La sindrome di Stendhal: quando il piacere per l’arte nuoce alla salute
La sindrome di Stendhal, conosciuta anche come sindrome di Firenze, è considerata un disturbo psicosomatico che colpisce soprattutto le persone altamente sensibili. Si manifesta quando, in un breve periodo di tempo, ammiriamo in modo prolungato un gran numero di opere d’arte, il che scatena una specie di overdose di bellezza artistica.
L’origine di questa patologia sta nel soggetto che osserva l’opera d’arte e non nell’oggetto in sé. L’ammirazione delle opere d’arte ha molteplici interpretazioni e valorizzazioni soggettive che dipendono dalla cultura di ognuno di noi.
Studi sulla sindrome di Stendhal
Vari gruppi di neurologi spiegano che un piacere mentale eccessivo, provocato dall’osservazione di opere meravigliose, può trasformarsi in un grande malessere. Di solito i sintomi che si manifestano sono sia fisici sia psichici: sudorazione, palpitazione, nausea, vista offuscata. Si prova anche una sensazione di stress o simile ad un attacco d’ansia, accompagnata da allucinazioni e sentimenti di euforia e depressione, in base ai casi.
Il primo a scrivere di questa patologia fu lo scrittore francese Stendhal, che descrisse la propria esperienza personale durante una visita a Firenze. Nonostante ciò, negli anni ’70, fu la psichiatra Graziella Magherini, dopo aver studiato un gran numero di casi, tutti manifestatisi in turisti in visita a Firenze, a definirla una vera e propria patologia.
Di solito si soffre di questa patologia quando ci si trova in città importanti dal punto di vista artistico. Firenze, Roma o Venezia sono gli esempi più conosciuti. La risposta controversa sostenuta da alcuni psicologi descrive come unico motivo responsabile di questa sindrome la suggestione che accompagna molti turisti che conoscono già questa patologia.
La sindrome di Stendhal è divenuta un punto di riferimento del Romanticismo e può colpire in un luogo qualsiasi in cui la concentrazione di bellezza artistica (pittura, musica, poesia, ecc.) è impossibile da sopportare.
jrgcastro e J. Salmoral