Piramide della radicalizzazione

Piramide della radicalizzazione
Roberto Muelas Lobato

Scritto e verificato lo psicologo Roberto Muelas Lobato.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

La piramide della radicalizzazione è un modello teorico che ci aiuta a interpretare e capire perché le persone si radicalizzano. Secondo questa teoria, la radicalizzazione è il risultato dell’estremizzazione di credenze, sentimenti e comportamenti a sostegno di un conflitto all’interno di un gruppo e della violenza. Può svilupparsi a partire da diverse ideologie, credi religiosi o ideali politici.

Secondo la piramide della radicalizzazione, esistono due forme di radicalizzazione: quella della narrativa o dell’ideologia, l’altra quella dell’azione. I processi di radicalizzazione si verificano a tre diversi livelli: individuale, quando una persona si radicalizza autonomamente; di gruppo, quando coinvolge un gruppo di persone; e di massa, quando si tratta di un gruppo più ampio.

Mentre la radicalizzazione delle azioni è un fenomeno tipico dell’individuo o di un piccolo gruppo, la radicalizzazione della narrativa è un fenomeno di massa. Un intero paese può radicalizzare la sua narrativa e pensare di essere in guerra e di dover sconfiggere un nemico, sebbene a partecipare effettivamente alla lotta sarà solo una piccola parte della popolazione.

Uomo che costruisce una piramide con dei sassi

Piramide della radicalizzazione

Radicalizzazione della narrativa

La piramide usata come metafora per spiegare la radicalizzazione è come quella  demografica, costituita da quattro livelli e nella quale la maggior parte della gente si trova alla base della stessa. Dal lato opposto, sulla cima, ci sono solo poche persone.

Il primo livello della piramide della radicalizzazione della narrativa è costituito dalle persone neutrali. In questo gruppo ci sono le persone che non seguono un’ideologia radicale e che rappresentano la base della piramide. Se saliamo di un livello, troviamo i simpatizzanti, che accettano alcune idee radicali, come ad esempio l’esistenza di un conflitto di cui sono vittime.

Salendo ancora, troviamo i giustificatori, quelli che credono che le azioni dei radicali siano giustificate moralmente e ideologicamente. Infine, nella parte superiore della piramide, c’è chi crede che sia un dovere individuale sostenere le azioni radicali e prendervi parte, coloro che sentono di avere un obbligo morale al riguardo. Questi ultimi pensano che la minaccia avvertita giustifichi un obbligo individuale di agire.

Radicalizzazione dell’azione

La piramide dell’azione si riferisce ai comportamenti adottati dalla gente. Mentre la piramide narrativa si riferisce solo alle convinzioni delle persone e alla narrativa che usano, quella dell’azione si riferisce solo ai comportamenti. Così come nella precedente piramide, anche in questo caso troviamo quattro livelli.

Nel primo livello, la base, ci sono gli inerti/inattivi. Si tratta della maggior parte delle persone, quelle che non agiscono, che non fanno nulla per favorire un’ideologia radicale. Salendo troviamo gli attivisti che svolgono azioni legali e non violente. Comunemente si tratta di scioperi e manifestazioni che rientrano nella legalità di un paese.

Il livello successivo nella piramide è composto dai radicali, coloro i quali compiono azioni violente e, quindi, illegali. Distruggono beni pubblici o attaccano altre persone. L’ultimo livello, la cima della piramide, è composto dai terroristi, quelli che compiono azioni illegali e violente, e dai radicali che agiscono all’interno di un’organizzazione qualificata come terrorista, i cui obiettivi sono di natura civile.

Pietre che formano una piramide su una montagna

La relazione tra le due piramidi

Salire di livello in una piramide non significa che avvenga lo stesso anche nell’altra. Una persona può giustificare un conflitto senza agire. Troviamo molti esempi di istituzioni che promuovono idee radicali, ma che non fanno nulla per favorirle. Il polo opposto, quello delle persone che diventano terroriste pur non avendo un’ideologia radicale, è più complicato, ma non impossibile. Eseguire azioni radicali e diventare terroristi richiede una giustificazione che eviti la dissonanza cognitiva.

Tuttavia, la scalata delle due piramidi di solito si verifica di pari passo, ovvero quello che una persona pensa si rispecchia in quello che fa. rispecchi con quello che fa.

È anche possibile attivare in cima saltando dei livelli; ad esempio, una persona inizialmente inerte, che non esegue alcun tipo di azione in difesa del proprio gruppo, passa a compiere azioni radicali. In questi casi, dobbiamo prendere in considerazione i possibili pericoli di una radicalizzazione così rapida.


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