Pensare fuori dal coro e benefici
Pensare fuori dal coro non è solo una sfida con se stessi, è dimostrazione di audacia. Proporre idee innovative, avere opinioni alternative e vedere il mondo con sfumature e colori che vanno oltre la scala di grigi è tutto un “osare” in questi contesti popolati da persone che la pensano allo stesso modo. Tuttavia, per il nostro sviluppo personale niente conta più di dare spazio a questo rinnovamento mentale.
Steve Jobs diceva che pensare fuori dal coro vuol dire osare nel trarre il meglio da un fallimento. Tuttavia, è estremamente difficile strappare quell’etichetta che apponiamo sull’errore, ignorare la critica e quei fallimenti quotidiani che sperimentiamo con regolarità e in cui restiamo spesso intrappolati.
Ebbene sì, è così perché non sempre abbiamo fiducia nelle nostra qualità, né diamo spazio a un modo diverso di concepire noi stessi, smetterla di fare quei pensieri e di attuare quei comportamenti che ci portano sempre nei medesimi territori.
Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato.
-Albert Einstein-
Il nostro giudizio su noi stessi
John Mighton, educatore, matematico e rinomato scrittore, ci spiega che a partire dai 5 anni i bambini iniziano a giudicare se stessi, facendo paragoni con i propri compagni. Proprio allora si inizia a percepire se stessi come intelligenti o meno, ed è allora che i bambini iniziano anche a capire l’importanza di imitare comportamenti, espressioni e persino opinioni per sentirsi integrati, per non essere da meno rispetto agli altri.
Quel bisogno di essere come gli altri è ciò che blocca l’input e sottrae luminosità alla nostra identità in modo prematuro. In un certo senso, potremmo dire che arriva sempre un momento in cui saremo obbligati a fare un passo indietro per disimparare tutto quanto appreso e riformularlo. Perché pensare in modo di diverso comporta la rottura di schemi in favore di nuovi bit di pensiero attraverso cui trasformare la nostra realtà.
Pensare fuori dal coro, ben oltre il pensiero laterale
Quando parliamo di qualcuno abituato a pensare in maniera diversa, immaginiamo quasi subito una persona dedita al pensiero laterale. Questa capacità o approccio mentale -il cui nome fu coniato nel 1967 da Edward Bono- non definisce del tutto quei profili capaci di emettere risposte e attuare comportamenti alternativi e non allineati. In realtà, pensare fuori dal coro trascende tutto questo e include più aspetti.
Il pensiero laterale e quello alternativo
Mentre il pensiero laterale definisce quel pensiero orientato alla ricerca di soluzioni che vanno ben oltre la logica e che servono anche al di là della creatività, chi pensa in modo diverso ha sviluppato anche più capacità. Di conseguenza, il rinomato saggista e sociologo Malcolm Gladwell ci segnala che per fare questo passo abbiamo bisogno di tre cose:
- Imparare a pensare meglio.
- Essere consapevoli di dove investiamo le nostre energie intellettive ed emotive.
- Osare un cambiamento, una trasformazione di noi stessi, osare nel superare regolarmente le circostanze attuali per migliorare, per continuare a progredire ogni giorno.
Come si noterà, non si tratta tanto di limitarci solo a esprimere idee, a dare risposte e soluzioni innovative o creative. Dobbiamo anche essere in grado di “apportare innovazione” in noi stessi. Perché chi pensa fuori dal coro osa anche vivere in modo diverso, abbattendo ostacoli e muovendosi come quel pesce che ogni tanto fa un salto per scoprire che il mondo non è fatto solo di acqua.
Come imparare a pensare fuori dal coro?
Pensare fuori dal coro implica sviluppare una nuova abilità, pertanto non è facile; non si ottiene in due giorni o in sei mesi. Richiede disciplina, forza di volontà, una dose di audacia e mettere da parte la paura di “cosa diranno gli altri” per trasformarci in quella persona che vogliamo davvero essere. Vediamo alcuni concetti chiave su cui riflettere.
Conoscere i nostri processi mentali
Abbiamo tutti un punto di vista su ciò che ci riguarda, su cosa sia il mondo. Ora, a volte diventiamo “dipendenti” dal medesimo approccio, ponendo dei limiti alle nostre alternative. Dobbiamo essere capaci di metterci in situazioni che mettano alla prova le nostre enclave ossidate per poter sviluppare molteplici prospettive mentali.
Mettere alla prova le proprie categoriche, etichette e schemi mentali
Ben oltre le nostre abitudini mentali si trovano quegli angoli del nostro cervello in cui risiedono le etichette, le categorie che abbiamo costruito sulla base della nostra esperienza e che spesso si consolidano. Dobbiamo romperle perché -che ci piaccia o meno- questi schemi non provengono quasi mai dall’esterno. Non c’è niente di più pericoloso per la nostra libertà di pensiero che utilizzare sempre le medesime categorie ed etichette sociali.
Questo è un omaggio ai folli. Agli inadatti. Ai ribelli. A chi è combinaguai. Ai pezzi rotondi di spazi quadrati. A coloro che vedono le cose in modo differente. A coloro a cui non piacciono le regole e non provano nessun rispetto per lo status quo. Potete menzionarli, dissentire da loro, glorificarli o diffamare. Quasi l’unica cosa che non potrete fare è ignorarli.
– Walter Isaacson-
Pensare in modo scientifico per pensare fuori dal coro
Prima di prendere per scontata un’idea, analizziamola. Prima di dare credibilità a un pettegolezzo, mettiamolo sotto osservazione. Bisogna mettere in dubbio tutto, non accettare per data la prima opzione; bisogna essere in grado di andare ben oltre l’apparenza. Diagnostichiamo la nostra realtà per trarre le nostre personali conclusioni.
Mentalità ribelle, l’emozione che spinge al cambiamento costante
Chiunque osi pensare in modo diverso non è solo in grado di dare opinioni diverse, di prendere decisioni su cose che gli altri non capiscono o non approvano, ma anche di provarne soddisfazione. Infatti, c’è una componente emotiva che li spinge a essere sempre quella voce di dissenso, quella presenza che sfida gli altri pur tenendone sempre conto; quella figura che non teme di intraprendere da sola nuovi cammini.
Pensare in modo diverso significa osare vivere in modo alternativo; avere la chiave per quel continuo rinnovamento per liberarsi regolarmente di ciò che limita, di ciò che stimola la motivazione, la voglia di innovare e di migliorare. Siamo capaci, quindi, di generare quell’impulso, sebbene ci costi caro, sebbene ci obblighi a mettere da parte la comodità e la compiacenza. Il risultato ne varrà sempre la pena.