Quando gli impulsi ci controllano
Ci sono volte in cui gli impulsi ci controllano. Questi nascono dalla parte irrazionale e primitiva che tutti noi abbiamo in quanto esseri umani. Potremmo paragonarli a un animale feroce che, anche se lo addestriamo, in certe situazioni tende ad agire in modo coerente con la sua natura, indipendentemente dal fatto che questa azione sia positiva o meno per i suoi interessi. In questo modo, gli impulsi mettono alla prova il nostro autocontrollo.
Gli impulsi dominanti si trovano alla base di una moltitudine di problemi di natura psicologica. Possiamo nominare le dipendenze come primo esempio, ma gli impulsi fuori controllo sono tipici di altre patologie quali la bulimia o il disturbo borderline.
Essere impulsivi in una certa misura nella nostra vita è normale. Il problema si presenta quando questo impulso prende il controllo, ci fa perdere il nord, ci accieca e ci obbliga ad agire in disaccordo con i nostri valori, le nostre mete o le nostre convinzioni.
Una situazione simile può manifestarsi sotto forma di una tensione emotiva difficile da placare, che alla fine ci fa soccombere alle sue richieste, ci induce a realizzare quello che non desideriamo e a sperimentare un sollievo che ci rafforza. Questo sollievo, tuttavia, è effimero, evapora in fretta e ci provoca, quasi inevitabilmente, un altro sentimento molto più profondo e scoraggiante: la colpa e il pentimento.
Trascorso un po’ di tempo, questa colpa sconfortante può passare all’oblio, le nostre ombre ci minacciano di nuovo di prendere il controllo e noi ripetiamo lo schema impulsivo che ci gratifica momentaneamente e che ci sommerge di nuovo nel pentimento e nel “non ne sono capace, non ce la faccio”. Entriamo quindi in un potente circolo vizioso che può finire per sequestrare buona parte della nostra biografia.
Dove nascono gli impulsi?
Non possiamo conoscere con certezza l’origine esatta degli impulsi, ma possiamo indagare in ogni persona, verificare la sua storia di vita e attribuire valori di probabilità e formulare alcune ipotesi.
La genetica può influire in modo sostanzioso. Se i nostri genitori sono impulsivi, un po’ nevrotici o emotivi, le probabilità che anche noi erediteremo questa caratteristica della personalità saranno maggiori.
E questa caratteristica non la ereditiamo soltanto, possiamo anche impararla per imitazione. Se vediamo che in casa i problemi vengono affrontati con impazienza e impulsività, impareremo a risolvere le avversità seguendo questo modus operandi. La buona notizia è che possiamo imparare a modificare quanto assimilato.
Gli studi ci informano anche della carenza di serotonina nel cervello come responsabile della maggiore predisposizione all’impulsività. È per questo motivo che gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono efficaci per trattare questi disturbi.
In questo senso, tuttavia, bisogna tenere conto del fatto che la cura farmacologica è limitata. In un primo momento, può aiutare a inibire i nostri impulsi, ma l’azione dei farmaci non ci insegnerà condotte alternative funzionali, svilupperemo tolleranza e si manifesteranno certi effetti collaterali.
Sembra che certi vuoti emotivi nell’infanzia potrebbero essere, in certa misura, responsabili della nostra tendenza a compensare in eccesso la nostra vita da adulti con certi impulsi. Quando si passa in rassegna la vita passata delle persone con impulsi patologici, si osservano certe carenze in termini di disponibilità, affetto o regolazione emotiva. Questi “buchi” vogliono essere riempiti con soddisfazioni immediate e in modo intenso.
È allora che possiamo cadere nelle grinfie di dipendenze emotive, alcol, gioco d’azzardo, shopping compulsivo o scatenare una discussione per qualsiasi questione che può mettere in dubbio il nostro valore personale.
Come possiamo agire quando gli impulsi ci controllano?
