Parlare nel sonno: sonniloquio
Il sonniloquio è un disturbo del sonno per cui chi ne soffre parla mentre dorme. Curiosamente, parlare nel sonno è molto più frequente di quanto non pensiamo, anche se non tutti lo manifestano allo stesso modo. Alcuni emettono suoni incomprensibili, altri pronunciano parole sconnesse.
Tuttavia, chi parla nel sonno ha una grande paura: teme di rivelare segreti che vorrebbe mantenere tali. Una persona che soffre di sonniloquio può avere una conversazione coerente con qualcuno? Le si possono estorcere risposte che volontariamente non rivelerebbe?
Parlare nel sonno: cos’è davvero il sonniloquio?
Il sonniloquio è una parasonnia molto comune in giovane età, ma può manifestarsi anche in caso di stress, ansia, febbre o disturbo dell’umore. La causa di questo disturbo del sonno sembra risiedere nell’alterazione di determinate aree del cervello in quanto ad attivazione e inibizione.
Diverse aree cerebrali si attivano e si inibiscono a mano a mano che superiamo le varie fasi del sonno, che sono 5 in totale: addormentamento (fase 1), sonno leggero (fase 2), sonno profondo (fase 3 e 4) e fase REM (fase 5). Il sonniloquio può verificarsi durante l’ultima fase, ma anche nelle fasi di sonno profondo.
Parlare nel sonno varia da persona a persona. Alcuni gridano all’improvviso spaventando chi dorme accanto a loro, altri hanno un monologo abbastanza lungo, ma difficile da interpretare. A volte si possono manifestare anche emozioni.
Viene da chiedersi se sia possibile mantenere una vera e propria conversazione con una persona con questo disturbo. La risposta è “dipende”. Ci sono persone che fanno monologhi, altre sembrano conversare con qualcuno che risponde loro. In quest’ultimo caso, potremmo provare a porre qualche domanda. Risponderanno a ciò che abbiamo chiesto loro?
I problemi legati al sonniloquio
Molte persone che soffrono di questa parasonnia rischiano di diventare oggetto di scherno da parte degli altri che magari insinuano in loro il dubbio che durante il sonno abbiano rivelato profondi segreti. Se, però, dovessero indagare per risalire alle domande fatte e alle loro risposte, di sicuro non scopriranno nulla.
Questo perché le frasi, le parole o i monologhi pronunciati in genere non rispondono ad alcuno stimolo esterno, sono un prodotto dell’inconscio e forse del sogno che la persona sta facendo in quel momento. Anche se facciamo una domanda a una persona che parla nel sonno e questa ci risponde, è probabile che le sue parole siano incoerenti e fuori luogo.
Facciamo un esempio. Una donna sta dormendo sul divano e accanto a lei siede un’amica. All’improvviso, la donna mormora qualcosa, l’amica chiede: “Cosa?” e quella parla a voce più alta. L’amica si avvicina, ripete la domanda e, ascoltando con attenzione, le sente dire: “Colonna sonora”. Per quanto l’amica continui a ripetere la domanda, è probabile che la risposta sia sempre la stessa o che addirittura non ottenga risposta.
Quest’esempio è rivelatore perché di solito chi ha a che fare con persone affette da sonniloquio continua a porre la stessa domanda a causa della scarsa articolazione delle parole e della loro difficile comprensione. Chi ha familiarità con queste situazioni, può confermare che la persona che parla nel sonno in genere si volta e continua a dormire.
Uno dei problemi del sonniloquio può sorgere, ad esempio, tra le coppie, quando uno dei partner pronuncia un nome o una frase che può essere fraintesa. Le parole pronunciate non devono per forza significare qualcosa, anzi, è probabile che non abbiano senso. Tuttavia, potrebbero dare adito a fraintendimenti ed equivoci.
Altre volte, le grida, i pianti o qualsiasi altra emozione esternata dalla persona che parla nel sonno impediscono il riposo di chi le sta accanto, spaventandolo. In questo caso, si consiglia di svolgere esercizi di rilassamento e di riposare adeguatamente, perché episodi del genere non sono comuni. Di fatto, hanno una durata di uno o due minuti.