Negligenza infantile: abbandono affettivo minorile

Negligenza infantile: abbandono affettivo minorile
Judith Francisco

Scritto e verificato la psicologa Judith Francisco.

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’abuso minorile come un costrutto molto ampio che comprende maltrattamenti e disattenzione verso i minori di 18 anni. Include anche tutte le forme di violenza fisica ed emotiva, abuso sessuale, incuria o negligenza infantile e sfruttamento commerciale o di altro tipo che causa un danno reale o potenziale per la salute del bambino, la sua sopravvivenza, il suo sviluppo o la sua dignità nel contesto di una relazione di responsabilità, fiducia o potere (OMS, 2003).

In questo articolo ci concentriamo sulla negligenza o trascuratezza infantile. I telegiornali, purtroppo, parlano spesso di bambini rinchiusi in casa e totalmente trascurati, sporchi o denutriti. Questa condizione viene definita negligenza infantile.

Cos’è esattamente la negligenza infantile? Quali forme esistono? Quali sono le conseguenze? Approfondiamo questi interrogativi.  

Definizione e forme di negligenza infantile

La negligenza è la forma di maltrattamento che consiste nella ripetuta incapacità, da parte dei genitori o dei tutori di un bambino, di offrirgli gli standard minimi di alimentazione, abbigliamento, attenzione medica, educazione, sicurezza e/o affetto. In altre parole, di soddisfare i suoi bisogni basilari fisici ed emotivi.

Bambino vittima di violenza infantile

Esistono due tipi ben diversi di negligenza:

  • La negligenza fisica/cognitiva: i bisogni fisici del bambino, come alimentazione, vestiti e igiene o cure mediche, non vengono tenuti in considerazione, temporaneamente o permanentemente, da nessun adulto che se ne occupa.
  • La negligenza emotiva: si riferisce all’assenza persistente della risposta a segnali (pianto, sorriso), espressioni emotive e condotte volte alla prossimità e interazione avviate dal bambino, così come alla mancanza di iniziativa di interazione e contatto da parte di una figura adulta stabile.

Nei seguenti paragrafi ci concentriamo su quest’ultimo tipo di negligenza infantile: la negligenza emotiva.

Indicatori di negligenza infantile emotiva

Esistono tre grandi indicatori di negligenza emotiva che comprendono le seguenti condotte:

  • Ignorare: i genitori ignorano i tentativi e i bisogni del bambino di interagire e non riflettono nessuna emozione nei suoi confronti. Ad esempio, genitori che interagiscono con il figlio solo quando è strettamente necessario. Vi è una totale assenza di manifestazioni di affetto, cure e amore verso il bambino.
  • Rifiutare le cure psicologiche: i genitori si rifiutano di iniziare il trattamento di un serio problema emotivo o comportamentale del bambino. In questi casi i professionisti competenti hanno previamente espresso il bisogno di un trattamento e i genitori lo rifiutano.
  • Ritardare le cure psicologiche: in questo caso non si rifiuta l’intervento di un professionista, ma non si cerca e si fornisce l’aiuto psicologico necessario. Si produce quando l’alterazione emotiva o comportamentale del bambino è evidente ed estrema (ad esempio, tentato suicidio).

Variabili che intervengono nella negligenza infantile

In presenza di queste condotte così difficili da immaginare quando si parla di una relazione genitore-figlio, è comune chiedersi quali famiglie sono più inclini a mettere in atto la negligenza infantile. Diversi studi concordano sulla presenza delle seguenti variabili:

  • Relazioni di coppia instabili: esistono difficoltà di comunicazione tra la coppia e uno squilibrio nella distribuzione del potere.
  • Relazioni conflittuali con la famiglia estesa: ad esempio, non chiedono aiuto ai nonni quando hanno bisogno che qualcuno si occupi dei bambini.
  • Relazioni sociali dei tutori scarse o persino nulle: non esiste alcun contatto con vicini e/o amici e non amano chiedere aiuto.
  • Nessun adulto si occupa delle faccende domestiche, che spesso vengono realizzate dai minori.
  • Vivere in spazi ridotti nei quali la sicurezza e l’igiene scarseggiano: mancano servizi importanti, come l’acqua calda.
  • Inadeguate abitudini di educazione, attenzione e cure al minore: i genitori non hanno chiari i bisogni dei propri figli, la percezione nei loro confronti è negativa, la comunicazione tra loro è quasi nulla e non trascorrono il proprio tempo libero con i figli.
  • Basso livello educativo dei tutori/genitori: i genitori hanno una scarsa istruzione e non mostrano interesse per i loro figli in questo ambito.
  • La situazione lavorativa dei tutori/genitori è instabile: anche se i genitori lavorano, si tratta di occupazioni sporadiche e affatto appaganti.
  • Precedenti genitoriali di scarsa protezione: almeno uno dei genitori è stato vittima di situazioni di abbandono minorile. Spesso sono reticenti a parlare della loro infanzia.

La negligenza emotiva è un problema molto complesso per il quale bisogna tenere conto di numerosi fattori. Data la sua complessità, urge intervenire, perché le conseguenze a lungo termine possono essere persino più gravi di quelle della violenza fisica.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.