Sindrome di Tinderella: flirt virtuale

Sindrome di Tinderella: flirt virtuale
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

La sindrome di Tinderella deriva dall’unione di due termini: Tinder e Cinderella (Cenerentola in inglese). In psicologia si è deciso di dare un nome alle persone che si limitano a flirtare tramite un’applicazione, ma che non concretizzano mai la cosa in appuntamenti reali. Qualora si arrivi a questo punto, di solito mettono in atto il “ghosting“, ovvero scompaiono senza dare spiegazioni.

Una cosa che praticamente tutti noi sappiamo è che l’amore ai tempi di internet mette in funzione nuove pratiche e dinamiche che non passano inosservate a psicologi, sociologi e antropologi. C’è bisogno, dunque, di nuove etichette e nuovi nomi per dare forma ad altri modelli comportamentali che, ovviamente, non si verificavano nelle generazioni precedenti.

La sindrome di Tinderella nasce dall’unione di Tinder e Cinderella (Cenerentola in inglese) e rappresenta le persone che preferiscono un flirt attraverso WhatsApp, senza fare il passo successivo per fissare un appuntamento.

Questo fenomeno di per sé non è né buono né cattivo, è solo diverso. Attualmente abbiamo molte più possibilità di incontrare persone e di essere ancora più selettivi nel trovare un partner . Selezioniamo profili, facciamo ricerche, confrontiamo e facciamo selezioni più o meno meditate per attendere il desiderato “match” con cui passare poco dopo a una nuova fase, quella nella quale iniziamo a comunicare con questa persona che ha attirato la nostra attenzione.

Per molti, è poco più che una sorta di mercato divertente. Queste applicazioni per flirtare ci offrono l’opportunità di separare l’amore dal sesso e di limitarci a quest’ultimo se ne abbiamo voglia. Continuiamo, tuttavia, a sforzarci di trovare una relazione duratura, cosa che in alcuni casi avviene davvero. In effetti molti di noi conoscono belle storie d’amore nate in questo modo.

Negli ultimi anni psicologi come Jenny Stallard ed Emma Kenny hanno iniziato a osservare un’altra dinamica che hanno voluto rendere visibile utilizzando un nome molto suggestivo: sindrome di tinderella. Persone che non fissano mai un appuntamento, profili che godono solo del semplice flirt e dell’intimità stabiliti attraverso canali virtuali.

Donna che guarda il cellulare

La sindrome di Tinderella: il piacere di flirtare con qualcuno che non conoscerò

Sembra una grande contraddizione, ma succede molto più di quanto pensiamo.Perché registrarsi in un’applicazione per flirtare o trovare un partner se alla fine non si intende incontrare quella persona faccia a faccia? Fondamentalmente perché quella fase iniziale piena di novità, scoperte, contrasto di interessi e conversazioni a mezzanotte è più che sufficiente e soddisfacente per alcuni/e.

Ora, alla sindrome di Tinderella viene aggiunto un elemento ancora più interessante: è comune che i “tinderelli” flirtino con più persone contemporaneamente e che siano sempre alla ricerca di nuove opzioni, nuovi partner che sostituiranno gli altri quando decideranno di “sparire” senza dare spiegazioni.

Vediamo a seguire ulteriori caratteristiche che definiscono questo comportamento:

  • Il processo di ricerca e selezione del partner attraverso applicazioni è più stimolante del conoscere le persone fisicamente e faccia a faccia. Nella vita reale, il tinderella spesso manca di abilità sociali.
  • Tendono a essere affascinanti e molto interessanti nell’universo online, al punto da generare grandi aspettative nei potenziali partner in attesa di un appuntamento offline, che non avverrà mai.
  • In generale, i tinderella perdono rapidamente interesse per queste persone. Finiscono per praticare il ghosting da un giorno all’altro senza dare spiegazioni e lasciandosi alle spalle delle false promesse.
Amici impegnati con il cellulare

L’amore al tempo di Tinder

L’abbiamo detto all’inizio, l’amore ai tempi di internet, e in particolare nell’era di Tinder, ha portato alla luce nuove sfide per molti psicologi. Per quanto possa essere sorprendente, ci sono persone che si sentono obbligate a vivere un lutto per una relazione che non ha mai avuto luogo.

Sono relazioni fantasma e infruttuose che si verificano dopo aver passato un certo tempo a chattare o a condividere confidenze, piani e sogni con altre persone che non si è arrivati a conoscere fisicamente. Tuttavia, le aspettative per questa relazione erano così alte che dopo la scomparsa   online  dell’ altra persona, il dolore è tremendo.

Tutto questo sta accadendo proprio ora ed è una realtà ovvia. Ora, il problema in sé non riguarda la vittima di ghosting, assolutamente no. Dietro alla sindrome di Tinderella si cela una personalità indecisa e insicura, forse con una fobia sociale o con una visione immatura delle relazioni umane.

Il fatto di avere 5 o 20 “corteggiatori” su Tinder o conservare su WhatsApp dozzine di conversazioni in cui immergersi per civettare, sedurre o suscitare false illusioni è un incentivo molto succulento per molte di queste persone. Sono rinforzi positivi dove non c’è obbligo, dove il gioco della seduzione è costante senza la necessità di consolidare nulla.

Il tinderello o la tinderella vivranno ad aeternam nell’illusione di un amore infantile e capriccioso; mietendo innumerevoli vittime sul loro cammino. Un’ulteriore realtà da prendere in considerazione in una società complessa e in continua evoluzione.

Ragazza triste alla finestra

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