Psicologia della liberazione di Martín-Baró

Ignacio Martín-Baró plasmò quella che oggi conosciamo come psicologia della liberazione.
Psicologia della liberazione di Martín-Baró
Roberto Muelas Lobato

Scritto e verificato lo psicologo Roberto Muelas Lobato.

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio, 2023

Ignacio Martín-Baró è stato il padre della psicologia della liberazione. Questo studioso fondò un nuovo movimento che cambiò il modo di intendere la psicologia sociale. Partendo da altri movimenti basati sulla liberazione, Ignacio Martín-Baró si servì della psicologia sociale per studiare i contesti e i problemi degli abitanti dei suddetti contesti.

Non era molto conosciuto oltre i confini americani, ma è stato un punto di riferimento cruciale nei paesi del Nuovo Mondo. È dalle sue idee che sono sorte scuole come la psicologia comunitaria, volta a emancipare le comunità con le quali si lavora, a combattere la povertà, a difendere la democrazia e la salute mentale.

La vita di Ignacio Martín-Baró

Ignacio Martín-Baró nasce in Spagna, a Valladolid, e si unisce alla Compagnia dei Gesuiti. Nel suo cammino da gesuita fu inviato in America Centrale. Studiò filosofia, teologia e psicologia e alla fine si stabilì a San Salvador, nella repubblica di El Salvador. La sua tesi di dottorato verteva sugli atteggiamenti e i conflitti sociali presenti a El Salvador, in particolare Martin-Barò scrisse della densità demografica delle classi sociali basse in quella zona.

Ignacio Martín-Baró fu professore ospite in varie università di diversi paesi, ma quella in cui rimase per più tempo fu l’Università Centroamericana José Simeon Cañas di San Salvador.

Il 16 novembre del 1989 venne ucciso, insieme ad altri sacerdoti, da un plotone del battaglione Atlacatl delle Forze Armate di El Salvador, su ordine del colonnello René Emilio Ponce. Questo delitto è passato alla storia come il “Martirio della UCA (Università Centroamericana José Simeon Cañas di San Salvador)”.

La teologia e la filosofia della liberazione

La psicologia della liberazione nasce a partire da tre movimenti precedenti. Vale a dire: la teologia della liberazione, la filosofia della liberazione e la pedagogia della liberazione. La teologia della liberazione intende dedicarsi ai più bisognosi, ossia i poveri. Dal cristianesimo riconosce l’oppressione e le ingiustizie perpetrate verso questo settore della società e promuove l’uso delle scienze umane e sociali.

“Cari filosofi, cari sociologi progressisti, cari psicologi sociali: non serve scervellarsi così tanto per l’infermità mentale, proprio qui dove il primo problema è l’infermità della nazione.”
-Roque Dalton-

A sua volta, la filosofia della liberazione si concentra sulla creazione della conoscenza. Si tratta di una scuola di pensiero che contesta l’idea secondo cui la maggior parte delle nozioni studiate e tramandate provengano da uomini occidentali del ceto medio; ciò implica che la conoscenza proveniente da altre persone non sia ritenuta attendibile.

Secondo la filosofia della liberazione, bisognerebbe tramandare attraverso il dialogo le conoscenze provenienti da questi “diversi” che non vengono tenuti in considerazione dalle masse.

Pedagogia della liberazione

Un altro pilastro alla base della psicologia della liberazione è il pensiero di Paulo Freire, il quale fondò un movimento educativo conosciuto come “pedagogia della liberazione”. Si trattava di un movimento basato sulla convinzione che l’educazione liberatoria fosse un processo di rinnovamento della condizione sociale dell’individuo, dove il soggetto viene inteso come un essere pensante dotato di senso critico e che riflette sulla realtà nella quale vive.

“Il sapere psicologico deve mettersi al servizio di una società in cui il benessere dell’elite non sia posto al di sopra del malessere della maggior parte della popolazione, una società in cui la realizzazione dei primi non implichi l’oppressione dei secondi , una società in cui l’interesse di pochi non porti ad una ‘disumanizzazione’ ”
-Ignacio Martín-Baró-

La pedagogia della liberazione tentava di “educare” a un pensiero critico oltre che utilitarista, vale a dire a educare ai valori come l’uguaglianza senza ricorrere all’indottrinamento. Educare, non in base agli interessi dell’economia, ma in base agli interessi personali.

Questa scuola di pensiero riconosce l’importanza dell’insegnare a comprendere il mondo a partire dalla propria esperienza personale e dalla riflessione critica. Questi principi fondamentali furono adottati anche dalla psicologia della liberazione.

Donna pensierosa

La psicologia della liberazione

Partendo da queste basi, Ignacio Martín-Baró plasmò quella che oggi conosciamo come psicologia della liberazione. Secondo Martín-Baró, la psicologia dovrebbe partire dallo studio di un contesto e incentrarsi sulle problematiche presentate dalle persone appartenenti a tale contesto.

Spinge in direzione di una psicologia incentrata su contesti specifici piuttosto che su contesti “artificiali”. Credeva inoltre che la psicologia non fosse imparziale, per cui si batteva per una psicologia più critica e schierata.

A patire da queste idee, Martín-Baró fondò l’Istituto Universitario dell’Opinione Pubblica. Attraverso questo istituto rivolgeva sondaggi alla popolazione per poi condividere i dati ottenuti. In questo modo, riusciva a demistificare molte credenze diffuse tra la gente; questo fenomeno è conosciuto anche come deideologgizzazione. Tuttavia, il potere politico non si trovava d’accordo con le sue idee, e questa fu la causa del suo assassinio.


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  • Martín-Baró, I. (1998). Psicología de la liberación. Madrid: Trotta.

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