Sete: tipi e funzioni

La sete è un meccanismo fisiologico di autoregolazione che aiuta a bilanciare i livelli di acqua e sali nel corpo e nelle cellule. Vi invitiamo a scoprire i due tipi di sete esistenti e gli stimoli che innesca ciascuno di essi.
Sete: tipi e funzioni
Laura Ruiz Mitjana

Scritto e verificato la psicologa Laura Ruiz Mitjana.

Ultimo aggiornamento: 26 settembre, 2022

La sete è un meccanismo autoregolante dell’omeostasi (stato di equilibrio) del corpo. È caratterizzata da sensazione di secchezza di fauci e faringe, oltre a un desiderio urgente di bere acqua o altri liquidi.

In questo articolo parliamo dei diversi tipi di sete, degli stimoli che li innescano e delle conseguenze a livello chimico nel corpo quando ci sentiamo assetati.

Le funzioni dell’acqua nel corpo

Circa due terzi del corpo umano è costituito da acqua, la maggior parte della quale si trova all’interno delle cellule. Il corpo ha bisogno di acqua per garantire diversi processi fisiologici, come ad esempio:

  • Circolazione sanguigna.
  • Regolazione della temperatura.
  • Digestione.
  • Eliminazione delle sostanze di scarto.

È importante mantenere una corretta idratazione del corpo, perché la disidratazione è altamente controindicata. Tra le conseguenze più comuni, si ricordano alterazioni a carico di neuroni e reni.

Bambina che beve acqua.
In caso di sete osmotica, le cellule del corpo perdono acqua (disidratazione cellulare).

Tipi di sete

La sete è definita come “il  bisogno di bere liquidi”. Un processo fisiologico di base, un istinto naturale. Grazie a questo meccanismo, regoliamo il contenuto idrico del corpo e delle cellule, prevenendo la disidratazione.

È causata principalmente da mancanza di idratazione o da un aumento della concentrazione di sali minerali e ne esistono due tipi.

1. Osmotica

La sete osmotica è prodotta dall’evaporazione o dall’ingestione di una grande quantità di sale attraverso il cibo. Le cellule espellono acqua per compensare la maggiore concentrazione di sali nel corpo, motivo per cui il cervello invia il segnale della sete.

Lo causa è la disidratazione cellulare. Mangiare cibi salati aumenta la tonicità (concentrazione di soluto) del liquido interstiziale. Quando mangiamo un pasto salato, andiamo incontro a un tipo di sete puramente osmotico.

Il sale viene assorbito dall’apparato digerente e passa nel plasma. Questo diventa ipertonico, provocando l’espulsione dell’acqua dallo spazio interstiziale a quello intravascolare. Lo spazio interstiziale diventa quindi ipertonico, il che provoca l’uscita dell’acqua dalle cellule.

Infine, il sodio in eccesso viene espulso dai reni, insieme all’acqua ottenuta dai liquidi interstiziali e intracellulari. Il risultato finale è che le cellule perdono acqua (in nessun momento il volume del plasma diminuisce).

La chimica della sete osmotica

Si attivano una serie di osmocettori (recettori sensoriali nell’ipotalamo) che, a loro volta, stimolano i neuroni nel nucleo preottico mediano.

Questi attivano altre strutture dell’ipotalamo che causeranno la secrezione di una sostanza, la vasopressina, da parte della neuroipofisi. Il rilascio della suddetta causa ritenzione idrica e sete.

Il nucleo preottico mediano presente nell’ipotalamo coordina i numerosi stimoli che provocano la sensazione di sete osmotica e volumetrica.

2. Volumetrica, o ipovolemica

È indotta da un ridotto af flusso sanguigno. Quest’ultimo può verificarsi a seguito di disidratazione, come nel caso della sete osmotica, ma anche da:

  • Emorragia.
  • Vomito.
  • Diarrea.

I recettori della sete volumetrica si trovano nei reni, nel cuore e nei grandi vasi sanguigni (i cosiddetti barocettori, che inviano informazioni al nucleo del tratto solitario, presente nel midollo allungato).

La chimica della sete volumetrica

Si assiste a un ridotto afflusso di sangue ai reni, che attiva il sistema renina-angiotensina. I reni secernono renina, enzima che catalizza la trasformazione della globulina plasmatica a2 in Angiotensina I.

Questa viene idrolizzata per diventare angiotensina II, rilevata dalle cellule dell’organo subfornicale che attiva il nucleo preottico mediano dell’ipotalamo.

La suddetta attivazione è correlata alla ritenzione idrica e alla sensazione di sete, ma anche all’attivazione del sistema nervoso autonomo per produrre vasocostrizione.

Ciò garantisce una pressione sanguigna funzionale e adeguata, compensando la diminuzione dell’afflusso intravascolare.

Acqua potabile dell'uomo dopo sport.
La sete osmotica è causata da un deficit di liquido intracellulare; la sete volumetrica da un deficit di liquido intravascolare (sangue).

Come dissetarsi

Entrambi hanno lo scopo di regolare i livelli di sale e acqua nell’organismo, così da garantire un’adeguata omeostasi (che si traduce in salute e buone condizioni fisiche).

La sete osmotica si manifesta dopo un pasto ad alto contenuto di sale, quando le cellule del chiedono acqua per compensare la maggiore concentrazione di sali nell’organismo. Per calmare tale sensazione, dobbiamo bere acqua.

D’altra parte, la sete volumetrica compare a seguito di attività fisica intensa per cui si perdono acqua e sali minerali attraverso il sudore. Può essere indotta, tuttavia, anche da diarrea, vomito o perdita di sangue).

In seguito a ciò, il volume del sangue si riduce. In questi casi è possibile alleviare la sensazione di sete bevendo acqua e ingerendo sali per compensarne la perdita.

Conclusioni

Il deficit di fluido intracellulare (all’interno delle cellule) provoca sete osmotica, mentre il deficit di fluido intravascolare (sangue) causa sete volumetrica.

Sebbene entrambe inducano a bere, quella osmotica è più potente. Conoscevate i due tipi di sete che provano gli esseri umani? Quale pensate di provare più spesso?


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