Movimento per la salute mentale di Dorothea Dix

Il movimento di igiene mentale fondato da Dorothea Dix ha segnato una svolta nella storia della cura delle malattie mentali.
Movimento per la salute mentale di Dorothea Dix
Sara Clemente

Scritto e verificato Psicologa e giornalista Sara Clemente.

Ultimo aggiornamento: 01 marzo, 2023

Il movimento per la salute mentale ha rappresentato un nuovo approccio nella soluzione dei problemi di natura mentale. L’obiettivo principale era l’integrazione sociale delle persone che ne erano escluse.

Nata in una problematica famiglia americana all’inizio del XIX secolo, Dorothea Dix avviò il movimento per la salute mentale. Grazie alla sua grande sensibilità, diede voce alle persone escluse dalla società.

Probabilmente in pochi conoscono il suo nome, ma Dorothea Dix è stata una donna molto importante. Nata negli Stati Uniti nel 1802, e morta nel 1887, non trascorse un’infanzia felice. Suo padre aveva problemi di alcolismo e la madre soffriva di gravi disturbi psicologici.

In questa difficile famiglia, Dorothea sviluppo una forte sensibilità verso le persone più sfortunate. Diresse la sua attività verso l’integrazione di individui socialmente esclusi. Infine, fondò il movimento per la salute mentale.

A 39 anni divenne volontaria in una prigione femminile per donne con disturbi mentali e ciò segnò l’inizio della sua corrente di pensiero. L’idea principale era la ricerca di una generalizzazione del trattamento psicologico. In tal modo, sarebbe stato adatto a qualsiasi individuo, anche per i meno abbienti.

Le conseguenze furono molteplici e aiutarono a sviluppare la cosiddetta terapia morale. Cominciarono a cambiare anche le condizioni sanitarie dei centri in cui viveva chi presentava un disturbo mentale.

I “matti”: gli emarginati della società

All’inizio del XVIII secolo, le persone che dimostravano gravi sintomi di disturbi psichici venivano definite matte. Erano considerate prive di qualsiasi giudizio o capacità di ragionamento. Trattati come animali selvaggi, i matti vivevano nei manicomi come dentro una gabbia. Spesso erano anche oggetto di scherno e derisione.

Le condizioni di vita di queste persone erano subumane, come anche i trattamenti che subivano. Venivano picchiati, trascurati e lasciati morire di fame, isolati e alterati da varie sostanze chimiche.

Uno degli eventi che contribuì a cambiare questa situazione fu il trattamento somministrato a Giorgio II. Conosciuto come il “re pazzo”, questo monarca soffriva di porfiria. Per curare la sua malattia, i medici gli somministravano grandi quantità di latte di asina. Questo trattamento favorì la nascita di una sensazione di ottimismo sociale. Apriva infatti la porta a nuovi interventi e terapie per i pazienti con disturbi mentali.

Terapia morale, trattamento umano e personalizzato

In maniera graduale, si fece strada un approccio psicosociale verso i disturbi mentali. Ciò avvenne nella prima metà del XVIII secolo, durante l’Illuminismo. La molla che fece nascere il movimento della terapia morale fu proprio l’esigenza di cominciare a riconoscere i diritti individuali 

Questo termine è associato agli aspetti emotivi e psicologici dell’individuo. Inoltre, definisce un “codice di comportamento” che guida l’esistenza. Fra i principi di base vi era il ricovero e il trattamento del paziente in maniera naturale e rispettosa.

Gli specialisti fomentavano il contatto e la relazione interpersonale, oltre a offrire un’attenzione personalizzata. La nascita della terapia morale favorì la chiusura delle istituzioni psichiatriche (manicomi). In cambio, sorsero luoghi di cura più adatti, destinati alla guarigione e al reinserimento del paziente nella società.

Nasce il movimento per la salute mentale

Nella seconda metà del XIX secolo la terapia morale subì un declino a causa del forte aumento di persone che si rivolgevano alle istituzioni.

L’aumento dei pazienti aveva due cause. Da un lato, l’arrivo degli immigranti dopo la guerra civile, dall’altro la nascita del movimento per la salute mentale di Dorothea Dix. Le conseguenze, impreviste e dirette, portarono alla crescita smisurata dei ricoveri ospedalieri.

Quando giunse in Inghilterra, Dorothea si ammalò ai polmoni. Durante la malattia entrò in contatto con alcuni studiosi che la introdussero alle teorie di attenzione ai dementi. Ad esempio: la terapia morale, il contrasto tra la vita isolata e in società, l’eliminazione delle restrizioni meccaniche e la terapia occupazionale.

L’esperienza nelle carceri

Una visita volontaria in un carcere femminile le aprì gli occhi sulle condizioni in cui vivevano le detenute. Rimase talmente colpita dal degrado a cui erano costrette che decise di impegnarsi al massimo.

Da allora visitò numerosi centri e istituzioni penitenziarie con l’obiettivo di conoscerne a fondo gli abusi e le condizioni disumane. Decise quindi di cambiare la situazione. Fondò il movimento per la salute mentale e avviò una campagna volta a eliminare i pregiudizi sociali. Il suo obiettivo era recuperare la dignità umana.

Trattamenti psicologici

Riforma delle istituzioni mentali

Dorothea Dix raccolse prove sufficienti per richiedere un’interpellanza al Tribunale del Massachusetts. Richiedeva la modifica delle terribili e insane condizioni in cui vivevano i malati mentali. Il suo libro del 1845,Remarks on Prisons and Prison Discipline in the United States, contribuì alla creazione di ospedali psichiatrici in undici stati orientali del paese.

Forse non è la figura femminile più famosa della storia, ma sicuramente ha dato un grande contributo etico e morale alle terapie psichiche. Senza il suo lavoro, il trattamento delle malattie mentali probabilmente non sarebbe cambiato.

È considerata la promotrice del nuovo approccio verso i disturbi di natura psichiatrica. Dorothea Dix e il movimento per la salute mentale rappresentano un punto di svolta.


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