Rabelais, biografia dello scrittore e umanista francese

François Rabelais ha scritto una serie di opere che insieme sono conosciute come "Gargantua e Pantagruel", due simpatici giganti che sono sempre desiderosi di soddisfare i propri sensi. Con queste storie, Rabelais mette in scena una satira che svela le grandi verità del suo tempo.
Rabelais, biografia dello scrittore e umanista francese
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 20 febbraio, 2023

François Rabelais è stato definito da molti un maestro dell’insolito. La sua vita e la sua opera possono essere interpretate come una satira pungente che mette in dubbio le verità indiscutibili del suo tempo e che esalta il mondo dell’umano, in contrapposizione al mondo del divino.

Questo scrittore e medico francese si è guadagnato un posto d’onore nella storia della letteratura attraverso i quattro romanzi di Gargantua e Pantagruel. Dopo la sua morte ne venne pubblicato un quinto, ma molti mettono in dubbio l’autenticità della sua paternità.

Eppure, c’è anche chi afferma che Rabelais rappresentò per la Francia ciò che Cervantes fu per la letteratura spagnola e Shakespeare per quella inglese.

L’aspetto più sorprendente della sua personalità e del suo lavoro è che i critici non sono mai stati concordi su come valutarli. Si dice che Rabelais fosse ateo e credente; protestante e cattolico; intellettuale e imbroglione.

Della sua opera, che è un diversivo o un trattato; che è comica o filosofica; che è critica o banale. Forse è proprio questa molteplicità di interpretazioni a spiegare il suo genio.

“Il tempo fa maturare tutto. Attraverso di esso, diventa tutto evidente. Il tempo è il padre della verità.”

-Francois Rabelais-

Rabelais, un uomo religioso?

Si sa molto poco dei primi anni di vita di Rabelais, scrittore e umanista francese. Non è certa nemmeno la sua data di nascita, sebbene sia probabilmente il 1494, a La Deviniere, vicino a Chinon, nella Francia occidentale. Attualmente una casetta viene considerata la sua casa d’origine, ma non vi è certezza assoluta al riguardo.

Era figlio di Antonio Rabelais, ricco proprietario terriero che probabilmente possedeva diversi vigneti nella regione, in società con un avvocato. François Rabelais venne mandato in convento in tenera età, apparentemente senza vocazione. A quel tempo, l’accesso alla conoscenza poteva avvenire solo attraverso gli ordini religiosi.

Rabelais cambiò molti ordini, prima in un convento, poi in un altro. Iniziò con i francescani e poi passò ai benedettini. Tuttavia, il tempo trascorso negli ordini religiosi gli permise di entrare in contatto con alcuni dei più brillanti intellettuali della sua epoca e di approfondire gli studi in teologia, latino, greco, astronomia e filosofia.

Rabelais, un brillante medico

François Rabelais era un uomo inquieto, restio a seguire le regole e la disciplina e, soprattutto, molto critico a livello intellettuale. Né era molto d’accordo a rimanere chiuso nel chiostro che la vita religiosa gli richiedeva, motivo per cui poco tempo dopo abbandonò le abitudini religiose, fino a rinunciare definitivamente agli ordini.

Intorno al 1527 iniziò a studiare medicina e nel 1530 ottenne la laurea in medicina all’Università di Parigi. Si dice che prima di laurearsi avesse già curato dei pazienti senza qualifica.

Nel frattempo, il Rinascimento avanza e Rabelais venne contagiato dal suo spirito. Grazie ai suoi studi nelle lingue classiche, conosceva le opere di Galeno e di Ippocrate, verso i quali dapprima mostrò grande ammirazione per poi sollevare dubbi sulle loro teorie.

Nel 1532 lavorava come medico in un ospedale di Lione, città che a quel tempo era il centro culturale della Francia. In particolare, fu l’epicentro della produzione editoriale. Proprio qui Rabelais pubblicò la sua prima opera La terribilissima vita del grande Gargantua, sotto lo pseudonimo di Alcofribas Nasie.

Un’opera per i posteri

Il successo dell’opera di François Rabelais fu immediato. Il suo romanzo era venduto ovunque, al punto che, si dice, vendette più copie della Bibbia a suo tempo. Per questo, appena due anni dopo, il grande scrittore francese pubblicò un secondo volume che aveva come protagonisti i suoi personaggi Garagantua e Pantagruel.

Tali personaggi non sono stati inventati da Rabelais. Erano presenti in molte leggende popolari e facevano anche parte della mitologia celtica. Probabilmente avevano un alone di divinità prima che il cristianesimo prendesse piede in Francia. Per questo il solo fatto di riscoprirli aveva un non so che di eretico.

Nei suoi romanzi, Rabelais mette in scena vizi e virtù umane servendosi dell’umorismo ed esaltando le urgenze dei sensi, in modo grottesco ed esaltato allo stesso tempo, come fece Miguel de Cervantes con Don Chisciotte. Tra le righe, si possono evincere molte verità teologiche messe in discussione e la satira delle usanze prevalenti all’epoca.

Come quasi sempre accade, una satira così pungente causò grandi problemi a Rabelais, i cui libri vennero banditi più volte, fino a salvarsi miracolosamente dalla Santa Inquisizione. Stava per essere arrestato e giustiziato quando venne sorpreso dalla morte, il 9 aprile 1553 a Parigi.


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  • Febvre, L. (1993). El problema de la incredulidad en el siglo XVI: la religión de Rabelais (Vol. 161). Ediciones Akal.

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