Sindrome di Hulk: l'incubo di Bruce Banner

Sindrome di Hulk: l'incubo di Bruce Banner
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio, 2023

La sindrome di Hulk è un disturbo poco conosciuto a un pubblico non esperto. È caratterizzata da improvvise esplosioni d’ira, che spesso sfociano in atteggiamenti violenti. Nonostante in medicina sia definita come sindrome di Amok, più generalmente prende il nome del noto mostro verde Hulk.

Hulk è un personaggio dei fumetti Marvel, apparso anche in molti film prodotti dalla Marvel Cinematic Universe. Tra i vari film in cui appare troviamo la saga Thor e quella degli Avengers. Hulk è l’alter ego del docile Dr. Bruce Banner, il quale è rimasto contaminato durante una serie di esperimenti sui rifiuti tossici finiti male; a partire da questo momento, nel Dr. Banner si sviluppa una seconda personalità: quella del mostro Hulk, che compare d’improvviso, è violento e ama distruggere tutto. Il Dr. Banner non può controllare Hulk e viceversa. Poco a poco, il Dr. Banner deve imparare a “convivere” con il mostro verde.

Vediamo nel dettaglio la sindrome di Hulk.

La sindrome di Hulk o di Amok

Hulk risponde al profilo di una persona che presenta comportamenti molto intensi e fuori controllo derivati dalla rabbia o dall’ira. Bisogna pensare che quando l’ira viene repressa, imbavagliata o negata in maniera sistematica, può farci esplodere in maniera molto violenta.

Secondo gli esperti, la sindrome di Hulk è legata a fattori culturali. Questa sindrome, infatti, si sviluppa in ciascun paese con piccole differenze e particolarità specifiche della cultura di riferimento.

Hulk

In occidente, prima della comparsa del personaggio di Hulk, questa sindrome era già documentata e conosciuta con il nome di Sindrome di Amok. La parola “amok” deriva dal termine malese “meng-amok”, che generalmente significa “attaccare e uccidere con ira cieca”.

Si crede che la sindrome di Hulk sia spesso la causa di molti danni e l’origine di litigi. Tuttavia, gli studi rivelano che la frequenza di diagnosi è molto inferiore rispetto alla sua reale incidenza sulla società. Per esempio, molte delle persone che soffrono della sindrome di Hulk e che durante una manifestazione di ira commettono un crimine possono arrivare a suicidarsi durante l’episodio.

Convertite la rabbia in energia

Non tutta l’ira è negativa, non è sensato rinnegare alcuni stati d’animo. Una persona è spiritualmente in salute quando si permette di provare tutte le varie gamme di emozioni.

Ciò include anche le emozioni a valenza negativa come la rabbia o la tristezza. In questo senso, l’ira compie una specifica funzione quando serve da avvertimento: attenzione, forse i tuoi diritti sono stati violati. Compie una funzione anche quando ci dà energia: reagisci, non puoi lasciare che abusino di te o delle persone a cui vuoi bene. I problemi insorgono quando è l’emozione, non il suo messaggio o la sua energia, a dominare il nostro comportamento.

Per maneggiare l’ira, occorre l’intervento di tutta la nostra intelligenza emotiva. Con lavoro e dedizione, le esplosioni di rabbia provocate dalla sindrome di Hulk possono trasformarsi in un elemento che gioca a nostro favore.

Pugni chiusi sindrome di Hulk

È importante comprendere che il controllo dell’ira è un processo che richiede uno sforzo cosciente. I risultati saranno gratificanti. Una persona può riuscire a canalizzare l’energia che prima provocava violenza verso un piano di lavoro organizzato. La sindrome di Hulk, infatti, non è una qualità definitiva di una persona, anzi si può lavorare per renderla un punto di forza.

Come canalizzare la rabbia

A seguire vi proponiamo alcune strategie per gestire con più scioltezza la vostra ira, onde evitare di dare sfogo alla sindrome di Hulk.

  • Fare sport e prendere aria fresca. Fare attività fisica facilita il drenaggio dell’energia accumulata. Inoltre, l’esercizio favorisce il rilascio di alcuni ormoni associati alla felicità.
  • Esternare i pensieri. A volte facciamo fatica ad articolare in termini concreti i nostri sentimenti. Tuttavia, la comunicazione emotiva è fondamentale poiché da essa dipende, in buona misura, la quantità e la qualità di aiuto che riceveremo.
  • Meditare. Imparare a liberare del tutto la nostra mente è un’abilità che può aiutarci in situazioni emotive molto intense. Per esempio, attraverso la meditazione è possibile raggiungere una maggior conoscenza di sé.

Ricordate che la rabbia e la frustrazione fanno parte della tavolozza delle nostre emozioni. Imparate a gestirle in maniera intelligente. Il modo migliore di trattare queste sensazioni è canalizzarle verso comportamenti che offrono benefici.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.