Perdonare vuol dire comprendere, non giustificare

Perdonare vuol dire comprendere, non giustificare

Ultimo aggiornamento: 09 settembre, 2017

La capacita di perdonare è da sempre vista come un virtù. Alcune persone trovano particolarmente difficile fare tabula rasa e dimenticare i torti subiti. Altre, invece, sono in grado di perdonare qualsiasi ingiustizia subita dagli altri… Come trovare un equilibrio?

Saper perdonare non implica dimenticare i torti subiti dagli altri senza badare ai propri sentimenti. È importante imparare a lasciarsi il rancore alle spalle, senza trovare giustificazioni lì dove non ce ne sono. Continuate a leggere per scoprire come utilizzare il perdono nella giusta misura e migliorare, così, il vostro benessere emotivo!

 “Solo i coraggiosi sanno perdonare. Un vigliacco non perdona mai: non è nella sua natura”.

-Laurence Sterne-

La virtù di perdonare comincia da noi stessi

Imparare a perdonare non significa lasciar correre qualunque cosa ci facciano, bensì impedire che la rabbia e il fastidio iniziali si trasformino in rancore e diffondano il malessere nella nostra vita e nella relazione con la persona che ci ha ferito. Di fatto, perdonare ci aiuta a sganciarci dal passato, ma prendendo decisioni che ci proteggano in futuro da quello che ci ha fatto soffrire.

Spesso pensiamo a perdonare gli altri senza, però, aver preso l’abitudine di perdonare noi stessi. La verità è che nessuno è perfetto. Sebbene possa sembrare atipico, tutti sbagliamo. È importante capirlo, poiché spesso tendiamo a pretendere da noi stessi cose che vanno al di là del possibile, generando in noi sentimenti di frustrazione, ansia o rabbia.

Riconoscere di esseri umani è il primo passo per imparare a perdonarci. Ma c’è un passo in più che possiamo fare: se abbiamo commesso un’azione che riteniamo sbagliata, possiamo smetterla di rimuginarci e cercare, piuttosto, una soluzione.

Il segreto consiste nell’uscire dalla spirale di pensieri che ci relega in un vicolo cieco e cercare un modo molto più adattativo di affrontare il problema. Si presentano, dunque, due alternative: porre rimedio a quello che abbiamo fatto oppure, se non c’è rimedio, pensare a cosa possiamo fare per non commettere lo stesso errore in futuro.

Perdonare significa accettare che anche gli altri commettono errori

Consci di non essere perfetti, arriva il momento di proiettare lo stesso concetto sugli altri. Spesso ci viene più facile giustificare i nostri errori che quelli delle persone che ci circondano. Il fatto è che lo stesso livello di esigenza che imponiamo su noi stessi, lo applichiamo anche alle altre persone.

“Perdonare non significa dare troppa importanza ai limiti e ai difetti altrui, né prenderli troppo sul serio, bensì provarli di importanza, con spirito, dicendo: so che tu non sei così!”

-Robert Spaemann-

Così, dunque, ci aspettiamo dagli altri cose che non sempre possono realizzare. Comprendere che gli altri non sono obbligati a rispondere alle nostre aspettative è fondamentale per imparare a perdonare quelli che riteniamo i loro sbagli. Proprio come quando ci arrabbiamo con noi stessi, è importante cercare di lasciarci alle spalle ogni rancore.

Ancora una volta, soffermarsi a pensare su quello che ci ha fatto la persona in questione non sarà di alcun aiuto. Se qualcosa ci infastidisce, bisognerà cercare di capire i motivi che hanno spinto quella persona a comportarsi così. A questo scopo, potrà giovare avere una conversazione al riguardo per cercare di trovare una soluzione a quanto accaduto.

Perdonare non vuol dire che tutto sia giustificabile

Ebbene, questo non significa certo perdonare ogni comportamento. È importante dare peso ai nostri diritti e alle nostre necessità. Perdonando automaticamente e sempre i torti subiti, metteremo a repentaglio il nostro benessere ed intralceremo il processo di auto-affermazione.

“Perdonando troppo a chi falla, si fa ingiustizia a chi non falla.”

-Baldassare Castiglione-

In questi casi, imparare ad ascoltare le nostre emozioni renderà chiaro il cammino da prendere. Sarà così che impareremo a stabilire un limite e a difendere i nostri propri diritti.

Per imparare a non perdonare tutto, è importate riflettere su cosa ci è stato fatto e cosa ci ha spinto ad arrabbiarci. Così facendo, potremo attribuire la responsabilità dell’accaduto a chi spetta.

Non si tratta di cercare un colpevole, bensì di distribuire a ciascuno quello che gli spetta. Prima di perdonare gli altri alla cieca, è bene riflettere sul loro comportamento e su quello che ci aspettavamo o ci sarebbe piaciuto ricevere. Si tratta, dunque, di trovare un equilibrio tra i nostri bisogni e quelli altrui. Impariamo a perdonare!


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