Motivazione e motivo: come distinguerli?
Perché eseguiamo una determinata azione? Quali sono le ragioni dietro a ciò che facciamo? Cosa ci motiva ad agire in un certo modo? Motivazione e motivo sono sinonimi?
Motivazione e motivo sono due termini correlati, ma non hanno lo stesso significato. Sono complementari. Comprendere la differenza tra questi due concetti è fondamentale per capire le azioni umane in generale, nonché il come e il perché una persona decide di agire in un determinato modo.
Potremmo dire che il motivo è la ragione che dà origine all’azione, mentre la motivazione è la forza che muove la persona a compiere tale azione. Avere un motivo, una ragione per fare qualcosa non è sufficiente. È necessario avere una forza interiore, cioè la motivazione, per andare avanti. Allo stesso modo, è inutile essere motivati, avere questa forza, se non c’è motivo o ragione che giustifichi l’azione.
In altre parole, la motivazione è il processo psicologico che si riferisce alla causa del comportamento in generale, mentre il motivo è la causa specifica del comportamento motivato. La motivazione è il processo e il motivo la causa concreta dell’azione.
Differenze tra motivazione e motivo
Motivi primari e motivi secondari
Esiste una grande quantità di motivi. Lo psicologo danese K.B. Madsen raggruppa i motivi in due grandi categorie:
- Motivi primari (innati o biologici)
- Motivi secondari (acquisiti o sociali).
Capire la differenza tra i motivi primari e secondari è essenziale per comprendere la motivazione. Questo perché, sebbene in tutte le specie vi siano dei motivi primari, i motivi secondari sono esclusivi degli esseri umani.
I motivi primari sono legati alla sussistenza dell’individuo e della specie. La fame, la sete, il sonno e il sesso sono i principali motivi primari. Sono processi essenziali e necessari per assicurare la sopravvivenza dell’individuo e della specie. Altri motivi primari sono la fuga di fronte al pericolo, la ricerca di un rifugio per proteggersi o la lotta per difendersi.
I motivi secondari sono legati alla crescita generale delle persone a seguito di un processo di apprendimento. Sono sviluppati e plasmati dall’interazione tra individui e agiscono, come i motivi primari, attivando e dirigendo il comportamento. Non sono necessari per la sopravvivenza umana, ma svolgono un ruolo importante nello sviluppo emotivo dei soggetti e sono propri dell’essere umano. Il successo, l’appartenenza o il potere sono tra i principali motivi secondari.
Motivazione intrinseca ed estrinseca
L’origine del comportamento ci porta a differenziare tra due tipi di motivazione:
- La motivazione estrinseca agisce quando le persone svolgono un’attività come mezzo per un fine. Parliamo di motivazione estrinseca quando le caratteristiche degli stimoli esterni determinano la direzione del nostro comportamento. Si riferisce, dunque, ai fattori ambientali che ci portano a dare una certa risposta, a ripeterla e, infine, ad acquisirla.
- La motivazione intrinseca agisce quando le persone svolgono un’attività per semplice soddisfazione. In altre parole, parliamo di motivazione intrinseca quando persistiamo in un comportamento senza uno stimolo esterno che lo giustifichi.
La motivazione intrinseca implica creatività e curiosità. Inoltre, presuppone un bisogno psicologico di essere coinvolti in qualcosa senza aspettarsi ricompense esterne. La ricompensa viene così ottenuta tramite la stessa esecuzione del compito. D’altra parte, la motivazione intrinseca non è determinata dalle condizioni stimolatorie, ma dal modo attivo e intenzionale in cui le proprie competenze guidate da mete e obiettivi personali vengono messe alla prova.
Possiamo affermare che i motivi sono le cause o le ragioni specifiche che spiegano un comportamento (compreso il suo inizio, cambiamento o arresto, nonché il grado di intensità). La motivazione, invece, si riferisce ai processi psicologici di base, che spiegano perché i diversi motivi agiscono sui comportamenti motivati; ovvero, sul perché e sul come i motivi ci motivano.
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