La paura di soffrire è peggiore della sofferenza stessa

La paura di soffrire è peggiore della sofferenza stessa

Ultimo aggiornamento: 05 agosto, 2016

Si dice che il 99% di tutto quello che ci preoccupa è costituito da eventi che non sono mai successi, né mai succederanno. Se ci pensiamo un attimo, è vero, perché gran parte delle nostre sofferenze e delle loro cause è dentro la nostra testa, e quello che proviamo è solo paura di soffrire.

La paura è una reazione umana che fa parte del nostro istinto di sopravvivenza naturale, ma che, a volte, ci tradisce e si attiva in situazioni nelle quali non è presente un vero pericolo. Proprio in queste situazioni dobbiamo imparare a controllare le nostre paure.

Tendiamo a soffrire di più alla sola idea della sofferenza che in una situazione che può dare davvero luogo ad un dispiacere reale. Molte persone hanno paura di amare o di innamorarsi, perché pensano che poi soffriranno, e si nascondo, dunque, dietro ad una corazza, senza rendersi conto che in questo modo non possono essere se stesse né conoscere l’amore.

Come funziona la paura nel nostro cervello

Per sapere come funziona la paura nel nostro cervello, alcuni scienziati del Centro di Salute Mentale dell’Università del Texas, a Dallas (USA), hanno realizzato un esperimento che vide la partecipazione di 26 adulti (19 donne e 7 uomini) di età compresa tra i 19 ed i 30 anni.

scritta inglese paura

L’esperimento consisteva nel mostrare ai partecipanti 224 immagini a caso, tra le quali ce ne erano alcune reali (divise in immagini che rappresentavano pericolo e immagini che rappresentavano situazioni piacevoli) e immagini irreali, senza che niente differenziasse queste due categorie.

Si chiese ai partecipanti di schiacciare un bottone quando vedevano una foto reale e di premerne un altro quando le foto mostrate erano irreali; in un secondo momento, si misurarono i risultati tramite l’elettroencefalografia.  

I risultati dell’elettroencefalogramma rivelarono che le immagini minacciose provocavano un aumento dell’attività delle onde teta del lobulo occipitale (l’area del cervello in cui si processano le informazioni visive).

Successivamente, si produceva un aumento dell’attività teta nel lobulo frontale (dove si verificano le funzioni mentali superiori, come prendere delle decisioni o pianificare). Allo stesso modo, si identificò anche un aumento delle onde beta relazionate con il comportamento motorio. 

In base a quanto detto prima, si arrivò alla conclusione che il cervello dà priorità alle informazioni minacciose rispetto ad altri processi cognitivi e l’esperimento realizzato ci mostra come si sviluppa questo processo nel cervello.

Scegliete di smettere di avere paura di soffrire

Per non avere più paura di soffrire, non esistono formule magiche, né qualcosa che ci permetta di dimenticare tutto; esistono, però, riflessioni che si possono fare e che aiutano ad abbandonare questa paura, spesso irrazionale.

donna su una barca fiorita

Scegliere di non avere paura significa gestire le proprie emozioni ed evitare che ci dominino, conoscerci e scegliere di stare bene e in pace con noi stessi. Per questo motivo, è importante attraversare un processo durante il quale riflettere su ciò che sentiamo e sul perché lo proviamo.

Identificate la sofferenza

Per lottare contro la paura di soffrire, è fondamentale non cadere nella negazione ed essere coscienti di soffrire. Per ottenere una visione oggettiva della situazione, potete osservare voi stessi e rendervi conto di ciò che pensate, di come pensate e di quello che fate.

Oltre a queste osservazione interiore, è necessaria un’osservazione esterna: guardate il vostro corpo e osservate quello che prova a trasmettervi. Si tratta di domandarvi: cosa mi dice il mio corpo? Ascoltatelo ed identificate la vostra sofferenza.

Scegliete di smettere di soffrire

Una volta realizzata questa analisi interna ed esterna su voi stessi, scegliete di smettere di soffrire. Per questo, potete cominciare lasciando da parte i pensieri negativi che siete soliti avere, come: “Non posso superarlo”, “Me lo merito”, “Non ho abbastanza tempo”, “Non ne vale la pena”.

donna sugli scogli con gabbia in mano

Insieme a questi pensieri negativi, è importante superare convinzioni limitanti spesso radicate in noi, del tipo “soffrire per amore è il modo migliore per mostrare un sentimento puro”. Lasciarli da parte è un passaggio fondamentale affinché la sofferenza non vi invada e scegliere di essere felici.

Esprimete quello che provate

È comune che la paura di soffrire sia accompagnata dalla paura di esternare questa sensazione, a causa di ciò che potrebbero pensare le altre persone; tuttavia, esprimere le proprie paure più profonde ci rende coraggiosi ed onesti, con gli altri e con noi stessi.

Dire quello che proviamo, dare parola alla paura, è un atto che richiede un grande coraggio, ma che ci permetterà di rompere le barriere che ci limitano e liberarci di un peso che ci fa soffrire e che non ci permette di goderci appieno la bellezza della vita.


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