Rollo May e la psicologia esistenzialista
Rollo May è una delle figure chiave della psicologia, in quanto ingloba nel suo pensiero diverse correnti. Sebbene a volte venga associato alla psicologia umanista -e persino alla psicoanalisi- in realtà il suo merito è stato aver gettato le basi della psicologia esistenzialista. Si tratta di un argomentazione piuttosto interessante, in cui confluiscono filosofia e psicologia.
Rollo May nacque nell’Ohio (Stati Uniti) nel 1909 e morì a San Francisco nel 1994. La sua famiglia apparteneva alla classe media e viveva in un contesto che si autodefiniva anti-intellettuale. Tale contesto rifiutava, infatti, lo studio e la scienza. I suoi genitori si separarono quando lui frequentava le superiori.
Sua sorella ebbe un crollo mentale e May si vide costretto a interrompere gli studi per tornare a casa a prendersi cura della madre, della sorella e del fratello minore.
È una buffa abitudine quella degli esseri umani, che corrono più velocemente quando sentono di essersi smarriti.
-Rollo May-
Tutto questo segnò per sempre la psiche di Rollo May, che più volte cadde in uno stato di profonda depressione. Quando terminò gli studi, andò in Grecia, dove si lasciò influenzare dallo spirito filosofico. Da allora, la filosofia iniziò ad avere un ruolo fondamentale nell’ambito dei grandi turbamenti che lo attanagliavano.
La formazione accademica di Rollo May
Rientrato dalla Grecia, e sopraffatto da uno dei suoi momenti di depressione, entrò allo Union Theological Seminary di New York. Il suo intento non era esattamente quello di diventare sacerdote, semplicemente trovò tale luogo ideale per riflettere sui temi che lo turbavano. In particolare, il suicidio, la disperazione e l’ansia. All’epoca, la psicologia non prestava attenzione a queste dimensioni.
Durante il periodo in seminario conobbe il teologo Paul Tillich, con cui strinse un’amicizia che sarebbe durata tutta la vita. Ebbe la sfortuna di contrarre la tubercolosi e per questo interruppe gli studi e fu trasferito in una clinica, dove rimase per tre anni.
Durante la convalescenza ebbe l’opportunità di approcciarsi a letture che avrebbero lasciato in lui un segno indelebile. In particolare, tutta la letteratura di Freud e, soprattutto, i libri di Soren Kierkegaard, padre dell’esistenzialismo. Sebbene apprezzasse gli apporti dati dalla psicoanalisi, giunse alla conclusione che l’esistenzialismo era più che altro espressione dell’essere umano in crisi.
Una nuova direzione
Da questa lunga convalescenza dovuta alla tubercolosi, emerse un nuovo Rollo May. Una volta guarito e dimesso dalla clinica, rientrò a New York per concludere gli studi di teologia, nel 1938. Successivamente, decise di studiare psicoanalisi e, quindi, prese il dottorato in psicologia presso l’Università della Colombia.
Rollo May si interessò anche agli psicologi umanisti. Dai loro scritti e riflessioni, riuscì a dare una struttura esistenzialista alla psicologia, che si fondava essenzialmente su quattro pilastri:
- L’uomo è dominato da forze antagoniste e questo causa in lui angoscia, che è anch’essa un motore della sua esistenza.
- Il senso che ogni persona dà alla propria vita è visibile nella capacità decisionale e nell’impegno.
- L’essere umano non deve essere necessariamente in un modo o in un altro. Ciascuno è, diventa ed è artefice di se stesso.
- La psicoterapia aiuta a guardare ben oltre il visibile, a interpretare i segni che si manifestano nella vita dell’individuo.
La teoria di Rollo May
In quanto psicologo esistenzialista, Rollo May portò al centro della propria riflessione l’analisi sul senso dell’esistenza e sulla libertà. Pone il dilemma costante nella vita umana: l’essere oggetto e soggetto allo stesso tempo. Oggetto, perché su di lui ricadono le conseguenze delle azioni altrui. Soggetto, perché è anche un agente nei confronti della propria realtà.
Sostiene che il conflitto sia la massima essenza della vita. Il solo fatto di esistere già presuppone una serie di conflitti che restano sempre irrisolti. Non si tratta di conflitti esterni, bensì interni. Non sono negativi, piuttosto una condizione dell’esistenza stessa.
La psicoterapia esistenziale proposta da Rollo May è un processo in cui si ricerca l’esistenza dell’individuo che chiede aiuto. Si indaga sui principali turbamenti che lo sopraffanno, e che vengono analizzati mediante il dialogo.
L’obiettivo è rilevare i pregiudizi e individuare i procedimenti che scatenano effetti negativi. La cosiddetta psicoterapia non necessariamente porta al benessere, bensì a un approccio più razionale nei confronti della vita.
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- May, R. (1990). Amor y voluntad: las fuerzas humanas que dan sentido a nuestra vida. Gedisa Mexicana.
- May, R. (1968). El dilema existencial del hombre moderno. Paidos.
- May, R. (1988). Libertad y destino en psicoterapia. Desclée de Brouwer.