Che ruolo gioca la sensibilità all'ansia nel consumo del tabacco?

Che ruolo gioca la sensibilità all'ansia nel consumo del tabacco?

Ultimo aggiornamento: 27 marzo, 2017

Tutti abbiamo detto o sentito almeno una volta la tipica frase “sono nervoso, ho bisogno di fumare”. La convinzione che il tabacco abbia un forte potere ansiolitico è diffusa al punto da essere entrata a far parte dell’inconscio collettivo di tutti noi. In molti credono che il tabacco abbia effetti rilassanti simili a quelli di un infuso di valeriana. Di conseguenza, molte persone continuano a fumare con l’unico scopo di tenere a bada l’ansia.

In realtà, non funziona proprio così. Il tabacco è una sostanza eccitante –  fumando, ci attiviamo di più. Di conseguenza, cresce anche il nostro nervosismo. La “tranquillità” che si prova all’inizio, alle prime boccate, è legata al fatto che stiamo soddisfacendo il bisogno del nostro organismo di consumare la sostanza assuefante, non perché esista un reale effetto rilassante. Di fatto, la nostra sensibilità nei confronti dell’ansia influisce fortemente sul nostro consumo di tabacco.

 “Il vero volto del fumo sono la malattia, la morte e l’orrore. Non il fascino che l’industria del tabacco  tanto propaganda”

-David Byrne-

L’ansia e le prime boccate

Per cominciare, cosa si intende per sensibilità nei confronti dell’ansia? La sensibilità all’ansia è il timore che alcune persone provano verso l’ansia in sé e i suoi sintomi. Queste persone credono che lo stress abbia per loro conseguenze molto gravi. Quando individuano sintomi che indicano l’arrivo di quell’emozione, si produce automaticamente un’amplificazione della stessa.

Il pericolo di avere una forte sensibilità all’ansia quando si fuma è che queste persone anelano i vantaggi di quelle prime boccate che riducono temporaneamente l’ansia. Poiché ritengono il consumo di tabacco un elemento utile a ridurre l’ansia, possono essere portate a cominciare a fumare abitudinariamente. Inoltre, avranno una scusa per non smettere.

Queste persone sono convinte che fumare sia un modo accettabile di ridurre l’ansia. In altre parole, faranno del consumo di tabacco una strategia per regolare l’ansia. Per questo motivo, è fondamentale imparare e mettere in pratica tecniche diverse per affrontare lo stress. Bisognerebbe, infatti, imparare a gestirlo in un modo che non metta a repentaglio la propria salute.

Come agisce la sensibilità all’ansia quando fumiamo?

La sensibilità all’ansia gioca un ruolo importante non solo quando si inizia a fumare, ma anche continuando a farlo. Le variabili in gioco non riguardano soltanto la maggiore sensibilità che determinate persone provano verso l’effetto ansiolitico del tabacco ottenuto con le prime boccate. Esistono altri fattori di rilievo.

 “Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi vivere”

-Jim Rohn-

In concreto, le persone con un’alta sensibilità all’ansia sentono maggiormente gli effetti positivi del fumo, traendone di conseguenza una maggior soddisfazione. La ricompensa psicologica legata al tabacco, inoltre, per loro aumenta. Tutto questo non porta soltanto ad una riduzione dell’ansia, ma consente la comparsa di emozioni positive che porteranno questi individui ad adottare il vizio del fumo.

Ciò farà sì che le persone con un’alta sensibilità all’ansia fumino irrimediabilmente di fronte a situazioni stressanti che generano in loro emozioni negative. Nuovamente, dunque, usano la scusa del fumo come metodo per regolare lo stress, anziché affrontarlo in maniera propositiva.

Qual è il ruolo della sensibilità all’ansia rispetto alla decisione di smettere di fumare?

La sensibilità all’ansia influisce in maniera particolare quando si cerca di smettere di fumare. Interferisce in modo diretto nel tentativo di abbandonare il consumo di tabacco, poiché il fumatore presenta sintomi di astinenza più intensi nella prima settimana. Per questo motivo, avrà difficoltà a smettere e correrà maggiori rischi di ricadute. 

A queste persone viene spesso attribuito un elevato numero di tentativi falliti, il che le porta a sentirsi incapaci di riuscirvi. In ultimo, credono che l’unica cosa che otterranno smettendo di fumare sia una crescente sensazione di malessere. Come abbiamo già detto, queste persone temono di arrivare a provare un’ansia ancora maggiore. Tutto questo implica un handicap aggiunto al processo di per sé difficile di abbandono del tabacco.

 “La consapevolezza del fatto che la salute dipenda dal controllo delle nostre abitudini, fa di noi la  prima generazione nella storia in grado di determinare in gran parte il suo proprio destino”

-Jimmy Carter-

Per tutti questi motivi, risulta particolarmente interessante studiare il fenomeno della sensibilità all’ansia con le persone che desiderano smettere di fumare. Per poterci lavorare, è necessario che siano esposte gradualmente all’ansia stessa. Devono arrivare a sentirla, soltanto così scopriranno che non è da temere e che sono in grado di gestirla, andando a ridurre drasticamente gli effetti negativi della loro sensibilità sui tentativi di smettere di fumare.

Immagini per gentile concessione di Stas Svechnikov, Lucas Filipe e Dmitry Ermakov.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.