Neuropsicologia forense: obiettivi e applicazione

Vi siete mai chiesti qual è il ruolo di un neuropsicologo durante un processo? In questo articolo apriremo le porte alla neuropsicologia forense, disciplina che affronta questioni di natura psicologica in ambito giuridico.
Neuropsicologia forense: obiettivi e applicazione
María Paula Rojas

Scritto e verificato la psicologa María Paula Rojas.

Ultimo aggiornamento: 05 gennaio, 2023

La neuropsicologia studia il rapporto tra cervello e funzioni cognitive, comportamentali ed emotive. Tutto questo aiuta a capire le diverse strutture e difficoltà della vita quotidiana. All’interno di questa disciplina esistono branche di specializzazione a seconda dell’ambito in cui vengono applicate tali conoscenze. La neuropsicologia forense è una di queste.

Questa disciplina ha assunto importanza a partire dagli anni ’80 grazie alla sua utilità in alcuni processi.Risulta interessante capire in cosa consiste e quali sono i suoi possibili ambiti di applicazione, così da sapere quando interpellare uno specialista.

Neuropsicologia forense e cervello.

Definizione di neuropsicologia forense

La neuropsicologia forense prevede l’applicazione delle conoscenze proprie della neuropsicologia in affari legali.

Gli esperti in questa disciplina vengono interpellati durante i processi contro persone che presentano un danno (o disfunzione) cognitivo. Questo professionista assume dunque un ruolo di rilievo.

Nel corso della storia, gli psicologi hanno iniziato ad acquisire importanza per il loro coinvolgimento in contesti legali nel 1960, grazie al processo-simbolo: Jenkins vs U.S.A. . In quell’occasione la corte d’appello del Distretto di Columbia riconobbe la potenziale utilità degli psicologi nella perizia di infermità mentale.
Ciononostante la psicologia forense ha fatto il suo debutto solo nei primi anni ’80, quando iniziò a essere associata soprattutto ai seguenti aspetti:
  • Aumento degli studi sul rapporto tra il comportamento e il cervello attraverso metodi quantitativi.
  • Strategie di interpretazione per diagnosticare una patologia neurologica, nonché definire il tipo e la localizzazione della stessa.
  • Decisioni in merito alla forma di invalidità.
  • Descrizione di profili comportamentali e cognitivi propri di ciascuna malattia neurologica.
  • Implicazione di danni nel funzionamento psicosociale.
  • Elaborazione di una prognosi.

Qual è l’oggetto di studio della neuropsicologia forense?

La neuropsicologia forense applica modelli, metodologia, strumenti e conoscenze proprie della neuropsicologia clinica in contesto giuridico. I compiti principali del neuropsicologo forense nelle cause civili e penali sono stati stabiliti come segue:

  • Individuare la disfunzione del soggetto.
  • Stabilire l’impatto di questa disfunzione sulla vita quotidiana del soggetto.
  • Stabilire il rapporto tra la causa oggetto di giudizio e la disfunzione.

Lo scopo di questa disciplina è formulare una diagnosi sensibile e affidabile dei disturbi partendo da una descrizione degli stessi e stabilendo un rapporto tra essi e il sistema nervoso centrale. Oltre a ciò, può dare consigli in merito agli approcci futuri, con valutazione e trattamento.

Referti neuropsicologici: c’è differenza tra la branca clinica e quella forense?

Il referto neuropsicologico viene redatto a seguito di una valutazione dei fatti. Nel documento vengono indicati tutti i risultati riscontrati nel corso della valutazione.

Ciononostante è importante chiarire che in base alla branca della psicologia, lo scopo e le caratteristiche sono diverse. A seguire, esponiamo i punti in comune e le differenze. Iniziamo dai punti in comune:

  • Storia clinica: in essa vengono riportati i precedenti medici e la loro evoluzione sociale.
  • Particolarità della lesione: vengono definiti il luogo in cui ha avuto origine la lesione e gli agenti responsabili.
  • Disordini: vengono mostrati i risultati della valutazione associata alle difficoltà che possono sorgere a livello cognitivo, emotivo e sociale. Al tempo stesso, si stabilisce la gravità della lesione.
  • Prognosi e riabilitazione: in questo caso viene riportata una possibile previsione rispetto al danno cerebrale. Inoltre, si procederà all’elaborazione di alcune raccomandazioni da seguire.

