geniale. O forse la mente è meravigliosa e abbiamo appena iniziato a scoprirla.


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  • Giuffra, L. (2009). El Monje y el Psiquiatra: Una conversación entre Tenzin Gyatso, el 14o. Dalai Lama, y Aaron Beck, fundador de la Terapia Cognitiva. Revista de Neuro-Psiquiatría, 72(1-4), 75-81.


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