Rapporto dello psicologo forense: linee guida
Il rapporto dello psicologo forense è un documento, di carattere scientifico e oggettivo, che riporta i risultati e le conclusioni di una perizia. Va dunque considerato come un documento legale. Inoltre, richiede una particolare responsabilità e chi lo redige può dover difendere le sue conclusioni dinnanzi a un Tribunale, qualora fosse necessario.
Questa difesa non implica un vizio di forma, bensì viene stabilita nel quadro di un processo. A seguire daremo un esempio di rapporto dello psicologo forense, in modo da capire meglio di cosa si tratta.
Modello di rapporto dello psicologo forense
1. Informazioni generali
Le ragioni della perizia devono essere formulate dall’istanza giudiziaria che ne fa richiesta, nel modo più chiaro possibile, preciso e concreto. La data di consegna non va riportata nel rapporto, ma è consigliabile apporre l’effettiva decorrenza perché tutta la procedura dipende dal tempo a disposizione, dalla persona o dalle persone sottoposte a perizia e dalle circostanze.
Ad esempio:
PERIZIA PSICOLOGICA N°…
Luogo e data di emissione della perizia: Milano, 9 novembre 2018
Alla.c.a. …. Procura della Repubblica, c/o Tribunale di
Rilasciato da: Psicolologo … Iscritto all’Albo degli Psicologi della Regione …
Oggetto: Determinare la condizione di disabilità intellettiva
2. Dati di identificazione dell’utente
Vanno inclusi i dati sensibili dell’utente e questo perché, in genere, la perizia ruota intorno a una persona. E questo nonostante il tempo a disposizione per elaborare la perizia e la comodità di ingaggiare altre persone che possano offrire informazioni rilevanti al fine di soddisfare la richiesta (motivo della perizia).
Di conseguenza, dipenderà dal proprio giudizio professionale e, a volte, dalla pura e semplice logica del caso.
Dovrà includere i seguenti dati
Nome e cognome:
Data e luogo di nascita:
Istruzione:
Professione:
Stato civile:
Indirizzo:
Numero di telefono:
In questo esempio abbiamo l’utente e altre due persone che verranno valutate:
- Antonio Russo, di anni 9
- Sig.ra Maria Rossi, madre di Giuseppe Franco
- Sig. Antonio Franco, padre di Giuseppe Franco
3. Metodologia
Elenchiamo a seguire alcuni dei principali elementi della metodologia:
3.1. Fonti
- Le fonti sono risorse o mezzi per ottenere le informazioni necessarie per elaborare la perizia. Per questo non vengono menzionate nel verbale di consulenza tecnica.
- Il perito psicologo deve gestire due o più ipotesi sul caso, in base alla complessità di quest’ultimo. Le ipotesi devono basarsi sulla letteratura, sulle prove scientifiche, su perizie precedenti simili, sull’esperienza professionale, ecc.., e servono per elaborare la metodologia. Non vengono menzionati nel verbale.
- Esempi di fonti: dossier, osservazione comportamentale, intervista, strumenti di valutazione psicologica, ecc.
3.2. Tecniche e strumenti
- Innanzitutto verranno descritti uno a uno e brevemente le tecniche e gli strumenti di cui si farà uso per ottenere informazioni. Ma anche l’utilità di questi nel corso della perizia e l’autore o gli autori degli stessi. In tal modo il lettore interessato potrà consultare le fonti citate.
- L’intervista aperta non ha autore. Se il professionista ha elaborato un’intervista semistrutturata per l’occasione, la deve considerare una “Intervista semistrutturata disegnata ad hoc“.
- L’impiego di ogni strumento deve essere debitamente messo in pratica e giustificato, il che permette di esaminare il criterio del perito nella scelta degli strumenti più idonei.
4. Precedenti del caso
Si tratta di un riassunto delle informazioni che giustifica la perizia. Questo punto è fondamentale per comprendere la natura del problema, la rilevanza della perizia e i possibili risultati dello stesso.
Questi dati provengono principalmente dal dossier. I precedenti familiari, in caso di registrazione, verranno inclusi nelle interviste, per cui fanno parte dei risultati.