Esistono anche alcune differenze importanti in merito al referto della neuropsicologia forense. In quest’ultimo rientrano innanzitutto l’indicazione causale tra la lesione e i cambiamenti che hanno dato origine alla stessa.

In particolare, andranno specificati i cambiamenti associati all’impatto sullo svolgimento dei propri doveri sul posto di lavoro e a casa.

Secondariamente, andrà determinato il livello di invalidità del soggetto, riguardo alla sua capacità di eseguire le attività poc’anzi descritte.

Bisognerà riportare esplicito esempio delle difficoltà potenzialmente reali sul posto di lavoro o l’impossibilità di svolgere il proprio lavoro.

Infine, sarà necessario indicare se le conseguenze sono croniche, se vi è possibilità di miglioramento o al contrario di aggravamento. Da ciò dipenderà il tipo di compensazione o di impatto che potrebbero avere a lungo andare.

Un rapporto forense.

Campi di applicazione della neuropsicologia forense

Queste applicazioni possono distribuirsi su due grandi aree del diritto. In ambito processuale possono fare la differenza in merito al verdetto.

Diritto del lavoro e civile

In questa categoria possono rientrare diversi aspetti:

  • Invalidità civile o interdizione. In questo caso, la valutazione eseguita apporta informazioni in merito alle facoltà coinvolte e alle conseguenze di tipo funzionale. Verrà indicato se necessario stabilire un’invalidità del soggetto.
  • Valutazione dell’handicap, conseguenze e danni. Assume maggiore importanza la valutazione da parte della neuropsicologia forense. In questo caso, il compito di quest’ultima sarà valutare le conseguenze cognitive ed emotive prodotte da un danno cerebrale acquisito.

Può avvenire su richiesta, per motivazioni e conseguenze di tipo giuridico, visto che per questa sentenza potrebbe ricevere una qualche forma di risarcimento o modifica del ruolo lavorativo.

  • Determinazione di disabilità lavorativa. In questo caso sono utili a definire l’esistenza di conseguenze a livello cerebrale. Al tempo stesso deve spiegare l’influenza che questi danni possono avere sulle abilità e sull’idoneità al lavoro.

Diritto penale

Il diritto penale è l’altra area del diritto in cui la neuropsicologia sta guadagnando terreno. Soprattutto quando insorgono patologie associate al danno cerebrale.

Inoltre si potrebbe individuare una sintomatologia poco comune, non causata da patologie neurologiche. Ad esempio: le simulazioni o l’aumento dei deficit cognitivi da disturbi psichiatrici. Tra le principali aree di lavoro ci sono:

  • Capacità di affrontare un processo. In merito a questo aspetto, il neuropsicologo aiuta a stimare la presenza e il peso dei disturbi comportamentali e cognitivi. Al tempo stesso, dovrà indicare se queste possano interferire nel compimento delle attività legali.
  • Responsabilità criminale. In questo caso il compito è dare informazioni per confutare o per dimostrare alcuni problemi cognitivi. Ciò può influire sulla comprensione o meno da parte del soggetto della natura criminale della sua attività. Inoltre, determinerà se questa persona può essere accusata di comportamento criminale.
  • Valutazione delle vittime. In questa funziona la valutazione si concentrerà sulle potenziali conseguenze cerebrali che una persona potrebbe manifestare a seguito di aggressioni perpetrate a suo danno da terzi.

Conclusioni

È importante capire che la neuropsicologia forense, nonostante sia una disciplina nata da poco, ha avuto un impatto notevole sul suo campo di azione.

Questo perché lo stato di salute mentale può ripercuotersi notevolmente sulle decisioni che si possono prendere nell’ambito di un processo legale, in molti casi condizionando l’esito del verdetto.


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  • Fernández Guinea, S. (2001). La neuropsicología forense: Consideraciones básicas y campos de aplicación. Revista de Neurología, 32(08), 783. https://doi.org/10.33588/rn.3208.2000188
  • Jarne, A. y Aliaga, A. (Comps.) (2010). Manual de neuropsicología forense. De la clínica a los tribunales. Barcelona, España: Editorial Herder.

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