Siamo più informati, ma meno intelligenti

La quantità di informazioni che abbiamo a portata di mano è immensa. Possiamo facilmente trovarne su qualunque argomento. Un'inondazione che, proprio per il rumore che genera, in molti casi ci rende meno intelligenti e più vulnerabili alla manipolazione.
Siamo più informati, ma meno intelligenti
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 03 marzo, 2023

Una delle grandi trasformazioni portate dalla rivoluzione tecnologica è l’accesso a un maggiore numero di informazioni, il che ha dato il via alla cosiddetta società della conoscenza. L’aspetto negativo è che gran parte della società non si è arricchita con questi progressi, anzi, al contrario, sta dando dimostrazioni di un vero deterioramento dei meccanismi cognitivi. Oggi siamo più informati, ma abbiamo perso intelligenza.

Vivere nell’era dell’informazione e della conoscenza non significa saper gestire un computer o un telefono intelligente. Quando non c’è intelligenza in grado di gestire questi dispositivi, allora sono i dispositivi a gestire l’intelligenza delle persone. Purtroppo, ciò si verifica sempre più spesso.

L’aspetto più grave è che visto che ora abbiamo più informazioni a portata di mano, molte persone si convincono di essere informate meglio. Oppure pensano che per conoscere un argomento sia sufficiente consultare internet e ripetere ciò che trovano. Oltre a ciò, molte persone si disinteressano dell’affidabilità delle fonti.

La vera genialità consiste nella capacità di valutare l’informazione incerta, sfuggente e contraddittoria.

-Winston Churchill-

Donna scrive al pc

Siamo più informati: il mondo di internet

Internet non è solo una rete di informazione e comunicazione, si è piuttosto trasformato in mezzo di massa. Questo mondo trabocca di informazioni irrilevanti ed è continuamente bombardata di utenti. Il volume di dati è talmente alto che distinguerli o selezionarli sembra un compito impossibile. Proprio per questo, le informazioni vengono accettate per come sono.

Praticamente qualunque stupidaggine può essere sostenuta da informazioni prese da internet. Se cercate “il diavolo esiste”, troverete almeno 15.000 risultati a “sostegno” -così, tra virgolette- di questa ipotesi. Per qualunque cosa c’è uno studio di ricerca, una prova, sebbene queste ultime siano prive di qualsivoglia fondamento.

A poco a poco Internet è diventato uno spazio per distrarsi, prima che uno per informarsi. L’informazione, a sua volta, non è più filtrata da quella validità che un tempo vigeva. Ora siamo più informati, ma l’aspetto preoccupante è che buona parte di questa informazione è priva di fondamento ed è pensata solo per distrarre.

Informazione, conoscenza e saggezza

L’informazione è fatta di dati e rappresenta la base sulla quale si edifica la vera conoscenza. Tuttavia, quando il volume di informazioni aumenta a discapito della qualità, questo meccanismo si interrompe o si distorce. I dati inutili comportano conoscenza inutile e, ovviamente, conoscenza inconsistente. È esattamente quanto successo in grandi segmenti della società.

Proprio per questo motivo, nel mondo contemporaneo diminuisce sempre più la saggezza. Quest’ultima è fatta di coscienza ed etica, basate sulla conoscenza e sull’informazione rilevante. La saggezza non si costruisce quando c’è più informazione, bensì quando viene analizzata, porta alla profonda conoscenza e permette di comprendere l’essenza delle cose.

Oggi esiste un approccio superficiale a diverse realtà. La mente passa rapidamente in rassegna, e con poco spirito critico, qualunque cosa. Ci siamo abituati a realizzare dieci attività contemporaneamente, abbiamo dimenticato quanto imparato e lasciamo che gli altri facciano per noi un’analisi, organizzando, ad esempio, la nostra scala di valori.

Siamo più informati e sappiamo poco

Siamo più informati e meno intelligenti

Sulla base di quanto appena detto, possiamo affermare che oggi il volume di informazione è aumentato, ma anche che in qualche modo siamo meno intelligenti. E questo si deve in buona parte all’atteggiamento alimentato dal mondo virtuale. La pazienza si è trasformata in una virtù rara, mentre per riflettere e chiarirsi le idee c’è bisogno di tempo e pazienza. Nessuna conoscenza elaborata in fretta e furia può portare saggezza.

I saggi concentrano lo sguardo sugli enigmi e non cercano di risolverli trovando le risposte su Wikipedia, bensì osservando, analizzando e riflettendo. La maggior parte della gente non cerca di addentrarsi tra i labirinti dei grandi misteri e dei grandi quesiti, bensì punta a trovare la ricetta, la formula applicabile, l’elenco dei passaggi o il dato esatto.

Per molti non è più importante prendere consapevolezza di noi stessi e del mondo. Sono sempre impegnati, persino quando dormono. Non hanno bisogno di pensare, bensì di dire e agire, sebbene qualunque cosa dicano o facciano non abbia la benché minima importanza e sia solo un modo per perdere tempo, per sprecare la vita.


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  • Escorsa, P., Maspons, R., & Llibre, J. (2001). De la vigilancia tecnológica a la inteligencia competitiva. Financial Times.


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