Sedie vuote, il Natale si tinge di nostalgia

Tavola apparecchiata, sedie vuote, relazioni spezzate, famiglie separate. Il Natale, per molti tempo di allegria e riunioni, si tinge di nostalgia, tristezza, angoscia e inquietudine.
Sedie vuote, il Natale si tinge di nostalgia
Raquel Aldana

Scritto e verificato la psicologa Raquel Aldana.

Ultimo aggiornamento: 17 dicembre, 2021

Tavola apparecchiata, sedie vuote, relazioni spezzate, famiglie separate. Il Natale, per molti tempo di allegria e riunioni, si tinge di nostalgia, tristezza, angoscia e inquietudine. Il bagliore di queste date non esiste più. Non avvertiamo più la gioia.

Non ci sono sfarzi perché manca qualcuno, tutto cambia quando con gli anni perdiamo l’entusiasmo che ci invadeva da bambini, non manteniamo più l’innocenza ci faceva godere di ogni piccolo dettaglio che i risentimenti e le assenze di adesso non ci permettono di godere.

Perché veniamo invasi dalla tristezza? Quando le feste si avvicinano e iniziano i preparativi, i regali, le decorazioni e la scelta del menu, i ricordi volano e le menti pensano. Non possiamo evitarlo.

Cappello di Babbo Natale sulla sponda del fiume.

Quanti siamo il 24? E il 25? Chi viene e dove sto andando?

Quanti siamo il 24 ? E il 25? Chi viene? Inevitabilmente, di fronte a queste domande, appaiono le sedie vuote. Sedie vuote che corrispondono a persone che non ci sono, che si sono trasferite o che sono morte.

Ricordi di tempi andati, tempi che ora sentiamo più felici, più appaganti, più nostri di quelli a venire e, naturalmente, di quelli attuali.

“La persona lontana, la cui vita ha preso un’altra strada, quella che ha scelto di non esserci, quella che è venuta a mancare.” Sedie vuote che in queste date ci accompagnano e rendono il momento presente più triste. 

Una sofferenza che abbiamo tenuto anestetizzata, addormentati dalla routine quotidiana. Le sedie vuote fanno male, riempiono gli occhi di lacrime, le anime di dolore e gli abbracci spezzati.

Fanno male, è vero, ma nelle sedie vuote c’è uno spazio da accogliere, da accettare e da nominare senza facce tristi. Sebbene sia lecito piangere per gli assenti, chi è presente merita il nostro sorriso.

Non dobbiamo sforzarci di essere felici, ma si consiglia di cercare uno stato di pace e tranquillità. La paura, la rabbia e la tristezza non sono perenni, sebbene ci facciano paura.

Il Natale è una contraddizione

Il Natale è di per sé una contraddizione. La magia generata dalla condivisione e dal ricongiungimento si scontra con il dolore per chi è assente; la nostalgia per il defunto o il risentimento per una sedia vuota scelta o provocata dai disaccordi.

I presenti dovrebbero parlare con naturalezza. In caso contrario, l’ombra della sedia vuota diffonderà uno stato d’animo contraddittorio e si creerà un’atmosfera di parole spezzate.

Non possiamo ignorare le sedie vuote, ma nemmeno quelle occupate, piene di presenza e di amore. Probabilmente non tutte le sedie occupate ci offrono benessere, ma ciò non deve privarci della possibilità di goderci il momento. La vita, per definizione, a un certo punto ci separerà dalle sedie che adoriamo oggi.

Pupazzi di neve innamorati.

Sedie vuote a Natale

In certe date, adorate da alcuni e spiacevoli da altri, non possiamo dimenticare di brindare a tutto quello che abbiamo.

È sempre bello alzare i calici ed essere grati del fatto che il nostro cuore continua a battere. Diamo pace alle sedie occupate e ricordiamo i bei momenti in cui le sedie vuote erano tra noi.

Vi auguriamo con tutto il cuore di trascorrere giorni meravigliosi, pieni di divertimento e complicità. Buone vacanze!


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