Imparare ad agire in modo adeguato quando gli impulsi ci dominano non è un compito semplice. Come già detto, a volte si comportano come belve feroci e sappiamo già che domare una fiera non è una questione banale. Richiede pazienza, volontà, ma soprattutto pratica cosciente.
Nonostante ciò, avere un controllo totale dei nostri impulsi non è realista, dunque l’opzione più conveniente è premiarci per i piccoli successi che otteniamo nel tempo.
Tempo per pensare
Il primo passo per poterci liberare dagli impulsi è allontanarci dalla situazione che li ha favoriti. Quando abbandoniamo questa situazione, anche solo per 10 o 15 minuti, limitiamo la libertà degli impulsi, li freniamo.
Gli impulsi durano poco, sebbene sia molto intensi. Questo è un vantaggio che dobbiamo saper sfruttare. Quanto più tempo trascorriamo senza realizzare l’atto impulsivo, maggiori sono le probabilità di risolvere correttamente la situazione.
Etichettare ogni impulso
Dobbiamo dare essi il nome che hanno: «non si tratta che di un altro dei miei impulsi, non devo fare per forza quello che mi dice». Il segreto è dissociare i propri impulsi dalla propria persona, affinché vengano visti come dei nemici che vogliono infastidirci, non come qualcosa che ha a che fare con noi.
Concentrare i cinque sensi su un’altra questione quando gli impulsi ci controllano
A mano a mano che la tensione emotiva perde di intensità, si consiglia di realizzare un’altra attività che ci intrattenga e che mantenga la nostra mente occupata. Potete andare ad acquistare qualcosa senza importanza, per esempio.
Questo ci farà pensare su quello che compreremo, parlare con il commesso, prendere il portafogli, contare i soldi… azioni banali su cui ci concentriamo e che ci fanno guadagnare del tempo prezioso. Non è consigliabile cambiare un impulso con un altro: uscire dalla situazione conflittuale e andare a bere o fumare è cambiare un impulso con un altro e questo non è salutare.
Pensare ai propri obiettivi e alle conseguenze
Se do retta all’impulso, cosa succede? Mi sentirò meglio? Quanto durerà il sollievo? Voglio essere una persona incapace di controllarsi? Questo atteggiamento è in accordo con i miei valori? Se abbiamo chiare le nostre mete nella vita e quali sono i nostri valori, ma stiamo facendo qualcosa che sappiamo che cozza con essi, creeremo una dissonanza cognitiva nella nostra mente.
Questa dissonanza è uno stato mentale fastidioso, un “lo voglio, ma non devo” e la cosa migliore è evitare che si verifichi. Cercate di agire sempre in modo coerente e di andare di pari passo con gli obiettivi che vi siete prefissati nella vita.
Risolvere il problema (se esiste)
Se il problema ha soluzione, non sarebbe male esplorare le possibili alternative per risolverlo. A tale scopo, possiamo adottare la tecnica di soluzione dei problemi.
Se il problema è un prodotto della nostra immaginazione e non ha soluzione, è meglio etichettarlo in quanto tale e provare a ignorarlo.
Tollerare il malessere quando gli impulsi ci controllano
Contenere gli impulsi è possibile solo se si è capaci di sopportare una certa tensione che non è proprio gradevole. È per questo stesso malessere che alla fine gli impulsi ci controllano.
La soluzione è domarli, anche se fa male, anche se provocano ansia. L’ansia o il malessere emotivo non sono altro che emozioni prodotte da reazioni chimiche del cervello, ma non uccidono né provocano catastrofi. Quando impareremo a controllarle, ci accorgeremo che hanno breve durata e che la loro intensità si riduce.
Quando gli impulsi ci controllano, è facile cadere nella loro trappola. Essere consapevoli di come funzionano, però, è il grande passo verso la gestione delle nostre emozioni. Quando sapremo cosa ci succede, da dove proviene e come possiamo controllarlo, la parte difficile è mantenere il controllo. Con pazienza e grandi dosi di accettazione del malessere, ci sarà possibile avere la meglio sugli impulsi.
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