Sindrome da crepacuore e dolore fisico

"Sentire un groppo in gola" o "avere il cuore spezzato" sono espressioni che usiamo in senso figurato. Tuttavia, il dolore emotivo può effettivamente avere manifestazioni fisiche di questo tipo.
Sindrome da crepacuore e dolore fisico
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio, 2023

Quando attraversiamo momenti di grande sofferenza emotiva, possiamo dire che il cuore ci fa male. Questa frase, a metà tra il poetico e il letterale, ci aiuta a esprimere la grandezza del dolore vissuto. Ed è che un cuore spezzato, metaforicamente parlando, spesso porta con sé vari disturbi fisici. Non a caso, si parla di sindrome da crepacuore.

La sfera fisica e quella psichica non sono separate, piuttosto sono connesse e quasi invariabilmente i problemi in una si manifestano anche nell’altra. Diversi studi scientifici indicano che il dolore emotivo può davvero manifestarsi a livello fisico.

Sindrome da crepacuore

Molte situazioni vitali possono portarci ad affermare di avere il cuore spezzato. La morte di una persona cara, una rottura amorosa, il tradimento di un amico, una delusione da parte di qualcuno di cui ci fidavamo pienamente, etc.

Quando diciamo di avere il cuore spezzato, esprimiamo una tristezza opprimente, intensa nostalgia, un dolore che ci paralizza. Con queste parole cerchiamo di catturare la sofferenza emotiva che stiamo provando, così intensa da sembrare tangibile.

Ci sentiamo confusi, persi, vulnerabili e devastati. Perdiamo interesse per tutto quello che ci circonda e l’energia sembra lasciare il nostro corpo. Il presente diventa insopportabile e il futuro inimmaginabile. Cominciamo a sentirci deboli, fragili e incapaci di affrontare le avversità.

Donna con dolore fisico ed emotivo.

Un dolore che si sente a livello fisico

La scienza ha scoperto che la stessa area cerebrale che elabora il dolore fisico è anche responsabile dell’elaborazione del dolore emotivo. Così come ci sono lesioni fisiche che provocano dolore cronico, ci sono anche ferite emotive da cui molte persone non riescono a riprendersi.

Le manifestazioni fisiche del disagio emotivo sono diverse e note a tutti. Chi non ha provato una stretta alla gola quando la tristezza o l’angoscia erano intense? Chi non ha sentito il cosiddetto nodo allo stomaco in una situazione che generava ansia?

I disturbi psicosomatici ci accompagnano fin da bambini, rivelando a livello organico il carico emotivo che non siamo in grado di gestire. Molti bambini sperimentano frequenti mal di testa o disturbi digestivi per i quali non si trova alcuna causa fisiologica, poiché sono causati da disagio psicologico.

Una volta adulti possiamo soffrire anche di dolori muscolari, mal di testa, bruciore di stomaco o indigestione, irritazioni cutanee e infiniti sintomi fisici dovuti a cause emotive.

Ma, senza dubbio, la manifestazione più sorprendente di questo fenomeno è la cosiddetta sindrome da crepacuore.

Donna con le mani sul viso che prova dolore emotivo.

Sindrome da crepacuore

Questa malattia non spezza letteralmente il cuore, ma lo deforma. Quando si attraversa una situazione che è fonte di elevato stress emotivo, nel corpo si verifica un improvviso rilascio di grandi dosi di catecolamine.

L’aumento di queste sostanze fa salire alle stelle la frequenza cardiaca, generando danni fisici e reali al cuore. Qualcosa di tangibile e facile da visualizzare nei test diagnostici. La persona che ne soffre manifesta sintomi simili a quelli di un infarto, come dolore al petto e mancanza di respiro.

È una malattia per la quale esiste cura e che non provoca sequele permanenti. Pur così, il fenomeno è abbastanza importante da invitarci a riflettere.

Sviluppare la resilienza per prevenire la sindrome del crepacuore

Le esperienze stressanti che possono causare la sindrome del crepacuore sono relativamente comuni, di fatto molte persone le affrontano senza mai sperimentare questo disturbo.

Allo stesso modo, non tutti abbiamo la stessa predisposizione a manifestare sintomi somatici quando affrontiamo avversità emotive.

La differenza risiede nei livelli di resilienza, ovvero le abilità e le risorse personali a nostra disposizione per affrontare situazioni negative, inaspettate o stressanti. Le strategie di coping che adottiamo fanno la differenza nel grado in cui tali esperienze ci influenzano.

Per fortuna, la resilienza può essere sviluppata e siamo sempre in tempo per acquisire nuove risorse e strategie più adeguate. Lavoriamo su noi stessi e sul nostro sviluppo personale per evitare che il corpo debba urlare il dolore che non siamo stati capaci di esprimere.


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