Psicologia della superstizione
La psicologia della superstizione accompagna l’umanità dall’alba dei tempi. I comportamenti superstiziosi esistono da sempre e ogni cultura ha i suoi. Per esempio, in alcune zone della Russia, rompere un piatto è di buon auspicio. È come se le superstizioni rivestissero una sorta di utilità nel quotidiano.
Nella nostra cultura esistono diverse superstizioni latenti che agiscono in modo furtivo. Tutti conosciamo qualcuno in grado di sapere quanti anni di sfortuna causa rompere uno specchio o incrociare un gatto nero per strada.
Il paradosso è che, sebbene non vi siano argomentazioni logiche o scientifiche a sostegno, tali credenze tendono a condizionare la vita di molte persone. In alcuni casi si tratta di piccoli gesti di scarsa importanza, ma in altri diventano veri e propri rituali. Nelle prossime righe vedremo in cosa consiste la psicologia della superstizione, e quanto certe credenze possono condizionare le nostre vite.
Cos’è la superstizione?
La superstizione è il convincimento di una particolare associazione in assenza di argomenti consensuali che la sostengano. Ovvero, credere che portare una zampa di coniglio nel portachiavi porti fortuna. Non ci sono prove che sia vero, ma alcune persone ci credono. Altri esempi di superstizioni sono:
- Esprimere un desiderio dopo aver visto una stella cadente.
- Portare con sé un quadrifoglio per attirare la fortuna.
- Incrociare le dita quando si esprime un desiderio.
- Alzarsi dal letto poggiando per primo il piede destro, pensando che ciò renderà la giornata più facile.
- Considerare alcuni oggetti, come un ferro di cavallo, dei portafortuna.
Le superstizioni, in generale, tentano di attirare la fortuna o scacciare la malasorte. Sono un (presunto) modo per attirare il successo o sventare il fallimento. Pensiamo che attuare questi comportamenti renderà le nostre vite più facili e ci porterà soldi, amore o successo. Sebbene esista un certo numero di superstizioni universali, ogni persona può sviluppare le proprie.
Qual è l’origine della psicologia della superstizione?
Il principio alla base della psicologia della superstizione è il cosiddetto condizionamento operante, individuato da B. F. Skinner. Questi iniziò le sue ricerche con i piccioni. Quando questi animali premevano un pulsante all’interno della gabbia, ricevevano del cibo.
Con il passare del tempo, “appresero” che premere quel pulsante significava mangiare, pertanto iniziarono a premerlo quando avevano fame. In seguito, il sistema venne variato, così se i piccioni eseguivano determinati movimenti, ricevevano un rinforzo. Il risultato finale fu che adottarono dei “comportamenti superstiziosi” in relazione ai movimenti, con l’intenzione di ottenere la ricompensa.
Ebbene, questo è del tutto simile a quanto accade con gli umani con le superstizioni. Un soggetto può associare una conseguenza positiva o negativa a un comportamento specifico. Se, ad esempio, ci presentiamo a un esame con una determinata camicia e otteniamo un buon risultato, è probabile che utilizzeremo lo stesso indumento per gli esami successivi.
Esistono anche altri fenomeni che favoriscono la superstizione, come le profezie auto-avveranti o il pregiudizio di conferma. Tale pregiudizio indirizza l’attenzione delle persone verso quei dati/eventi che confermano l’ipotesi iniziale, ignorando o prestando poca attenzione a quelli che non lo fanno.
Se crediamo alla superstizione del gatto nero e un giorno uno ci taglia la strada, probabilmente daremo la colpa a quell’evento per tutto quello che di negativo potrebbe accaderci durante la giornata, riconducendo gli eventi positivi ad altre cause.
Problemi della psicologia delle superstizione
In generale la superstizione in sé non è negativa. È semplicemente un insieme di credenze che popolano la nostra mente. Tuttavia, può diventare un problema se raggiunge determinati livelli:
- Dipendere da un oggetto o un amuleto al punto da non sentirsi al sicuro senza di esso.
- Credere fermamente in discipline o metodi poco affidabili. Come l’astrologia.
- Far dipendere il proprio rendimento personale dall’esecuzione o meno di alcuni rituali.
Tutto ciò comporta un aumento dei livelli d’ansia e riduce la fiducia nelle proprie capacità. Affidarsi a un oggetto o a un comportamento sottostima la propria capacità di realizzare da sé le cose. È un modo indiretto per sottrarci il merito e dirottarlo verso qualcosa che non lo possiede affatto.
Come combattere la superstizione?
Il modo migliore per combattere la superstizione è usare il potere della mente. Acquisire un atteggiamento critico nei confronti delle associazioni che stabiliamo e con cui operiamo è un buon fattore di protezione contro queste convinzioni. La proattività selettiva limita e affina le idee che ci governano, facendo aumentare indirettamente la nostra libertà.
Esporsi a situazioni in cui ci si può sentire impotenti se non si indossa il proprio amuleto è un buon modo per mitigare l’ansia che tale situazione genera. Alla fine, la superstizione non è altro che una credenza e non una legge della natura. Ecco perché è importante imparare a controllare l’ansia, non solo nei casi legati alla superstizione, ma in generale nella vita.
Per concludere, la superstizione – e quindi la psicologia della superstizione – probabilmente ci accompagnerà, come specie, per sempre. I suoi benefici possono essere vari: come ridurre l’incertezza o aumentare il senso del controllo. D’altro canto, il lato negativo emerge quando essa ci limita o causa ansia.