5. Risultati sul rapporto dello psicologo forense
Vengono elencati le tecniche e gli strumenti applicati, secondo l’ordine cronologico e indicando il giorno e l’ora dell’applicazione. Ma anche la durata della sessione e i risultati ottenuti senza interpretazione, visto che quest’ultima avviene nell’Integrazione dei risultati.
È possibile fondere la sezione dei Risultati e l’Integrazione dei risultati, descrivendoli in questo ordine. Per Risultati si intende le informazioni specifiche e rilevanti per rispondere all’oggetto della perizia. I risultati devono corrispondere a ciò che è l’oggetto dell’indagine nella sezione Strumenti o Protocollo di Valutazione. Bisogna rispettare l’ordine di valutazione scelto (bambino, madre, padre) e di applicazione delle tecniche e degli strumenti selezionati.
Infine, chiunque stili una consulenza tecnica deve fare attenzione a non dare carattere di veridicità o di effettività a commenti o affermazioni che non abbiano valore medico, legale o amministrativo o di cui non è stata accertata la veridicità.
In questi casi bisogna utilizzare frasi come “secondo la signora”, “secondo quanto riportato dal signor…”, “secondo quanto indicato dal documento…”, “stando alle parole della signora…”, “il bambino dice…”.
6. Integrazione dei risultati
Si tratta di integrare tutte le informazioni rilevanti secondo un senso logico; ciò permetterà allo psicologo di redigere delle conclusioni coerenti con quanto precedentemente esposto.
In molti casi il professionista ha bisogno di utilizzare elementi teorici o dati scientifici affinché il lettore capisca l’interpretazione dei risultati. Se ci si dovesse trovare in questa posizione, bisognerà riportare i relativi appuntamenti e includere la fonte completa nella sezione ‘Riferimenti’.
7. Conclusioni sul rapporto dello psicologo forense
Dovrà contenere una risposta chiara e precisa agli interrogativi che hanno indotto alla perizia, riconoscendo il livello di obiettività e la portata delle informazioni.
In qualunque caso, l’ideale è che nel rapporto ogni deduzione sia accompagnata da un giudizio di certezza sull’inferenza stessa, esponendo il margine di errore a disposizione del professionista che ha redatto il rapporto.
Nelle conclusioni di un rapporto forense possiamo trovare anche le risorse usate per la perizia, visto che in molti casi queste ultime sono associate esattamente al margine di errore di cui abbiamo parlato.
Alcuni di questi possono essere: tempo, facilità logistica, accesso alle personalità professionali necessarie, collaborazione degli utenti che partecipano alla perizia, età o stato mentale delle persone valutate, ecc.
8. Raccomandazioni
Vengono indicate solo se richieste dall’autorità giudiziaria e incluse nella perizia oppure se il perito considera necessario che l’autorità le acquisisca nel rapporto forense.
Sono associate a consigli di trattamento, nuove valutazioni, acquisizione di informazione aggiuntiva per una migliore valutazione del caso, informazione utile all’adozione di misure di protezione, ecc.
9. Riferimenti
Anche i riferimenti sono necessari nel rapporto dello psicologo forense. Sono molto importanti visto che permettono di consultare le fonti di natura teorica, tecnica e scientifica utilizzati dal perito per sviluppare la perizia e per la redazione del rapporto.
10. Documenti allegati al rapporto dello psicologo forense
A seconda del caso o della complessità delle informazioni ottenute, conviene allegare video, test, questionari, disegni, documenti, ecc. Non è comune allegare materiale di valutazione, da presentare solo se è il giudice, il notaio o l’avvocato a farne richiesta formale. Qualora venisse allegato al verbale, si richiederà di numerare ciascun allegato (Allegato 1,2,3…) e spiegarne il contenuto.
Per riassumere, nelle linee guida appena menzionate abbiamo sintetizzato le sezioni raccomandate per ogni rapporto dello psicologo forense. Bisognerà valutare le sezioni in cui andrà apposta ogni informazione, da quali dati accompagnarla e fino a che punto si potranno fare delle deduzioni.
Nell’ambito della Psicologia Forense, le conclusioni del perito possono pendere verso un lato della bilancia. Tuttavia, l’ultima decisione spetterà sempre al giudice.
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