Sindrome di Koro, paura che i genitali si ritirino

Sindrome di Koro, paura che i genitali si ritirino
Raquel Aldana

Scritto e verificato la psicologa Raquel Aldana.

Ultimo aggiornamento: 14 dicembre, 2021

La sindrome di Koro è un disturbo caratterizzato dalla paura che un organo sessuale o una zona erogena del corpo si stia restringendo o ritirando per sparire, alla fine, dentro l’addome. Gli uomini temono che il pene si rimpicciolisca o sparisca, la paura delle donne si concentra sulla scomparsa delle grandi labbra, i capezzoli o il seno.

Spesso questi episodi di paura incontrollata sono accompagnati dalla convinzione che la conclusione del processo sia la morte. Questo ci permette di stabilire una diagnosi differenziale tra la sindrome di Koro e il disturbo da dismorfismo corporeo.

I pazienti affetti da disturbo da dismorfismo corporeo (precedentemente conosciuto come dismorfofobia) si preoccupano in modo ossessivo di uno o più difetti fisici; si vedono brutti, poco attraenti o addirittura anormali e deformi. Chi è affetto dalla sindrome di Koro, invece, non teme di essere brutto, ma che l’alterazione percepita lo conduca alla morte.

Uomo con la testa dentro la sabbia

L’origine della sindrome di Koro

Fa parte delle sindromi culturali e si presenta spesso in modo epidemico nelle regioni del sudest asiatico, soprattutto a Singapore. A seconda del paese asiatico, viene chiamata shuk yangshook jong, jinjinia bemar o rok-joo.

Malgrado l’origine sia cinese, sono stati registrati casi in tutto il mondo, persino episodi collettivi in alcune località africane. Sono in genere crisi intense, ma di breve durata che rispondono bene alle terapie e all’approccio razionale.

Si stima, pertanto, che la sindrome di Koro abbia un potente agente eziologico di tipo culturale. Per questo motivo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali la contempla tra le sindrome culturali, come lo è la sindrome di Dhat.

Sindrome di Dhat, l’origine culturale del malessere

Nonostante il nome, più che di sindrome si tratta di una spiegazione di natura culturale a un insieme di sintomi collegati tradizionalmente alla perdita di liquido seminale.

Questi sintomi sono ansia, depressione, affaticamento, debolezza, perdita di peso, impotenza e altri disturbi somatici.

Il sintomo principale è certamente l’ansia per la perdita del Dhat, in assenza di qualunque disfunzione fisiologica identificabile. 

Il Dhat è indicato dai pazienti come una secrezione bianca presente nelle feci o nell’urina. L’immagine di tale liquido è collegato al concetto di Dhatu (seme), descritto dalla medicina indù (Ayurveda) come uno dei setti fluidi corporei essenziali, il cui equilibrio è necessario per restare in salute.

Questa sindrome è stata descritta come linea guida per la diagnostica. Ciò è diventato necessario, una volta dimostrato il legame tra credenze, perdita del liquido seminale e malattie psicosomatiche. 

uomo davanti al mare e pezzo di puzzle mancante

Ricerche mediche confermano che circa il 64% degli uomini che in India si rivolgono ai centri di salute mentale per un disturbo sessuale hanno convinzioni di questo tipo.

La prevalenza di questa sindrome è maggiore nei giovani di sesso maschile che vivono in un contesto socio-economico basso, sebbene non manchino casi di uomini di mezza età. È stata registrata una sintomatologia simile nelle donne, ma associata alle secrezioni vaginali (leucorrea).

Come si può vedere, convinzioni e credenze di natura sessuale possono essere alla base di disturbi mentali. Di fronte a una tale realtà, sarebbe bene fare una riflessione critica sull’influenza della cultura e della società su problemi della psiche quali ansia o depressione, i due titani della cultura occidentale.


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